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Il caso. Gli sfratti in aumento da Nord a Sud: «Una bomba sociale da disinnescare»

Silvia Serafini giovedì 23 febbraio 2023

Anziani, famiglie con bambini, disabili: nessuno è immune al rischio di subire uno sfratto. I sindacati e le associazioni rilevano una crescita delle ingiunzioni nelle prime settimane del 2023, dovuta in parte al recupero delle procedure sospese durante l’emergenza pandemica. « Dopo la parentesi del Covid e il blocco degli sfratti imposto per motivi sanitari, stiamo rilevando la risalita dei dati – spiega Fabrizio Esposito, segretario nazionale di Sicet Cisl – e, con l’inflazione e il caro energia, la situazione è destinata ad aggravarsi ulteriormente ».

L’impossibilità oggettiva di pagare l’affitto per mancanza di capacità economica è la causa di oltre il 90 percento delle richieste di esecuzione di sfratto che, nel 2019, ultimo anno prima della pandemia, sono state più di centomila. « La situazione è in graduale peggioramento da più di vent’anni, da quando, nel 1998, c’è stata la liberalizzazione degli affitti – prosegue Esposito – . Un’emergenza che è stata in parte tamponata dai fondi di contrasto alla morosità incolpevole ». Fondi che però sono stati azzerati con l’ultima legge di bilancio.

«È stato fatto un passo indietro – sostiene Esposito –, in questo periodo le misure emergenziali andrebbero rafforzate, non ridotte». Una situazione preoccupante, soprattutto se si considera che quello degli sfratti è solo uno dei tanti aspetti dell’emergenza abitativa. «C’è l’aumento dei senza dimora nelle grandi città; la questione degli sgomberi degli occupanti abusivi, che non sono censiti tra gli sfrattati e, infine, i pignoramenti immobiliari delle prime case per insolvenza dei mutui», conclude Esposito. Una “bomba sociale” che rischia di esplodere in molte città italiane. Una di queste è Torino, spesso definita “la capitale italiana degli sfratti” per il suo record di richieste di esecuzione, 8mila solo nel 2019. Attualmente in tutto il Piemonte sono 5mila le famiglie che rischiano di rimanere senza un tetto.

Il disagio abitativo nelle città della penisola

8mila
Le richieste record di esecuzione degli sfratti durante il 2019, nella sola città di Torino

90% La quota di persone vittima di sfratti per ragioni legate alla mancanza di capacità economica

5mila
Le famiglie, in Piemonte, che rischiano di restare senza un tetto a causa del caro-affitti

30mila
La stima delle case vuote a Genova, tra edilizia popolare e non. Ma le domande di alloggio sono state appena 3mila

7mila
Le abitazioni necessarie, in tutta la regione, per soddisfare la domanda delle famiglie liguri

«Ai nostri sportelli arrivano persone di ogni tipo – spiega Stefano Marchi del sindacato Asia Usb di Torino – con l’aumento dei prezzi, ormai anche chi ha uno stipendio “normale” rischia di non riuscire a pagare l’affitto». Una situazione simile si riscontra anche a Milano, la città italiana più cara per quel che riguarda i costi delle locazioni. « Anche qui siamo tornati ai livelli del pre-pandemia – spiega Valerio Calzone di Asia Usb Milano –, il problema principale è che manca il passaggio “da casa a casa”: quando le famiglie lasciano l’abitazione, non sanno dove andare perché le collocazioni emergenziali sono pochissime e, spesso, riuscire ad accedervi è solamente una questione di fortuna». La carenza di alloggi pubblici è un annoso problema, che attraversa tutto il Paese. « A Bologna, su circa 7mila richieste annue, ne vengono evase solo poche centinaia, anche perché negli anni una parte del patrimonio immobiliare pubblico è stata venduta», spiega la sindacalista di Asia Usb, Giulia Stringhini.

«La cosa paradossale è che presto qui in città apriranno un museo dedicato proprio alle case popolari», conclude. Spostandoci in Toscana, a Livorno preoccupano le occupazioni abusive e l’alto numero di pignoramenti. « In città ci sono circa 200 famiglie che occupano 8 edifici abbandonati – sostiene Gianfranco Barba di Asia Usb – inoltre, abbiamo registrato un forte aumento delle case in vendita nelle aste giudiziarie. E, ovviamente, c’è l’alto numero di sfratti eseguiti con la forza pubblica, che solo a Livorno sono più di 30 al mese». Tutte situazioni che, senza un intervento deciso, rischiano di aggravarsi molto velocemente.