Attualità

Nel 2013. Gdf: sprechi e truffe, persi 5 miliardi

sabato 25 gennaio 2014

Cinque miliardi di euro sono spariti dalle casse dello Stato nell'ultimo anno a causa di sprechi nella pubblica amministrazione e di truffe ai finanziamenti nazionali e comunitari. Lo afferma la Guardia di Finanza nel bilancio dell'attività del 2013 sottolineando che sono oltre 19mila i soggetti segnalati all'autorità competente.La Guardia di Finanza ha scoperto nell'anno appena concluso 3.435 finti poveri che, pur non avendone alcun diritto, hanno usufruito di sconti su asili nido, mense scolastiche e libri di testo, servizi socio-sanitari a domicilio, agevolazioni su luce, gas, trasporti. I 389 falsi invalidi scoperti, assieme ai 4.210 casi di truffe nel lavoro agricolo e ai 445 casi di frodi agli assegni sociali, hanno invece provocato danni allo Stato per 82 milioni.

Ogni giorno dell'anno in Italia vengono commessi 12 reati contro la Pubblica amministrazione: i militari delle Fiamme Gialle hanno infatti denunciato all'autorità giudiziaria 4.300 reati di corruzione, concussione, peculato, abuso d'ufficio e altri, compiuti da gennaio a dicembre scorsi.Tra indagini d'iniziativa o su mandato della magistratura e della Corte dei Conti, i finanzieri hanno eseguito oltre 25mila interventi per arginare gli sprechi e bloccare le frodi, concentrandosi in particolare su quei reati specifici di amministratori, funzionari e impiegati pubblici: corruzione, concussione, peculato, abuso d'ufficio. Sono così emersi danni erariali e sprechi per 3,5 miliardi, un terzo dei quali riferibili al solo settore della sanità pubblica, e truffe ai finanziamenti pubblici nazionali ed europei, attraverso indebite percezioni o richieste, per 1,4 miliardi.A carico dei responsabili sono stati disposti sequestri di beni mobili, immobili, valuta e conti correnti per 309 milioni. Le truffe al Servizio sanitario nazionale hanno invece provocato un danno di 23 milioni e la denuncia di 1.173 soggetti. Infine, sono stati segnalati 1.704 tra dipendenti pubblici e committenti per casi di incompatibilità e doppio lavoro, con conseguente contestazione di sanzioni amministrative per oltre 21 milioni di euro.