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I contenuti. Ecco cosa cambia con il nuovo "decreto lavoro"

Eugenio Fatigante lunedì 1 maggio 2023

La Festa del lavoro celebrata dai sindacati a Potenza

Ecco cosa cambia con il nuovo "decreto lavoro" approvato il 1° maggio dal Consiglio dei ministri.

Beneficio fino a 100 euro in più al mese in busta-paga per i dipendenti

Scatta un nuovo intervento con effetti semi-immediati (attenzione, però: per ora solo da luglio prossimo fino a fine anno, con esclusione della tredicesima mensilità; per il 2024 la norma dovrà essere eventualmente rifinanziata) che porta nuovi aumenti in “busta-paga” per le lavoratrici e i lavoratori con redditi medio bassi, che già beneficiano della decontribuzione prevista dall’ultima manovra 2023 (che a sua volta confermava un’analoga misura presa dal governo Draghi per il 2022).

In pratica l’intervento sul cuneo fiscale sale più di quanto era previsto: di ben 4 punti, per portare lo sgravio dal 3 al 7% in meno per i redditi fino a 25mila euro lordi (pari a un importo mensile di 1.923 euro) e dal 2 al 6% per quelli entro i 35mila euro. L’effetto si traduce in un aumento massimo di circa 96-98 euro in più in “busta-paga” (che includono la precedente riduzione già applicata da gennaio), come aveva in effetti promesso il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, quando aveva polemizzato con la Banca d’Italia per la stima fatta su un incremento di soli 15 euro mensili.

Finora, il taglio riguardava i contributi previdenziali Ivs dei lavoratori dipendenti pubblici e privati ed è pari al 2 per cento per coloro che hanno una retribuzione fino a 35mila euro; e del 3 per cento per chi non supera la soglia dei 25.000 euro. A questi tagli si aggiunge ora la nuova decurtazione che, quindi, fa salire i salari.

Assegno di inclusione dal 2024

La misura principale disciplina il nuovo strumento che andrà a sostituire il Reddito di cittadinanza, che sarà abolito a fine anno così come previsto dall’ultima manovra 2023. Dal 1° gennaio 2024, infatti, al suo posto sarà in vigore l’Assegno per l’inclusione, un sussidio economico che sarà concesso ai nuclei familiari che presentano almeno un componente minorenne, disabile o con più di 60 anni. Si tratta di una prestazione che raggiungerà un valore non inferiore a 480 euro e fino a 500 euro esenti dall'Irpef, a cui se ne aggiungono 280 al mese per chi vive in affitto. Il sussidio sarà erogato dall'Inps attraverso uno strumento di pagamento elettronico per 18 mesi con rinnovo, dopo un mese di sospensione, per altri 12 mesi. Il nucleo in questione dovrà presentarsi, ogni tre mesi, in un patronato o un centro per l'impiego o ai servizi sociali per aggiornare la propria posizione. Quanto ai requisiti di accesso, il valore ISEE per poter beneficiare dell’assegno passa a 9.360 euro annui e il reddito familiare (vi concorrono anche pensioni e compensi da lavoro sportivo dilettantistico) deve essere sotto i 6mila euro, soglia che andrà poi parametrata in base alla scala di equivalenza se ci sono altri membri nel nucleo familiare, fino a un massimo di 2,2 (2,3 in caso di disabili gravi). In pratica la soglia cresce di euro 2mila per ogni componente in più fino a un massimo di euro 10mila, incrementato di ulteriori mille euro per ogni minorenne successivo al secondo, di 5mila euro per ogni membro disabile e di 7.500 euro per ogni membro in condizione di disabilità grave. Se invece il nucleo è composto da persone tutte di età almeno pari a 67 anni e da altri familiari tutti disabili gravi o non autosufficienti, la soglia di reddito familiare di partenza è fissata in euro 7.560. Il patrimonio immobiliare, esclusa la casa di abitazione (comunque dal valore non superiore a 150mila euro ai fini Imu), non deve superare i 30mila euro di valore. Le auto presenti nel nucleo, se immatricolate nei tre an ni precedenti, non possono avere più di 1.600 cc. di cilindrata e le moto più di 250 cc. Anche il patrimonio mobiliare (soldi e titoli) non deve superare i 6mila euro.

Quanto agli altri requisiti, il beneficiario deve essere cittadino dell’Unione Europea o suo familiare titolare del diritto di soggiorno oppure cittadino di paesi terzi in possesso però del permesso di soggiorno di lungo periodo o dello status di protezione internazionale; e deve essere residente in Italia da almeno 5 anni, di cui gli ultimi 2 anni in modo continuativo.

Per gli occupabili arriva lo Sda già da settembre 2023

Il percorso è diverso per le persone occupabili, con un’età compresa fra 18 e 59 anni e non rientranti fra le precedenti categorie "fragili", che dovranno seguire specifici percorsi di accompagnamento al lavoro con un centro per l’impiego (fra tali percorsi rientrano anche i lavori socialmente utili e i progetti utili alla collettività). Per costoro è istituito dal 1° settembre 2023 lo Strumento di attivazione: l’assegno sarà di 350 euro al mese (per la durata temporale massima di 12 mesi), ma verrà perso dall’intero nucleo familiare se dovesse essere rifiutata un’offerta di lavoro, a tempo pieno o parziale, non inferiore al 60 per cento dell'orario a tempo pieno. Per quelli fino a 6 mesi, l’assegno sarà sospeso solo temporaneamente. Non sono previsti limiti di distanza “sul territorio nazionale se la proposta di lavoro si riferisce ad un contratto a tempo pieno e indeterminato o a tempo determinato di durata superiore a 12 mesi”, mentre se l’occupazione ha una durata inferiore, anche nella modalità "in somministrazione", c’è l’obbligo di accettarla solo se il luogo non dista più di 80 chilometri dal domicilio.

Per utilizzare lo strumento, gli interessati dovranno registrarsi su una piattaforma informatica nazionale e firmare un "patto di servizio" personalizzato, in virtù del quale potranno ricevere offerte di lavoro o essere inseriti in percorsi formativi. Anche in questo caso, se non ci si presenta si perde il sostegno.

Nuove causali per i contratti a termine

Sono in arrivo novità anche anche sul tema dei contratti a tempo determinato. Vengono individuate dalle nuove causali che legittimano il ricorso al lavoro a termine e che sostituiranno quelle in vigore al momento, fissate dal cosiddetto “decreto Dignità” varato nel 2018 ai tempi del governo M5s-Lega (il Conte 1). In particolare, sono previsti meno vincoli sulle causali per i rinnovi che vanno oltre l'anno (fino a dodici mesi non sono richieste), ma con una durata massima di 24 mesi: le causali sono affidate alle intese tra aziende e sindacati tramite i contratti collettivi o aziendali per “specifiche esigenze” oppure, in attesa della norma contrattuale, anche a livello individuale fra le parti per “esigenze di natura tecnica, organizzativa o produttiva” (in questo caso comunque entro il 31 dicembre 2024) o ancora per la sostituzione di altri lavoratori. Se il contratto è prolungato oltre i 12 mesi in assenza di una di queste causali, esso si tramuta in contratto a tempo indeterminato.

Proroga del contratto di espansione.

Il contratto di espansione, introdotto nel 2019, prevede nell’ambito dei processi di reindustrializzazione e di ristrutturazione aziendali stipulati con i sindacati la possibilità per i lavoratori di usufruire di uno “scivolo” pensionistico di 5 anni, pagando loro un "assegno-ponte" pari alla pensione maturata fino a quel momento. Il pacchetto dispone ora per le aziende con oltre mille dipendenti la proroga fino al 31 dicembre 2023 in presenza di contratti siglati entro fine 2022 e nel caso in cui le aziende non abbiano esaurito gli esodi di personale previsti nell'accordo stesso. Il decreto prevede anche un rafforzamento dei finanziamenti per il Fondo nuove competenze destinato alla formazione, sempre regolata da intese azienda-sindacati.

Voucher, limite alzato fino a 15mila euro

Si alza da 10mila a 15mila euro la soglia entro cui sono ammesse le cosiddette prestazioni di lavoro occasionale, ma solo per chi opera nei settori dei congressi, delle fiere, degli eventi, degli stabilimenti termali e parchi di divertimento. La misura è prevista per le imprese che “hanno alle dipendenze fino a 25 lavoratori subordinati a tempo indeterminato”, innalzando quindi il limite precedente che era di 8 unità. La facoltà di utilizzare i voucher o buoni lavoro era già stata ampliata con la manovra 2023 che aveva elevato a 10mila euro il precedente limite annuo di 5mila euro. Sparisce inoltre il limite dei 29 anni di età per i contratti di apprendistato dei soli settori turistico e termale (e per un massimo di 3 anni).

Più benefit potenziali per le famiglie con figli

Oltre al taglio del cuneo fiscale, come confermato sempre dal ministro Giorgetti, per il solo anno in corso il governo innalza il limite dei “fringe benefit” (non tassabili) per i lavoratori dipendenti con figli a carico. Il cosiddetto bonus dipendenti torna quindi alla soglia in vigore fino alla fine del 2022, circa 3mila euro, con la differenza che sarà destinato, appunto, solamente ai lavoratori con figli a carico. La spesa è stimata in 142 milioni di euro per il 2023.

Incentivi per le assunzioni

Il decreto dispone incentivi per favorire l'occupazione di giovani sotto i 30 anni d'età: sono pari al 60% della retribuzione, per un periodo di 12 mesi, a favore di chi "recluta" giovani non inseriti in programmi formativi e registrati nel PON "Iniziativa Occupazione Giovani". Ci sono poi incentivi anche per i datori di lavoro privati che decidono di assumere persone che ricevono l'assegno di inclusione: se lo fanno con un contratto a tempo indeterminato o di apprendistato sarà riconosciuto, per dodici mesi, l'esonero del 100% dei contributi previdenziali, nel limite di 8mila euro annui (il limite scende al 50% se a tempo determinato o stagionale). Questo per facilitare l'assunzione "fissa" di questi soggetti: secondo il monitoraggio dell'Agenzia nazionale per le politiche attive del lavoro, a fine 2022 infatti solo il 18,8% dei soggetti "occupabili" che aveva percepito il Reddito di cittadinanza aveva poi ottenuto un posto di lavoro.

Maggiorazione dell'assegno unico

Si prevede una estensione ai genitori vedovi della maggiorazione dell'assegno unico già disposta per i nuclei familiari in cui entrambi i genitori siano occupati. La maggiorazione è di 30 euro mensili per ogni figlio se l'Isee non supera 15mila euro e si riduce fino ad azzerarsi oltre i 40mila euro. Secondo la relazione tecnica, la norma dovrebbe riguardare circa 80mila figli.

Norme per la disabilità

Il Cdm ha inoltre varato il primo decreto delegato nell'ambito della legge delega sulle disabilità. La ministra Alessandra Locatelli ha spiegato che ci sarà anche una norma che prevede un contributo in favore degli enti del Terzo settore e delle Onlus per i giovani con disabilità tra i 18 e i 35 anni assunti, con contratto di lavoro a tempo indeterminato, tra il 1° agosto 2022 ed il 31 dicembre 2023. Per l'erogazione del contributo sarà istituito un apposito fondo, con una dotazione di 7 milioni di euro per l'anno 2023 che potrà essere anche integrato successivamente.

Regole rafforzate per la sicurezza sul lavoro

Si istituisce al Ministero del lavoro un Fondo per i familiari degli studenti vittime di infortuni in occasione delle attività formative. Si prevedono, tra l'altro: l'obbligo per i datori di lavoro di nominare il medico competente se richiesto dalla valutazione dei rischi; l'estensione ai lavoratori autonomi di alcune misure di tutela previste nei cantieri; l'obbligo di formazione specifica in capo al datore di lavoro nel caso di utilizzo di attrezzature di lavoro per attività professionali e conseguenti sanzioni in caso di inosservanza. Si introducono, inoltre, disposizioni in materia di condivisione dei dati per il rafforzamento della programmazione dell'attività ispettiva e di vigilanza nella Regione siciliana e nelle province autonome di Trento e di Bolzano.