Attualità

ELEZIONI REGIONALI. Crocetta vince, Pd-Udc prendono la Sicilia

lunedì 29 ottobre 2012
La svolta in Sicilia ha il sorriso smagliante del viso, provato dalla stanchezza ma raggiante, di Rosario Crocetta, che ha osato mettere insieme storie diverse come Pd e Udc sotto lo stesso ombrello ed è stato premiato. È all’incirca l’ora di pranzo quando le urne certificano che l’europarlamentare gelese si è attestato fra il 30 e il 31 per cento e difficilmente potrà essere disarcionato. Ma la prudenza non è mai troppa. Così Crocetta aspetta il pomeriggio per arrivare trionfante nella sede del comitato elettorale di via Mazzini a Palermo (nota di colore: la stessa che consacrò a maggio il successo del sindaco di Palermo Leoluca Orlando). Alle 17, dita alzate al cielo in segno di vittoria, completo blu elegante e tanta voglia di stringere mani, abbracciare, ringraziare. «Presidente... presidente», urla la gente. «Rosario... Rosario», lo osannano. La Sicilia ha scelto lui, ma a ben guardare lo hanno scelto solo poco più di 550mila cittadini sui potenziali 4 milioni e 400mila elettori, oltre la metà dei quali è rimasta a casa.
BAGNASCO: «CATTOLICI SIANO PRESENTI IN POLITICA»Sull'esito dell'urna siciliana si è espresso l'arcivescovo di Genova e presidente della CEI, Angelo Bagnasco, a margine dell'inaugurazione dei rinnovati spazi espositivi del Museo Diocesano di Genova: "Il risultato delle elezioni in Sicilia, con l'affermazione dell'astensionismo e il risultato ottenuto dal Movimento 5 stelle è un motivo in piu' per la coscienza generale del nostro popolo, di tutti noi, per essere presenti nella politica italiana, esserci in modo costruttivo, in modo responsabile, tutti quanti, a cominciare dai cattolici, naturalmente''. «SONO UN RIVOLUZIONARIO»«Sono io il vero rivoluzionario, non Grillo. Oggi cambia la storia della Sicilia. Sono riuscito in un miracolo, mettendo insieme movimenti non politici e partiti», dice a caldo Crocetta, attorniato dai suoi collaboratori, dal segretario regionale del Pd, Giuseppe Lupo, da quello dell’Udc, Gianpiero D’Alia, e dalla giunta in pectore, che non si insedierà prima di una quindicina di giorni. C’è anche Lucia Borsellino, figlia maggiore del magistrato ucciso nella strage di via D’Amelio, dirigente dell’assessorato regionale alla Salute. «Non è mai accaduto in Sicilia che un rappresentante del centrosinistra venisse eletto e che venisse eletto un presidente con una chiara opzione antimafia - rilancia Crocetta -. Credo che siano questi due elementi forti del cambiamento che dimostrano come in Sicilia, come dice anche Camilleri, sia entrata aria nuova e pulita».E si toglie qualche sassolino dalle scarpe. Respinge con forza le insinuazioni su un suo accordo sottobanco con il governatore uscente Raffaele Lombardo, che ufficialmente ha sostenuto Gianfranco Micciché. «Basta con questa storia di Raffaele Lombardo, mi avete rovinato la campagna elettorale - ribatte -. Senza questa storia avrei vinto con oltre il 40%».Ma Lombardo o no il problema della governabilità si pone. Perché con tutto il "listino", Crocetta e i suoi alleati riusciranno a portare in Parlamento solo 38 "onorevoli", troppo pochi per avere una maggioranza in un’Assemblea regionale composta da 90 deputati. Parte subito, quindi, il toto-alleanze. «Non farò inciuci all’Assemblea, cercherò la maggioranza sui provvedimenti e, se non ci riuscirò, chiederò il sostegno dei cittadini. Tornerò al voto e vincerò con una valanga di voti», dice. Ma lascia una porta aperta. «Alleanze? Abbiamo cinque milioni di alleati: sono i siciliani. Certo non stringerò patti con chi in questa campagna elettorale ci ha sparato addosso. Il movimento Cinque stelle? potrebbe essere un ottimo interlocutore - aggiunge -. La mia maggioranza sarà composta dai partiti della mia alleanza aperti alla società civile».