Attualità

Inchiesta. Frontex risparmia sui salvataggi

Nello Scavo sabato 14 giugno 2014
Quasi 90 milioni di budget e meno di un decimo, 7,1 milioni, destinati per le operazioni di salvataggio. Sta tutta qui la sproporzione tra gli obiettivi sbandierati e l’impegno effettivo di Frontex, l’agenzia europea che dovrebbe sorvegliare i confini dell’Unione e intervenire, grazie a un nuovo regolamento, anche nelle missioni di salvataggio.In altre parole per le missioni denominate Hermes ed Aeneas (nate dopo i massicci afflussi provocati dalle rivolte in Tunisia, Libia ed Egitto), Frontex ha stanziato per il periodo di maggior afflusso di immigrati (maggio-settembre) una cifra perfino inferiore a quanto spende solo l’Italia in un mese per l’operazione Mare Nostrum: 9 milioni. E se si è potuta evitare la sospensione di queste attività, lo si deve ai 4,8mln (con trasferimenti dal budget del novembre 2013) usati per estendere le operazioni anche nel periodo invernale.Da Varsavia, sede dell’agenzia europea per le frontiere, spiegano che i fondi dipendono «dalla volontà degli Stati membri». Frontex, dunque, per fare di più deve poter contare su un bilancio superiore agli 89,1 milioni stabiliti per il 2014.Dopo la strage di Lampedusa del 3 ottobre 2014, con 366 morti accertati e una ventina di dispersi, sull’onda dell’emotività le autorità di Bruxelles assicurarono un cospicuo aumento dei fondi da destinare al controllo dei confini e al salvataggio dei migranti. Ma se nel 2013 a Varsavia potevano disporre di 6,5 milioni, quest’anno si è deciso di spendere solo 600mila euro in più, nonostante gli sbarchi e gli interventi in mare siano più che raddoppiati. La ventilata maggiore cooperazione degli stati membri ha portato a un aumento complessivo delle disponibilità di Frontex pari a 8,2 milioni, in realtà solo in parte destinati ad affrontare lo stato d’emergenza nel Mediterraneo. In sette anni Frontex ha speso per 601,5 milioni di euro. Ma poi dipende da come quel denaro viene usato. Nel 2013, 20 milioni sono andati in spese per il personale. Ci sono poi altri 10milioni di "uscite" amministrative, come gli oltre 150mila euro per spese postali. Per non dire della sconosciuta "giornata europea delle guardie di frontiera": 400mila euro.«Con Mare nostrum in atto, non sono previste attività aggiuntive di Frontex, rispetto 2013», ribadiscono dal quartier generale nella capitale polacca. E pensare che in un anno per la sicurezza marittima nell’Oceano Indiano si spendono miliardi di euro: 50 milioni li ha stanziati solo l’Italia per proteggere i bastimenti dagli assalti dei pirati somali. Inoltre la ventina di navi militari impiegate per il pattugliamento nel Golfo di Aden ha costi di gestione giornalieri compresi tra i 40 e i 60 mila euro per unità, come fregate o navi cacciatorpediniere.«L’Italia sta lavorando in modo concreto, in vista del Consiglio europeo di fine giugno, per condividere la responsabilità della gestione razionale dell’accoglienza dei migranti e dei rifugiati», ha detto il ministro degli Esteri Federica Mogherini. «C’è una crescente consapevolezza internazionale ed europea che questo non è un problema italiano né del sud Europa, ma che è una questione che ha bisogno di una soluzione europea che funzioni», ha aggiunto il ministro.Da Varsavia fonti interne di Frontex condividono l’auspicio del capo della diplomazia Italia: «L’occasione sarà il semestre di presidenza Ue. Se Roma saprà esercitare una leadership forte anche Frontex ne trarrà beneficio».