Attualità

DOPO LE ELEZIONI. I possibili scenari

Marco Iasevoli mercoledì 27 febbraio 2013

GOVERNO DI MINORANZABersani, come capo della coalizione che ha vinto alla Camera, riceverà il "mandato esplorativo" del capo dello Stato per trovare una maggioranza. E l’intenzione del segretario Pd sembra essere quella di presentarsi al Parlamento con un programma di pochi punti. Ma al Senato non ha i numeri, e i seggi di Monti non bastano. Occorre che M5S, a Palazzo Madama, voti la fiducia oppure lasci l’Aula. E che, provvedimento per provvedimento, prenda la posizione più indolore per l’esecutivo. Il nodo è proprio l’affidabilità dei grillini.LARGHE INTESEI due maggiori partiti di centrosinistra e centrodestra si accorderebbero per convincere l’Ue ad ammorbidire i vincoli finanziari e varare un programma di riforme di medio periodo (istituzionali ed economiche). La Grande Coalizione può ospitare al governo solo tecnici o anche personalità politiche. Di certo sarebbe preceduta da un accordo Bersani-Berlusconi sulle presidenze di Repubblica, Senato e Camera. Il rischio è fallire e tornare presto al voto con un’ulteriore avanzata di Beppe Grillo.ESECUTIVO DI SCOPOConstatata l’impossibilità di legittimare un governo con il voto dell’Aula, il presidente della Repubblica potrebbe insediare un governo finalizzato unicamente a traghettare il Paese verso una nuova campagna elettorale adempiendo ad alcune urgenze di natura finanziaria e comunitaria. Potrebbe anche proseguire l’esecutivo Monti. Il tempo servirebbe ai partiti per riorganizzarsi, ma è da valutare se altri mesi di incertezza e strisciante propaganda possano ulteriormente indebolire il Paese.RITORNO ALLE URNEI giuristi sostengono l’impossibilità, per Giorgio Napolitano, di sciogliere le Camere appena formatesi. Dunque prima di tornare al voto occorrerebbe nominare i due nuovi presidenti delle Camere, come prevede la tempistica istituzionale, e poi scegliere il nuovo presidente della Repubblica. A lui poi toccherebbe rimandare tutti alle urne, eventualmente nel mese di giugno. Ma sinora i partiti "tradizionali" hanno detto di voler evitare uno scenario del genere, «altrimenti M5S prende tutto».