Attualità

CASO ENGLARO. Eluana: il padre, l'anestesista e altri 12 indagati per omicidio volontario

Francesco Dal Mas venerdì 27 febbraio 2009
Indagini a 360 gradi, quasi un ingorgo, sulla drammatica vicenda di Eluana Englaro. La Procura di Udine indaga per omicidio volontario aggravato Beppino Englaro, l’anestesista Amato De Monte e 12 infermieri dell’associazione "Per Eluana" che hanno accompagnato alla morte la donna in stato vegetativo da 17 anni.«Un atto dovuto», precisa subito Antonio Biancardi, il procuratore. L’atto che necessariamente doveva far seguito all’esposto – uno dei 50 recapitati a Udine – presentato dal Comitato "Verità e vita". La Procura di Bologna, a sua volta, apre un fascicolo, dopo l’esposto di Carlo Taormina, a carico degli stessi soggetti, ma anche dei magistrati della corte d’appello di Milano e di quelli di Udine, per verificare eventuali responsabilità. Il ministro della salute, Maurizio Sacconi, a sua volta, ha in corso un’indagine da parte del tribunale di Trieste per violenza privata, sulla base di un esposto presentato nel dicembre scorso alla Procura di Roma dal "Comitato radicale per la giustizia Piero Calamandrei". Esposto a riguardo dell’atto di indirizzo per evitare che Eluana fosse presa in carico da strutture pubbliche per essere portata alla morte. «Mi sono mosso nella legalità e più tranquillo di così non posso essere», ha commentato Beppino Englaro l’iscrizione nel registro degli indagati, aggiungendo: «Sapevo di doverlo mettere in conto e l’ho fatto». «Tranquillità», viene anche ostentata dal legale Giuseppe Campeis, tanto da aggiungere: «Questo atto ci permette ora di poter svolgere meglio le nostre attività difensive in contraddittorio». La denuncia per omicidio volontario era stata presentata dal Comitato "Verità e Vita", che ammette: «Il procuratore non può non prendere in considerazione la denuncia-esposto. Poi, può anche archiviare». «Sarebbe stato davvero tragico se nel nostro Paese, di fronte a un evento che ha sconvolto e turbato tutta l’opinione pubblica, nessuno avesse sentito la necessità di chiedere alla magistratura lo svolgimento di un’indagine seria e accurata intorno a questa vicenda», spiega Mario Palmaro, presidente del Comitato. Che aggiunge: «La vita è un bene indisponibile, e non si può toglierla nemmeno a chi ne faccia richiesta. Per di più, nel caso in questione noi sosteniamo – e lo abbiamo scritto nella denuncia – che Eluana Englaro non aveva chiesto di morire, o che quanto meno non esiste una prova di una tale richiesta utilizzabile in un procedimento penale. Ecco perché parliamo di omicidio volontario: non è stata la volontà della vittima ad indurre la condotta di chi l’ha uccisa». Come puntualizza ancora il Comitato, la denuncia contesta che, «fino a questo momento, le indagini si siano concentrate sul rispetto del protocollo» e chiede, «quanto meno e in subordine, di accertare se sia stata tentata la nutrizione per via naturale o tramite Peg: il decreto della Corte d’Appello di Milano non dava a Beppino Englaro il potere di vita e di morte sulla figlia, ma solo quello di rifiutare l’uso del sondino nasogastrico». Il procuratore di Udine Biancardi puntualizza che «l’iscrizione è avvenuta solo in questi giorni – ha spiegato Biancardi – per la necessità di separare le specifiche denunce verso le persone poi iscritte dai pur numerosissimi esposti, a volte deliranti, privi di rilevanza penale o di specifiche accuse». Per Vittorio Angiolini, uno dei legali della famiglia Englaro, «è solo l’apertura di una indagine». «Penso che il procuratore attenda di avere i riscontri anche delle perizie e poi una volta assunti anche noi vedremo più chiaro e ci potremo difendere a 360 gradi. Ma non abbiamo timori particolari». Angiolini dice di attendere il prosieguo dell’indagine, per ulteriori considerazioni. Indagine che potrà avere «un largo ventaglio di ipotesi. Attendiamo invece il deposito delle perizie definitive. Solo allora si potrà veramente capire». I risultati definitivi dell’autopsia si conosceranno fra un mese, in aprile.