Attualità

Coronavirus. «Il nostro certificato sia esteso». Le rivendicazioni di chi è guarito

Viviana Daloiso giovedì 14 ottobre 2021

Durate del green pass da estendere per chi è guarito dal Covid

Non vogliono essere assolutamente bollati come no-vax, «visto che il Covid l’abbiamo incontrato, sappiamo bene cos’è». Eppure, per il vaccino, vogliono aspettare. Almeno fino a quando una parte del mondo scientifico sostiene – con numerosi studi approvati e pubblicati su riviste scientifiche – si possa fare: 12 mesi dal contagio, il tempo in cui il livello di anticorpi dimostra d’essere ancora alto.

C’è un popolo a parte, lontano dalle piazze ma caparbio nelle sue rivendicazioni, che in queste ore sta contestando il governo per la scelta sul Green pass obbligatorio: è quello di una parte dei guariti dal Covid, un migliaio circa, che si sono riuniti in un comitato guidato da Mattia Baglieri, dottore di ricerca in Scienze politiche all’Alma Mater, Luigi Ferrara, presidente di Confassociazioni Sicurezza e Renata Salvarani, professoressa di Storia del Cristianesimo a Roma, con la consulenza scientifica di Paolo Gasparini, ordinario di Ematologia e Genetica all’Università di Trieste.

Al centro delle loro critiche, la decisione di limitare la validità del Green pass a 6 mesi per i guariti: perché sia esteso a 12, infatti, questi ultimi adesso devono avere ricevuto una dose di vaccino.

«Un’incongruenza assoluta – spiega proprio Mattia Baglieri – visto che la circolare firmata il 21 luglio scorso dal direttore della Prevenzione del ministero della Salute, Giovanni Rezza, ammette l’attesa di “non oltre un anno” per la vaccinazione dei guariti». Insomma, sulla carta la tolleranza era stata prevista, nei fatti le regole sul Green pass l’hanno limitata. «Con un danno gravissimo, visto che parlando di guariti da Covid ci riferiamo a 4,5 milioni di italiani, di cui si stima circa 2 milioni siano lavoratori.

Persone che si sono ammalate, che hanno aspettato a vaccinarsi in forza di indicazioni scientifiche precise e di livelli anticorpali alti, che hanno sempre collaborato con le istituzioni accettando di fare trial clinici o di donare il proprio plasma e su cui ora viene esercitato questo accanimento».

Il Comitato guariti, che chiede l’immediata estensione del Green pass a 12 mesi per questa categoria («una scelta che per altro risolverebbe molti problemi, sollevando farmacie e laboratori da una quantitativo enorme di tamponi inutili»), si è fatto avanti nelle ultime settimane con diverse forze politiche, dalla Lega a Italia Viva, da Noi con l’Italia al Movimento 5 Stelle, che hanno accolto e si sono fatte portavoce della richiesta: «Nonostante 5 ordini del giorno però – continua Baglieri – il governo non ha ancora assicurato una risposta chiara».

Il Comitato, che si spinge oltre chiedendo tutela sanitaria per tutti i guariti (oltre all’esenzione del ticket già prevista, percorsi di follow up della malattia e sostegno psicologico), propone di adottare decisioni già prese nel resto d’Europa in questo senso: «È il caso dell’Austria, dove per i guariti ogni 3 mesi sono previsti controlli del titolo anticorpale: qualora quest’ultimo risulti ancora sufficiente, viene emesso automaticamente un Green pass della validità di altri 3 mesi. Nessuno dei guariti pretende di non vaccinarsi – conclude Baglieri –, chiediamo semplicemente di poterlo fare trascorsi i 12 mesi previsti per la nostra specifica situazione e che le nostre vite non siano appese a un Qr code».