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Europa. Moscovici: elezioni italiane rischio politico per l'Ue

Redazione Romana martedì 16 gennaio 2018

Il commissario Ue agli Affari economici Pierre Moscovici

Il commissario Ue agli Affari economici, Pierre Moscovici, in conferenza stampa a Parigi, evidenzia la situazione dell'Italia tra i «rischi politici» all'orizzonte in Europa. «L'Italia - afferma - si prepara ad elezioni il cui esito è quanto mai indeciso. Quale maggioranza uscirà dal voto di marzo? Quale programma, quale impegno europeo? In un contesto in cui la situazione economica dell'Italia non è certamente la migliore al livello europeo, felice chi potrà dirlo...». Moscovici parla di vari Paesi europei con una situazione «complicata» e tra questi cita Polonia, Ungheria, Austria, come fattori di rischio politico, e poi parla di Paesi come Germania, Spagna e Italia, dove a impensierire è l'incognita governabilità dopo le elezioni. Dunque, quello italiano è uno scrutinio che segue «da molto vicino». «Oggi - aggiunge - è difficile immaginare quale coalizione uscirà dal voto, con quali ambizioni europee, anche se con l'approssimarsi delle elezioni tutti i partiti rivedono il loro posizionamento rispetto all'euro».

Moscovici poi rettifica la portata delle sue parole. «Ho visto la traduzione sulla stampa italiana a proposito del rischio politico dell'Italia - precisa - e non è assolutamente quello che ho detto: ho detto che siamo semplicemente di fronte a delle incertezze politiche legate a scelte politiche, che occorre attendere che siano risolte per dare tutti insieme l'impulso indispensabile».

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Le parole del Commissario Ue in Italia comunque suscitano critiche. «Penso che l'Europa debba farsi i fatti suoi sulla campagna elettorale italiana - replica Giorgia Meloni (Fdi) - e che l'Italia debba disinteressarsi di quello che dice l'Europa. L'Ue ha poco da insegnarci: è come quei santoni che fanno finta di curarti e intanto ti rubano tutto il patrimonio». «L'apprensione europea sui risultati delle prossime elezioni politiche è eccessiva: l'Italia avrà un governo stabile e sarà di centrodestra. Nessun 'rischiò, dunque» dichiara Francesco Paolo Sisto (Fi). «Parole fuori luogo. Di una cosa deve invece preoccuparsi Moscovici: lavorare con l'Italia per cambiare i trattati Ue», aggiunge Raffaele Fitto (Noi con l'Italia). «Vogliamo ridare all'Italia - commenta Laura Castelli (M5s) - lo spazio che altri paesi europei come Francia e Germania hanno già ottenuto. Il nostro programma economico prevede risorse per rilanciare investimenti, occupazione e ridurre anche il debito che con Gentiloni schizzato alle stelle». «Non si può accettare che nessuno in Europa, sia pure una personalità autorevole come Moscovici, manifesti timori e perplessità preventive sull'Italia alle urne. La sovranità di un paese si rispetta anche evitando dichiarazioni ansiogene riferite ad un paese, l'Italia, che sta facendo una strada importante nella direzione della ripresa», dice Pino Pisicchio (Misto).

Moscovici poi si dice moderatamente ottimista sul futuro economico del nostro Paese, nonostante l'alto livello del debito pubblico che comunque «comincia a scendere. Sull'Italia - dice - cito sempre Galileo: "Eppur si muove...". Possiamo avere fiducia nella ripresa dell' Italia», insiste, aggiungendo che diverse riforme sono state svolte e altre sono ancora da fare. Ma poi ribadisce che il principale motivo di preoccupazione è «l'incertezza politica» per le elezioni del 4 marzo. Comunque «l'Italia è come un gatto: cade sempre in piedi. Oggi - aggiunge - la situazione economica sta migliorando, ci sono capacità creative, con un tessuto di Pmi estremamente potente che esporta e che alcuni potrebbero anche invidiarle. Guardo all'Italia con tenerezza, fiducia, e agli interrogativi che abbiamo tutti: ma gira e girerà... sono fiducioso», conclude.

Poi Moscovici dice la sua sulla proposta di Luigi Di Maio, candidato premier pentastellato, di sfondare il tetto del 3% nel rapporto tra deficit e Pil. «E' un controsenso assoluto», dice senza giri di parole. «Sul piano economico - spiega - questa riflessione non è pertinente: il tetto del 3% ha un senso molto preciso, quello di evitare che il debito non slitti ulteriormente. Ridurre il deficit - insiste il responsabile Ue - significa combattere il debito. E combattere il debito significa rilanciare la crescita».

«Penso che sul piano economico questa riflessione non sia pertinente, il tetto del 3% ha un senso, questo senso è evitare che il debito slitti ulteriormente e il debito italiano non può slittare ulteriormente deve, anzi, ridursi nel corso del tempo: quindi è un controsenso assoluto per l'Italia ma anche per il resto dell'Unione europea», affermato Moscovici aggiungendo: «Quello che dico ora l'ho già detto a dei partiti politici in Francia che pensavano che oltre il 3% si creasse la crescita: se fosse vero si saprebbe, conosco Paesi che sono in procedura per deficit eccessivo ed hanno una crescita debole».

«Conosco Paesi - spiega - in eccedenza di bilancio e che hanno crescita forte. Se chiedessi quale Paese è in procedura per deficit eccessivo con un tasso di disoccupazione al 10% e quale Paese ha 0% e piena occupazione, citando la Spagna e la Germania, in modo intuitivo, ad ascoltare il signor di Maio, si risponderebbe la Spagna. E invece non è vero, è esattamente il contrario». E conclude: «Sono un uomo di sinistra, ridurre il deficit significa combattere il debito e combattere il debito significa permettere la crescita e la qualità della spesa pubblica. Più sei indebitato più sei incastrato».

Moscovici commenta infine le parole del candidato leghista alla presidenza della Lombardia, Attilio Fontana, che aveva parlato di difesa dalla «razza bianca»: «I partiti illiberali, razzisti, estremisti - afferma il Commissario - vanno combattuti sul terreno politico. Siamo delle democrazie, bisogna lasciare i popoli votare. Anche se sono parole ovviamente scandalose». «Inaccettabile intrusione di un burocrate europeo nelle elezioni italiane«, replica il segretario della Lega Matteo Salvini: «Le politiche di immigrazione incontrollata e di sacrifici economici imposte dall'Europa sono state un disastro e verranno respinte dal libero voto degli italiani, i burocrati di Bruxelles stiano tranquilli».