Attualità

Il caso. «Gli afghani? Non fanno domanda d'asilo»

Antonio Maria Mira giovedì 16 giugno 2022

Profughi afghani in arrivo sulle coste calabresi

Meglio irregolari ma in grado di raggiungere il Nord Europa, piuttosto che rifugiati in Italia. Così, quasi cento afghani giunti a Roccella Jonica con gli ultimi due sbarchi non hanno fatto domanda d’asilo. Tutti. Comprese intere famiglie con bambini piccoli. «Un fenomeno assolutamente nuovo. Non era mai successo» ci spiega il sindaco della cittadina calabrese, Vittorio Zito. Gli afghani hanno spiegato che vogliono raggiungere altri Paesi del Nord Europa e chiedere lì asilo politico.

Ma così diventano irregolari e in quanto tali andrebbero espulsi. Hanno sette giorni per lasciare l’Italia. In quei sette giorni possono muoversi liberamente. Ma sono come fantasmi. I soldi li hanno, sanno che devono andare a Roma e poi a Milano, sanno che devono prendere il treno ma non sanno come. Un primo gruppo si è allontanato autonomamente dal porto, ma non sapeva dove andare. Qualcuno si è addirittura incamminato lungo la ferrovia. Li ha notati il vigile urbano Domenico Napolitano che li ha aiutati e assistiti per fare i biglietti del treno. Il secondo gruppo, arrivato alcuni giorni dopo, sapeva già dove andare, ed è andato direttamente alla stazione.

Così ricostruisce questa assoluta novità il primo cittadino del centro della Locride. «Per la seconda volta in poche settimane un consistente numero di migranti giunti al Porto delle Grazie non ha richiesto asilo in Italia. Si tratta per la quasi totalità di profughi che fuggono dall’Afghanistan, i quali vogliono unirsi ai familiari che vivono in altri Paesi Europei. Sulla base delle norme vigenti hanno sette giorni per la- sciare il Paese. Tutti loro vogliono farlo, ma devono farlo autonomamente ». Qui sorgono i problemi. «Una volta ricevuta la notifica del provvedimento di espulsione, i migranti non hanno più diritto ad alcuna assistenza. Cercano ogni mezzo e possibilità per lasciare immediatamente Roccella, per non perdere tempo, ma senza informazioni e un minimo di assistenza il rischio è che siano abbandonati a se stessi in attesa di prendere un treno o un autobus».

Per fortuna, è intervenuto il vigile urbano con «un gesto, che non rientra tra i compiti ordinari ma è dettato dal cuore, lo ringrazio veramente». La conferma di un paese che sta accogliendo con impegno sempre più arrivi di immigrati. E non smetterà anche se il sindaco non nasconde critiche, in particolare ad alcune norme. «Tutti noi, tutta Roccella, come sempre, come ha fatto Domenico, faremo la nostra parte al meglio. Nella consapevolezza di dover necessariamente gestire effetti distorti di procedure folli, figlie una legislazione approssimata scritta su basi ideologiche, che scarica sulle comunità locali i difetti di un sistema che, per come è disegnato, non potrà mai funzionare».

Gli immigrati, infatti, dovrebbero fare domanda d’asilo nel luogo di arrivo. Lo prevede la famosa Convenzione di Dublino. Però se non si fa domanda, scatta il decreto di espulsione: sei sbarcato in Italia, ma manca la domanda di protezione. Però, una volta che sono al confine, queste persone non possono entrare legalmente, lo devono fare sempre clandestinamente, per poi chiedere asilo politico. Era già accaduto coi migranti siriani giunti, sempre lungo la rotta turca, sulle coste pugliesi, ma erano numeri piccoli. Al contrario, gli arrivi degli afghani sono in forte aumento e rappresentano ormai l’11% di tutti gli arrivati in Italia dall’inizio dell’anno. Nel 2021 erano praticamente zero e quest’anno si sono cominciati a vedere solo negli ultimi tre mesi.

E quasi tutti approdano a Roccella Jonica che conferma la sua scelta di accoglienza «nella certezza – sottolinea il sindaco – che tutti i livelli istituzionali coinvolti nella gestione degli sbarchi di migranti opereranno per non mettere mai in pericolo l’accettazione sociale di questo impegno da parte della nostra comunità». Ma di fronte alla novità afghana avverte che «si tratta di una questione europea e per questo serve una cornice normativa, delle regole comuni che superino quelle attuali».