Attualità

Milano. Monaci buddisti pregano sulla tomba di don Giussani

Fulvio Fulvi lunedì 21 agosto 2017

È arrivato al cimitero monumentale di Milano la mattina presto, con i suoi allievi del monastero buddista del Monte Koya: una delegazione di quindici persone diretta al Meeting di Rimini per celebrare i 30 anni dal primo incontro con Cl e il suo fondatore. Nonostante l’età e la stanchezza del lungo viaggio da Tokyo, il professor Shodo Habukawa, maestro dei novizi, ha voluto salutare l’amico e collega Luigi Giussani recandosi a pregare davanti alla sua tomba. La memoria, e il cuore, sono andati a quel 28 giugno del 1987 quando i due teologi e docenti universitari si incontrarono, sulla porta del monastero vicino a Osaka, abbracciandosi in silenzio per qualche istante, senza mai essersi incontrati prima. «La profonda emozione di quell’"incipit" mi è rimasta dentro – ci ha confidato Habukawa – e ora vengo qui a trovare il mio carissimo amico anche se lo porto nell’anima: tra noi c’è stata sempre una sintonia nel modo di affrontare la realtà nella consapevolezza della presenza del Mistero, e nello svolgere lo stesso compito, far crescere i giovani nella misericordia e nell’educazione».

Il monaco buddista, che è anche docente alla Koyasan University, costretto su una carrozzina, si fa portare davanti al sacello, scende e si inginocchia per un paio di volte davanti alla pietra che custodisce il corpo dell’amico prete. Poi l’anziano Shodo, proprio quando le campane del cimitero segnano il mezzogiorno, comincia a intonare con gli altri monaci una preghiera corale che dura circa dieci minuti. È un momento di profonda spiritualità che coinvolge anche i visitatori del Monumentale. Il monaco si inginocchia di nuovo, prende un sassolino davanti alla tomba e se lo mette in tasca per ricordo. Quindi scrive al “don Gius” un biglietto che lascia sotto a un mazzo di fiori. Intanto il resto delle delegazione, composta anche da accompagnatori della manifestazione riminese, recita l’Angelus al quale i buddisti partecipano in silenzio. «Sa che al Meeting, al quale partecipiamo ogni anno, tutti i giorni preghiamo insieme con i cattolici ma anche con i musulmani e gli ebrei?» dice uno di loro. È anche questa una delle eredità scaturite dall’amicizia tra due grandi maestri di vita e di fede.