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Ucraina. Draghi punta sulla diplomazia, ma via libera al terzo decreto per inviare armi

Roberta D’Angelo sabato 14 maggio 2022

Il premier Mario Draghi in un'immagine d'archivio

La prima tregua che Mario Draghi comincia a vedere dopo il viaggio a Washington è quella nel Parlamento italiano, il giorno della pubblicazione del terzo decreto sulle armi in Gazzetta Ufficiale (senza «armi tremende come i carri armati», assicura il sottosegretario alla Difesa Mulè) e in vista del voto sull’ingresso di Finlandia e Svezia nella Nato. Ma è l’avvio – o almeno un tentativo concreto – di una trattativa tra Putin e Biden il vero segnale che l’iniziativa italiana e quella europea stanno cominciando a produrre qualche effetto. La diplomazia è all’opera e in questa fase il premier, dietro le quinte o davanti ai riflettori, sta lasciando il suo segno. L’agenda della prossima settimana è la fotografia di una girandola di incontri volti a rimettere insieme i pezzi del puzzle.

In Italia, dove la maggioranza composita ha scricchiolato non poco negli ultimi giorni mettendo a rischio il lavoro di Palazzo Chigi, il leader dei 5 stelle – rimasto solo a guidare la fronda – sembra aver ritrovato un equilibrio dopo le ultime mosse del presidente del Consiglio. E anzi, rivendica di aver instradato l’esecutivo su un percorso meno belligerante, anche se solo lunedì il ministro Guerini riferirà al Copasir il nuovo elenco di armi inviate. «Occorrono investimenti nella direzione giusta e anche per questo il M5s si è battuto e ha impedito che investimenti massicci fossero in direzione del riarmo», commenta Conte.

L’ex premier grillino non nega che «gli ucraini andavano aiutati anche militarmente. L’Italia è ormai al terzo decreto di invio di armi», e dopo due mesi e mezzo di guerra «credo sia necessario maturare una più elaborata strategia da parte dell’Ue». E di questo vuole farsi interprete il Movimento nell’informativa in Parlamento chiesta a gran voce da Conte, che vuole «la possibilità per tutte le forze politiche di poter articolare meglio la loro posizione». Già l’avvocato pugliese è certo che sulla richiesta di rinunciare alle armi da attacco e puntare sulla diplomazia «ci sono venuti tutti dietro.... Ora anche con il terzo decreto sulle armi sono convinto di poter orientare tutte le forze di maggioranza e indirizzare il governo su questa strategia».

Non la vede così Enrico Letta, che si proietta ancora una volta sul terreno europeo, dove Draghi – il segretario del Pd ne è certo – sta conducendo i giochi. «Fatemi dire che l’Italia ha preso per mano l’Europa intera. Penso che per noi questo sia un punto di grande forza e di grande importanza», ragiona il leader dem. «Se penso all’impegno del governo per fare dell’Italia la protagonista dello sforzo di pace che tutti auspichiamo, ci riconosciamo tutti nelle parole di Draghi a Washington, che hanno rappresentato non solo l’Italia ma l’Europa».

Ancora una volta, dunque, il premier è alle prese con le "bandierine" dei singoli partiti, e come in passato, per Conte che lo vuole in Aula (anche se il presidente 5s non ci sarà, non essendo parlamentare), Matteo Salvini gli chiede un incontro per verificare «se la via è quella della pace». Ma, aggiunge il leader della Lega, «il fatto che negli ultimi giorni Draghi abbia cambiato toni, abbia parlato con Biden di pace e lo inviti a chiamare Putin e che parli di un’Europa che torni sulla via della pace, vuol dire che siamo sulla strada giusta». Anzi, incalza, «come ho detto al presidente del Consiglio, se ritenesse che io possa essere utile ad avvicinare le parti in causa, già la settimana prossima sono pronto a partire per andare ovunque e incontrare chiunque».

Per ora sarà il capo del governo protagonista di molti incontri. Mercoledì arriva a Roma la prima ministra della Repubblica di Finlandia Sanna Marin. Il 23 maggio è previsto l’incontro con il primo ministro della Bulgaria Kiril Petkov. Il giorno dopo ci sarà il pranzo con quello della Macedonia del Nord Dimitar Kovachevski. Giovedì 26 maggio sarà la volta del presidente della Repubblica d’Algeria, Abdelmadjid Tebboune, con cui sono stati stretti accordi per la fornitura di gas. Il 30 e 31 maggio Draghi volerà a Bruxelles per il Consiglio Europeo straordinario su Energia, Ucraina e Difesa, mentre il 7 giugno ci sarà il pranzo con la presidente della Georgia Salomé Zourabichvili. Il 23 e 24 giugno tornerà a Bruxelles per il Consiglio Europeo e l’Euro-Summit. Dal 26 al 28 il G7, per finire il 29 e 30 con il vertice Nato a Madrid.