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I 50 anni di Avvenire. 1970 - La «partita del secolo» a Città del Messico

Antonio Giorgi mercoledì 14 febbraio 2018

Città del Messico, 17 giugno 1970: Rivera ha segnato il gol del 4 a 3 nella partita tra Italia e Germania, semifinale dei Mondiali (Ansa)

Comincia un nuovo anno – un nuovo decennio – senza che il Paese riesca a elaborare il lutto, la rabbia, il dolore, lo choc per la strage di piazza Fontana, a Milano. La ferita del 12 dicembre 1969 è aperta, gli interrogativi si accavallano e le risposte credibili mancano. Il 1970 apre così una stagione di incertezze e di crisi sul piano dell’economia, dei rapporti sindacali e sociali, della politica: sembra un contesto fatto apposta per mettersi di traverso rispetto alla stabilità dei governi. Ci saranno due crisi nel giro di otto mesi. Già il 7 febbraio si dimette l’esecutivo presieduto da Mariano Rumor (dopo piazza Fontana molti gli sollecitavano una svolta autoritaria), ma né Moro né Fanfani riescono a rimpiazzarlo. Rumor insedierà il suo terzo governo il 29 marzo per dimettersi nuovamente il 6 luglio. Prenderà il suo posto Emilio Colombo il 12 agosto, in pieno periodo balneare quando già si parla di un “decretone” che salasserà i portafogli, perché i conti pubblici vanno male, molto male.

È stagione di cambiamenti tra i partiti. Nel Psi Francesco De Martino lascia a fine aprile la segreteria a Giacomo Mancini; tra i vicesegretari c’è un giovane milanese che non nasconde le sue ambizioni e che si chiama Bettino Craxi. Nel sindacato il 24 marzo Luciano Lama assume la guida della Cgil. Nella principale organizzazione imprenditoriale, Confindustria, il tempo del presidente Angelo Costa, dell’omonima dinastia genovese, è finito e gli subentra l’industriale laniero Renato Lombardi, più aperto al dialogo con le parti sociali ora che bisogna fare i conti, dall’una e dall’altra parte, con una legge – la numero 300 del 20 maggio – che apre una fase nuova nel complicato intreccio delle relazioni tra il “padrone” e il dipendente. È il cosiddetto Statuto dei lavoratori che diventa la fonte normativa più importante del nostro ordinamento. Il Pci però non lo vota. Per Botteghe Oscure presenta infatti troppe lacune.

L’evento che segnerà maggiormente il futuro dell’Italia è però un altro. A 22 anni dall’entrata in vigore della Costituzione che prevede un nuovo assetto per lo Stato nascono le Regioni a statuto ordinario. Si vota il 7 e l’8 giugno, e di lì a poco scoppierà il caso Calabria, la disputa insulsa e feroce tra Reggio e Catanzaro per avere l’onore – nonché tutto quello che ne consegue – di ospitare la neonata burocrazia. A Reggio già a fine mese scoppieranno gravi disordini, per settimane fino al febbraio successivo si sentirà scandire dai manifestanti un minaccioso ritornello: boia chi molla. La rivolta si dà un leader, il sindacalista Cisnal Ciccio Franco. Il rione Sbarra si dichiara repubblica autonoma. Lo Stato invierà l’esercito.

Alla crescente violenza di piazza si accompagna quella dei gruppi terroristici che trova brodo di coltura nel clima di incertezza politica. Sarà un caso, ma è proprio nel 1970, il 23 luglio, che alla Sit-Siemens di Milano viene rinvenuto il primo volantino a firma Br. La tensione è palpabile in molte città, e tocca l’acme a Roma il 27 settembre quando arriva il presidente americano Richard Nixon. La guerra del Vietnam infuria, Paolo VI sollecita iniziative per la pace. Esattamente due mesi dopo, il Papa – che ha appena firmato il motu proprio Ingravescentem aetatem che regola l’età per le funzioni dei cardinali – si reca nelle Filippine; all’aeroporto di Manila sarà ferito leggermente da uno squilibrato che gli vibra un colpo di kriss prima di essere immobilizzato da monsignor Pasquale Macchi, il fedele segretario di Montini. L’emozione nel mondo è enorme. Il pellegrinaggio papale proseguirà in Australia, dove Paolo VI viene informato che il 1° dicembre l’Italia ha votato la legge che introduce il divorzio.


Non si può chiudere la rapida carrellata sul 1970 senza ricordare una iniziativa italiana in materia di politica estera, il riconoscimento del governo di Pechino, 6 novembre. Ma soprattutto non si può ignorare che il ’70 è stato l’anno della "partita del secolo", l’evento pallonaro che ci ha restituito orgoglio, almeno a noi che all’epoca c’eravamo. È il Mondiale di calcio di Città del Messico, è la semifinale del 17 giugno e l’Italia infila quattro palloni nella rete della Germania ovest, mentre i panzer tedeschi riescono a metterne a segno solo tre. Al di qua dell’oceano la penisola intera registra la più imponente manifestazione di tripudio del ventesimo secolo, a detta di molti.

Una noterella finale che riguarda Avvenire: Giuseppe Restelli diventa presidente della Nuova Editoriale Italiana. Fino al 1975 sarà al vertice dell’azienda operando con illuminata sagacia e generosità in momenti difficili per il neonato giornale.

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