Attualità

Funerali. L'abbraccio dell'Italia alle vittime dell'esplosione di Ravanusa

Roberto Puglisi, Palermo venerdì 17 dicembre 2021

Tanta gente commossa ai funerali delle vittime di un'esplosione di gas avvenuta a Ravanusa

Le mani che si appoggiano alle bare, un po’ per accarezzare, un po’ per aggrapparsi al legno che contiene le spoglie delle dieci vittime dell’esplosione di Ravanusa, paese in provincia di Agrigento. Gli occhi arrossati dei soccorritori che hanno scavato, giorno e notte, dopo la trageda di sabato scorso. E adesso non resta che condividere la vastità del lutto, durante i funerali di questo pomeriggio.

Tutta l’Italia ha abbracciato Ravanusa. Tanti, alle quattro e mezza, hanno seguito su Rai Uno la diretta delle esequie celebrate dall’arcivescovo di Agrigento, Alessandro Damiano, davanti a un mare di gente attonita. Dal divano di casa o dalla piazza sulla Chiesa Madre, tutti hanno rivolto un pensiero e una preghiera a Selene Pagliarello, Giuseppe Carmina, Angelo Carmina, Enza Zagarrio, Calogero Carmina e suo figlio Giuseppe, Liliana Minacori, Pietro Carmina, Carmela Scibetta. Tutti hanno cullato, con una ninna nanna, Samuele Carmina, la decima vittima, il bambino che sarebbe nato mercoledì scorso, ma non ha fatto in tempo, morendo con i suoi genitori nel crollo di una palazzina.

Scendono come una carezza le parole dell’arcivescovo Damiano, che indica l’unico orizzonte possibile della speranza, chiedendo con forza la verità: "Si è fatto buio nelle vite delle vittime, delle loro famiglie, di Ravanusa e di Campobello di Licata dove abitavano Selene e Giuseppe e dove sarebbe arrivato il piccolo Samuele che non ha fatto in tempo a nascere, ma che

era a pieno titolo uno di noi. Che senso ha tutto questo? Me lo chiedo insieme a voi - prosegue monsignor Damiano -. Una tragedia che forse una maggiore prudenza e attenzione avrebbe potuto evitare. Da questa, come da tante tragedie della storia, dobbiamo rialzarci. Lo dobbiamo in particolare per quella creatura che ha visto la luce della resurrezione senza vedere la luce di questo mondo". C’è un’inchiesta. Ci saranno degli avvisi di garanzia. C’è un pool di esperti che collaborano con i magistrati e che dovranno dare una fisionomia alla sciagura.

Intanto, ecco il momento supremo del cordoglio. Ci sono le autorità il presidente della Regione, Nello Musumeci, il ministro delle Infrastrutture Enrico Giovannini e il capo nazionale della Protezione civile Fabrizio Curcio, il prefetto di Agrigento Maria Rita Cocciufa, il prefetto, capo dipartimento dei vigili del fuoco, Laura Leo.

Monsignor Damiano ringrazia i soccorritori con un filo di voce. Mentre si rompe la voce del sindaco, Carmelo D’Angelo, che chiede che vengano accertare le responsabilità e legge il suo messaggio: “Non dimenticheremo chi ha perso la vita nel posto che riteniamo il piu sicuro: la casa. Non dimenticheremo".
Infine, Liliana, moglie di Giuseppe Carmina, figlio di Calogero, sussurra nell’ultimo intervento: “Non fermiamoci al materiale. La casa è vuota, le bambine piangono, ma con Cristo tutto diventa più sopportabile. Il mio Peppe non è in quella bara perché lui vivrà per sempre".

Leggi anche l'omelia dell'arcivescovo Alessandro Damiano, dal sito della diocesi di Agrigento CLICCA QUI (in PDF)