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NUOVO TESTO. Federalismo, scomparsi i bonus per le famiglie numerose

giovedì 27 gennaio 2011
La cedolare secca sugli affitti cambia di nuovo: l'aliquota sui canoni liberi scende al 21 dal 23% e il proprietario non potrà cambiare il canone nemmeno per l'adeguamento all'inflazione. Lo si legge nel nuovo testo (il terzo) del decreto sul federalismo municipale che il governo ha depositato oggi in Parlamento per superare le critiche di opposizioni e sindaci, in vista del voto in commissione bicamerale del 3 febbraio prossimo.Nel caso di canoni concordati l'aliquota scende al 19% dal 20 del precedente testo. Il nuovo decreto prevede anche che la cedolare, a cui si aderisce su base volontaria, non abbia effetto se il proprietario non ha "dato preventiva comunicazione" all'inquilino con una lettera raccomandata. Scompaiono invece le agevolazioni per le famiglie numerose chieste dal terzo polo (Fli, Udc, Mpa e Api) nel limite di 400 milioni di euro. I comuni avranno diritto a una quota del gettito raccolto con la cedolare secca pari al 21,7% nel 2011 e al 21,6% dal 2012.SBLOCCO ADDIZIONALI IRPEF DA SUBITO MA CON LIMITICome atteso, i comuni incassano lo sblocco delle addizionali comunali sull'Irpef anche se con un alcune limitazioni. Il governo dovrà emanare infatti entro sessanta giorni dall'entrata in vigore del federalismo municipale un decreto per disciplinare "la graduale cessazione, anche parziale", del blocco. Tecnicamente, il decreto sarà emanato dal presidente del Consiglio su proposta del ministero dell'Economia e d'intesa con i comuni. Nel caso in cui il governo non dovesse approvare il decreto, i comuni che non hanno l'addizionale o ce l'hanno in misura inferiore allo 0,4% potranno aumentarla nei "primi due anni" di 0,2 punti percentuali. I comuni con popolazione superiore a 10.000 abitanti potranno anche stabilire addizionali Irpef differenziate "in relazione agli scaglioni di reddito corrispondenti a quelli stabiliti dalla legge statale". Cambia pure la tassa di soggiorno, che i comuni potranno istituire "in proporzione al prezzo" delle camere di hotel sino a 5 euro per notte. Scompare quindi la soglia minima di 50 centesimi.Potranno istituire la tassa di soggiorno non solo i comuni capoluoghi di provincia ma anche le unioni di comuni e i comuni che rientrano negli elenchi regionali delle località turistiche o delle città d'arte.ALIQUOTA IMU ALLO 0,76%Altra novità del nuovo testo, i comuni potranno istituire imposte di scopo per finanziare opere pubbliche. Scompare dal 2012 nelle Regioni a statuto ordinario l'addizionale all'accisa sull'energia elettrica e viene corrispondentemente aumentata l'accisa erariale. I sindaci la spuntano anche su un altro elemento: il decreto fissa da subito allo 0,76% l'aliquota dell'imposta municipale propria, che dal 2014 accorperà per le seconde e terze case Ici e Irpef su redditi immobiliari.Il governo potrà però modificare l'aliquota con decreto della presidenza del Consiglio "tenendo conto delle analisi effettuate dalla Commissione paritetica sul federalismo fiscale.Resta la facoltà per i comuni di alzare o ridurre l'aliquota di 0,3 punti percentuali. Nel caso di immobili in affitto, l'aliquota è ridotta della metà e i comuni la potranno modificare di 0,2 punti verso l'alto o verso il basso. L'UDC: IL GOVERNO MALTRATTA LE FAMIGLIESe il Governo pensa che togliendo i vantaggi a favore della famiglia rinuncia definitivamente a un accordo con l'Udc ha colto nel segno: noi continueremo a difendere quelle famiglie che con questo provvedimento l'Esecutivo ancora una volta dimentica e maltratta". Lo dichiarano Gian Luca Galletti, vice presidente dei deputati Udc, e Roberto Occhiuto (Udc), vice presidente della commissione Bilancio della Camera. "Il federalismo della Lega è quello delle tasse contro la famiglia - aggiungono gli esponenti centristi -. Finalmente il Carroccio getta la maschera e svela a chiare lettere che tipo di riforma ha in mente. Nella nuova bozza ci sono nuove tasse (l'imposta di soggiorno e la tassa di scopo) e viene aumentata l'addizionale Irpef comunale. Se è questo il federalismo che secondo la Lega dovrebbe passare alla storia, consiglierei al Governo di rifletterci meglio".IL PD RESTA ORIENTATO A VOTARE NOIl Pd resta orientato a votare no al decreto del federalismo fiscale riguardante il fisco municipale. Anche le novità illustrate in commissione dal ministro della Semplificazione, Roberto Calderoli, hanno spiegato in una conferenza stampa il relatore di minoranza Massimo Barbolini, il capogruppo Pd in commissione Walter Vitali, il vice presidente della commissione, Marco Causi e il responsabile economico del partito Stefano Fassina, seppure positive non solo tali da modificare un atteggiamento di contrarietà. "Siamo al tradimento del federalismo - ha detto Fassina - non c'è nessun aumento dell'autonomia impositiva e tutto è basato su una struttura di compartecipazioni ed è ovvio che con lo sblocco delle addizionali Irpef, l'imposta di scopo, quella di soggiorno, ci sarà un aumento di imposte molto significativo a livello locale. Raddoppierà l'Ici ad artigiani, commercianti e piccoli imprenditori. Tutto questo è sufficiente a motivare perchè votiamo contro questo provvedimento".