Attualità

INTERVISTA. «Grillino e cristiano? Si può, ecco come»

Marco Iasevoli venerdì 25 gennaio 2013
I fondi li raccoglie servendo pizze ai tavoli. E ha già firmato davanti ad un notaio un documento che lo impegna a privarsi del 70 per cento dello stipendio parlamentare. Luigi Di Maio, 26enne di Pomigliano d’Arco, laureando in Giurisprudenza, webmaster, si prepara allo sbarco nella Camera dei deputati. È il numero 2 dei "grillini" nella lista Campania 1. Un posto blindato. «Grazie a noi nelle istituzioni entreranno le persone normali – dice con un filo di orgoglio –, non i raccomandati dei ras locali».Manca un mese al voto. Quali indicazioni vi ha dato Beppe Grillo durante il tour campano?Ci ha lasciato un solo messaggio: «Restate ciò che siete. Raccontate la vostra storia. Il movimento siete voi».C’è da crederci? Le attenzioni sono solo sul vostro leader carismatico...I media non lo conoscono. Lui ha totale fiducia in noi. E per il futuro ci siamo già organizzati. I gruppi parlamentari prenderanno le decisioni organizzative a maggioranza. I capigruppo ruoteranno ogni tre mesi. Se non governeremo, non saremo la classica opposizione. Valuteremo tutte le proposte senza pregiudizi e senza schemi tattici, incideremo sempre e comunque perché governo e partiti sentiranno il fiato sul collo.Le vostre prime proposte?Limite di due mandati parlamentari. Via i condannati dalle istituzioni. Reintroduzione delle preferenze. Quando ci saranno almeno queste tre cose l’Italia comincerà a diventare un Paese normale. E noi potremo scomparire perché avremo svolto il nostro compito.Vi ridurrete lo stipendio?Guadagnerò 5mila euro lordi, meno di 3000 netti. Il resto, anche il vitalizio, andrà al fondo del Tesoro per le piccole-medie imprese. Mi farò rimborsare solo i biglietti del treno Napoli-Roma. E poi denunceremo i pianisti, li faremo lavorare tutti pure il lunedì e il venerdì... Quelle macchine mangiasoldi chiamate partiti cambieranno. Se non per scelta, per disperazione...Con quali soldi fate campagna elettorale?Autofinanziamento. Io invito i simpatizzanti in pizzeria e faccio il cameriere. A fine serata divido l’incasso con il locale. Poi c’è una raccolta nazionale per le spese legali e il materiale elettorale: per ora siamo a 350mila euro.In Aula si parla di economia, Europa... La vostra piattaforma è considerata "populista", slogan facili a dirsi ma impossibili da realizzare...Mi pare che le nostre stesse cose ora le dicano Berlusconi, Bersani e Monti.... Qui c’è molta confusione. Il punto di arrivo del movimento è l’"iperdemocrazia", la massima partecipazione dei cittadini a qualsiasi scelta attraverso i referendum. Noi crediamo nelle persone.A proposito di democrazia, come vede le espulsioni di Favia e Salsi?Sono con Beppe. Quando ho visto i loro fuorionda ho pensato che volessero usare il movimento come trampolino.Racconti in breve la sua storia politica...La mia battaglia a Pomigliano è per i beni comuni, perché il liberismo sfrenato stia alla larga da acqua, verde pubblico, ambiente... E il nostro metodo a livello nazionale non cambierà: nessuna alleanza definita, massima collaborazione con chiunque condivide i nostri temi. Siamo postideologici.Si definisce cristiano. Ma recentemente Grillo si è pronunciato per i matrimoni gay. Se il suo gruppo deciderà a maggioranza una legge pro-eutanasia, lei si adeguerà?No, calma. Il gruppo si occupa di cose organizzative. Non darà vincoli di voto perché, come diciamo noi, «ognuno vale uno». E prima di tutto c’è la libertà di coscienza. Una libertà che spiazzerà molti. E ripeto: sulle grandi questioni devono decidere i cittadini. Con i referendum.M5S rispetta chi ha fede?Il movimento non ha un’ideologia. Per me conta ciò che avviene sul territorio. Quando sposiamo una battaglia, spesso troviamo già sul campo parroci e movimenti cattolici. E in molti casi collaboriamo.Ha chiesto il permesso per questa intervista?No, questa è una leggenda. C’è un orientamento a non andare nei talk show. Io lo condivido: sono solo delle fiction.