Attualità

LA DECADENZA DEL CAVALIERE. Giallo sulla grazia per Berlusconi

sabato 9 novembre 2013
​Tutti e 5 i figli di Berlusconi, in modo compatto, hanno chiesto la grazia per Silvio Berlusconi». La frase di Marcello Dell’Utri irrompe alle 21.35 sugli schermi di Rai2, durante la trasmissione Virus. Ma dopo pochi minuti, alle 22.02, il legale del Cavaliere, Ghedini, smentisce: «Notizia infondata, la grazia non l’abbiamo chiesta né la chiederemo». Ancora qualche giro di lancetta e il Quirinale, alle 22.23, fa uscire la sua versione: «Non ci è arrivato nulla». La questione, così, diventa un giallo. Le parole di Dell’Utri, fraterno amico di Berlusconi, sembrano dimostrare che nell’entourage del Cavaliere la battaglia giudiziaria non viene data per persa. «Mi dicono che per avere la grazia bisogna aver iniziato a scontare la pena. Dunque, Napolitano sarebbe ancora in tempo», aveva detto Berlusconi nel libro di Bruno Vespa. E il Colle, nella sua nota del 13 agosto, scriveva che avrebbe preso in considerazione qualsiasi richiesta giunta secondo la prassi consolidata, che prevede la firma in calce del condannato o dei suoi familiari. Dunque non è da escludere che il Cav abbia voluto sondare le reazioni del capo dello Stato, mandando dopo pochi minuti il suo legale a spegnere il fuoco. Le parole di Dell’Utri riaprono un fronte delicato, anche perché il co-fondatore di Forza Italia fa anche considerazioni di tipo politico che sembrano voler interpretare gli stati d’animo del Cavaliere: «Il discorso è brutto, i figli l’hanno chiesto (la grazia) e non gliela danno (riferimento più che chiaro al Quirinale)». Il conduttore vuole capirne di più, chiede di nuovo se la domanda di clemenza è già sul tavolo del capo dello Stato. Ma Dell’Utri smorza: «E che ci vuole a farla arrivare?», facendo infine intendere che la richiesta sarebbe già stata firmata, ma che si aspettano garanzie.