Attualità

LE IMPOSTE E IL SOCIALE. Ici e non profit, cambio con incognite

Mimmo Muolo sabato 25 febbraio 2012
​Prosegue il lavoro del governo Monti per fare chiarezza sull’Ici. Anche se la lettura dell’emendamento al decreto sulle liberalizzazioni presentato ieri al Senato lascia la situazione tutto sommato a metà del guado. Soprattutto per quegli enti non profit – e quindi non solo per la Chiesa cattolica – che gestiscono scuole, ospedali, strutture ricettive (diverse dagli alberghi, per i quali è sempre stato pacifico che si debba pagare) e anche mense per i poveri. È questa, infatti, l’area di grande valore sociale che rischia di essere risucchiata nei confini del pagamento, con gravi conseguenze per gli utenti. Ma nulla sembra ancora deciso, anche se i tempi saranno brevi. Il governo, infatti, ha precisato che questo intervento è strettamente attinente al tema del "decreto liberalizzazioni" e per questo vi è stato inserito, mentre alcuni ritenevano dovesse andare nel decreto di semplificazioni fiscali varato ieri. Per il presidente del Senato Renato Schifani, comunque, l’emendamento non contrasta con i principi di omogeneità richiamati dal capo dello Stato Napolitano.a in definitiva che cosa potrebbe cambiare nella normativa? Attualmente sono esenti dal pagamento dell’Ici gli immobili di proprietà degli enti non commerciali e da questi totalmente destinati ad attività previdenziali, assistenziali, culturali, sportive, ricreative, sanitarie, didattiche e ricettive. Tali attività oggi possono essere anche svolte in modo «non esclusivamente commerciale». L’emendamento stabilisce invece che, per essere esenti, le attività ora si dovranno svolgere «con modalità non commerciali». Tuttavia la legge italiana considera commerciali le attività con prestazioni di servizi fatte in maniera organizzata per le quali si paghi un corrispettivo. Ma una scuola, un ospedale, una struttura ricettiva, per legge, non possono essere fatte che in maniera organizzata e dietro pagamento di un corrispettivo. Questo significa che d’ora in poi scuole, ospedali e case per ferie degli enti non profit pagheranno? E se, poniamo, una mensa per i poveri, ricevesse dei contributi grazie a una convenzione con un ente pubblico, sarebbe anche questa una «modalità commerciale»?«Al momento non lo si può dire – spiega la tributarista Patrizia Clementi, esperta del mondo non profit –. Tra le definizione di "modalità non commerciale" di cui si parla nell’emendamento e quella di "attività non commerciale" contenuta nel comunicato del governo e nella lettera inviata alla Commissione europea c’è un’incongruenza. È auspicabile che il relatore faccia chiarezza quando dovrà illustrare l’emendamento».In sostanza: senza un vero chiarimento non si può dire nulla su chi e come dovrà pagare. Ciò che però non ha impedito, ieri, a siti web e agenzie di trasformare un passaggio del comunicato di Palazzo Chigi nel titolo: «Con l’ici pagata dalla Chiesa meno tasse per tutti», senza tener conto che le modifiche riguardano tutto il mondo del non profit. Questo, invece, quello che in effetti c’è scritto nella nota: «L’emendamento determina effetti positivi sul gettito. Tuttavia non si ritiene opportuno procedere ad una quantificazione preventiva delle maggiori entrate (uno studio di settore parlava qualche tempo fa di 100 milioni, <+corsivo>ndr<+tondo>). Queste ultime saranno accertate a consuntivo e potranno essere destinate, per la quota di spettanza statale, all’alleggerimento della pressione fiscale».Per il resto l’Ici sarà esclusa per le unità immobiliari totalmente a uso religioso; qualora «l’unità immobiliare abbia utilizzazione mista, l’esenzione si applica solo alla frazione di unità nella quale si svolge l’attività di natura non commerciale, se identificabile attraverso l’individuazione degli immobili o porzioni di immobili adibiti esclusivamente a tale attività». Se questa distinzione non è possibile «l’esenzione si applica in proporzione all’utilizzazione non commerciale dell’immobile quale risulta da apposita dicharazione». E le modalità di tale dichiarazione saranno note in 60 giorni.