Attualità

Insaf Dimassi. Ha sempre nella borsetta una copia della Costituzione

Stefano Pasta mercoledì 16 agosto 2017

Insaf Dimassi, 20 anni, di origine tunisina, ha messo piede per la prima volta in Italia a nove mesi. «E da quel momento in poi ho trascorso la mia intera vita qui», dice. Attualmente studia Scienze Politiche all’Università di Bologna: «La mia più grande passione è la politica, spero un giorno di poter contribuire a migliorare il mio Paese». L’Italia. Oltre a studiare, lavora come cameriera a Pavullo nel Frignano (Modena), terra dei tortellini, della Ferrari e di Pavarotti. «Mi sento italiana perché ci sono cresciuta e appassionato al sistema di valori trasmesso dalla nostra scuola». Ha sempre in borsetta una copia della Costituzione: «Gli amici mi prendono in giro ma per me è un punto di riferimento simbolico». “Colpa” (anzi, merito) del professore di filosofia della quarta superiore, che l’ha spinta a imparare a memoria i primi dodici articoli e ad appassionarsi alla Carta. Era anche rappresentante degli studenti del suo liceo.
Racconta Insaf: «Eccetto nove mesi, ho vissuto i primi sei anni in provincia di Trapani dove mio padre, che era già emigrato e ormai è in Italia da 30 anni, lavorava nell’agricoltura. Poi ci siamo trasferiti in Emilia, per lavoro». A causa dell’attuale legge la ragazza è straniera a casa propria: «Quando papà ha ottenuto la cittadinanza io ero già maggiorenne (di pochissimo!) per poterla ricevere, a differenza delle mie sorelline». Se la riforma fosse approvata, anche Insaf lo sarebbe per ius culturae: «È un’idea bellissima perché riconosce il principio d’intelletto: finalmente la cultura diventa criterio di appartenenza a un Paese, si afferma la ricchezza che la cultura è per l’Italia».