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Il testo. 5xMille anche a sicurezza e Forze armate. «Così meno fondi al Terzo settore»

Marco Iasevoli sabato 9 aprile 2022

foto di volontari

Si tratta di uno dei piaceri che le due maggioranze del governo Draghi (quella di centrodestra e quella di centrosinistra) si sono scambiati nei primi mesi delle larghe intese. "Io non ti ostacolo su questo, tu non mi ostacoli su quello". Seconda questa logica, il 9 giugno del 2021 è stata approvata al Senato una proposta di legge, presentata dalla Lega, che estende la lista degli enti beneficiari del 5xMille. Potrebbe accedere al contributo, se il testo passasse anche alla Camera, il «fondo di assistenza per il personale in servizio del Corpo della Guardia di finanza o della Polizia di Stato o dell'Arma dei Carabinieri o del Corpo nazionale dei Vigili del fuoco o del Corpo di Polizia penitenziaria o dell'Esercito o della Marina militare o dell'Aeronautica militare». Il 5xMille si allargherebbe anche ad attività di «sostegno, assistenza e a favore di congiunti di appartenenti alle rispettive amministrazioni deceduti per causa di servizio o in servizio».

Il 9 giugno del 2021, al Senato, su 238 votanti, ci sono stati 201 favorevoli, 3 contrari e 34 astenuti. Mercoledì scorso il testo è stato incardinato in commissione Bilancio alla Camera, avviando così l'iter per la seconda lettura. Il cammino prima che il testo approdi in aula è ancora lungo, ma il mondo del terzo settore inizia a chiedere al governo e ai partiti di vederci chiaro. A parità di risorse, infatti, l'estensione della platea ha un solo risultato: meno fondi per chi già da anni conta su questi fondi per le proprie attività sociali.

Il presidente di Terzjus, Luigi Bobba, ha già lanciato l'allarme: «Che c'azzecca il meritorio sostegno al personale dei corpi dello Stato con il 5xMille?». Bobba ricorda che già adesso oltre un centinaio di associazioni che partecipano al 5xMille sono collegate alle forze di sicurezza, ma soprattutto fa notare ciò che dovrebbe apparire ovvio: le associazioni e gli enti di volontariato avranno meno risorse per le loro attività. E quindi l'invito è a fermare il testo e, piuttosto, aprire contestualmente una riflessione seria su come aiutare il personale dei corpi dello Stato e i familiari di chi è deceduto in servizio, senza scatenare l'ennesima battaglia tra cause che invece meritano di essere sostenute con gli strumenti appropriati.