Attualità

Crisi. Editoria non profit, ultimo appello per salvarla

Nicola Pini martedì 9 dicembre 2014
Ultimo appello per salvare il mondo dell’editoria non profit. A lanciarlo sono stati questa mattina in Senato le associazioni e i sindacati di settore, a poche ore dalla scadenza dei termini per presentare gli emendamenti alla legge di stabilità. Se non si provvederà subito a rimpinguare un fondo che nel giro di pochi anni è stato ridotto fino al 90%, tutto il sistema dei giornali cooperativi rischia di essere spazzato via. Con buona pace del pluralismo delle idee e dell’informazione sui territori. Negli ultimi due anni hanno già chiuso una trentina di testate, locali ma non solo, e altre 82 oggi stanno sul ciglio del burrone. Il governo nei mesi scorsi aveva messo nero su bianco che sarebbero arrivati 55 milioni di euro di rimborsi per il 2013 che gli editori hanno già messo a bilancio. Finora però ne sono stati messi a disposizione neanche la metà . «Restiamo convinti che sia interesse del Paese sostenere la realizzazione di un moderno sistema dell’informazione, libero, multimediale, pluralista e di qualità insieme al rilancio del settore editoriale per ridare un futuro all’informazione locale», scrivono nell’appello editori e sindacati. Tra loro la Federazione settimanali cattolici, rappresentata dal presidente Francesco Zanotti, la Federazione nazionale della Stampa, Uspi, Articolo21, la Cgil Comunicazione, Aci, File, Mediacoop e Anso. C’è «un attacco alla libertà dell’informazione», accusano le nove sigle ricordando che si stratta di un valore tutelato dalla Costituzione. L’appello trova l’appoggio anche degli edicolanti, secondo i quali la ventilata liberalizzazione della distribuzione dei giornali favorirà solo i grandi gruppi editoriali spingendo ai margini i giornali non profit. In un contesto di grande allarme c’è di buono che non ci vorrà molto per capire come andrà finire. Il senatore Francesco Verducci (Pd) ha preannunciato due emendamenti alla manovra per tamponare l’emergenza sul passato (30 milioni di euro) e assicurare un minimo di ossigeno alla stampa cooperativa per il 2015 (80 milioni). Da qui ai prossimi giorni si vedrà se gli emendamenti saranno accolti o se sarà il governo a farsi carico di queste istanze nel maxiemendamento atteso alla legge di stabilità. O invece se con la “spending review” si taglieranno via posti di lavoro e con loro le idee, le opinioni e le notizie. ​