Si sono volti al Castello Sforzesco di Milano i funerali civili di Umberto Eco. Centinaia le persone arrivate nel cortile delle Armi con largo anticipo per l'ultimo saluto a Umberto Eco. Il rito si è svolto nel cortile della Rocchetta, dove sono però potuti entrare solo in 800, per motivi di sicurezza.
Ai due lati della bara di Umberto Eco, al Castello Sforzesco, sono state posizionate
le corone inviate dal
presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e dal
presidente del Consiglio, Matteo Renzi. E poi ancora della presidente della Camera dei Deputati, Laura Boldrini. A fianco
della bara è stata sistemata la toga dell'Alma Mater dell'
università di Bologna. Listati a lutto i gonfaloni dei Comuni di
Milano, Bologna, Torino e Alessandria, della Regione Lombardia,
della città metropolitana di Milano e anche dell'istituto
d'istruzione superiore Saluzzi Piana di Alessandria.
Tra i presenti anche
Roberto Benigni, accompagnato
dalla moglie
Nicoletta Braschi, che si sono
sistemati alla sinistra della bara insieme ad amici e parenti,
mentre dall'altro lato siedevano le autorità fra cui i ministri
Stefania Giannini e Dario Franceschini, il sindaco di Milano
Giuliano Pisapia, il sindaco di Torino Piero Fassino.
Gli interventi sono stati tenuti, dopo l’introduzione dell’editore
Mario Andreose e la musica di Arcangelo Corelli suonata da clavicembalo da viola e gamba
dell'orchestra Verdi. Poi gli interventi funebri del sindaco di Milano
Giuliano Pisapia,
Dario Franceschini,
Elisabetta Sgarbi,
Gianni Cervetti,
Stefania Giannini,
Furio Colombo,
Moni Ovadia e il nipote 12enne
Emanuele.
L'intervento del ministro Franceschini
Umberto Eco "andava guardato come
si guarda un quadro o un paesaggio. Si capiva e si vedeva che in
quei silenzi consultava la sconfinata biblioteca che era dentro
di sé". Così il ministro della Cultura, Dario Franceschini, ha
parlato del semiologo, filosofo e scritture, intervenendo al
rito di addio al Castello Sforzesco di Milano.
"In quei silenzi" Umberto Eco "stava cercando e lavorando -
ha aggiunto -. Grazie Maestro per aver guardato per tutta la
vita fuori da quella finestra per noi".
Il ministro Franceschini ha poi
ricordato come Umberto Eco aveva partecipato a Expo al summit
dei ministri della Cultura di tutto il mondo. "In quella sala piena di culture diverse lui aveva tenuto un discorso semplice e breve - ha ricordato - sulla conoscenza reciproca come antidoto alle guerre". Alla fine del suo discorso
"in tanti sono andati a salutarlo e ringraziarlo - ha concluso -
. Lo guardavano da vicino con un misto di stupore e di emozione,
quasi come si guarda una biblioteca".
Il ricordo del ministro Giannini
"Eco è il simbolo di quel
classicismo innovatore di cui c'è tanto bisogno e di cui il
nostro Paese è portatore nel mondo. Abbiamo perso un maestro ma
non abbiamo perso la sua lezione. Carissimo professore Eco,
carissimo Umberto, oggi non un addio". Così il ministro
dell'Istruzione, Stefania Gannini, ha ricordato il semiologo,
filosofo e scrittore Umberto Eco, nel suo intervento alla
cerimonia funebre in corso al Castello Sforzesco di Milano.
Elisabetta Sgarbi: l'ultima avventura editoriale di Eco
Ha parlato a nome della "Nave di
Teseo", la nuova avventura editoriale fondata insieme a Umberto
Eco, l'editrice Elisabetta Sgarbi che, come altri amici, ha
ricordato lo scrittore nel corso del rito laico al Castello
Sforzesco di Milano. "Umberto Eco voleva una casa editrice fondata da lui, ma non su di lui - ha detto -. Voleva essere solo un autore ma sapevamo
che era molto di più". Elisabetta Sgarbi ha poi sottolineato
come Eco "amava la casa editrice Bompiani" e che per rimanergli
fedele "aveva dovuto lasciare una parte importante della propria
storia, per fondare "La Nave di Teseo". Fondare una nuova casa editrice "significa regalare un futuro - ha concluso - per questo ci ha lasciato il compito di
garantire unità, vitalità e continuità alle sue opere".