Attualità

Migranti. Il Viminale: Sprar continua a esistere, ma cambia nome

Redazione romana martedì 18 dicembre 2018

Immigrati in un centro di prima accoglienza a Lampedusa

Le tutele per i migranti restano, così come il sistema Sprar che cambia nome, ma viene confermato. Così il ministero dell'Interno risponde alle critiche, sollevate da più parti, al decreto Sicurezza nella parte che riguarda il diritto d'asilo e le strutture di accoglienza. Con le nuove norme sui migranti contenute nel decreto Sicurezza «restano invariate le tutele per chi fugge perché perseguitato o discriminato, per chi corre il rischio di condanne a morte o di tortura, per chi rischia la vita per conflitti armati nel proprio Paese. Continua comunque ad essere tutelato chi versa in una condizione di particolare esigenza umanitaria». Così il dossier del Viminale che rispondendo ai rilievi mossi contro la norma, afferma che «vengono previste e tipizzate specifiche situazioni che danno diritto, per quelle motivazioni, al soggiorno nel territorio nazionale».

«Protezione umanitaria in determinate circostanze»

La protezione umanitaria non è stata «abolita», «continua ad esistere ma viene ora concessa in presenza di ben definite circostanze», mentre «in passato veniva riconosciuta sulla base della generica previsione di seri motivi di carattere umanitario dai contorni indefiniti». Prosegue il documento, secondo il quale «l'ampia discrezionalità, insieme ad una interpretazione estensiva della giurisprudenza, aveva portato ad una applicazione così eterogenea che contrastava addirittura con la stessa ratio giuridica della tutela». E «nel tempo si era così determinata una situazione paradossale: un altissimo numero di permessi di soggiorno per cosiddetti motivi umanitari, comprensivi delle più svariate ipotesi, che comunque non hanno portato all'inclusione sociale e lavorativa dello straniero».


Percorsi dedicati ai minori non accompagnati

«Lo Sprar continua ad esistere», afferma poi il dossier. Proprio le modifiche allo Sprar e il rischio di una chiusura sono state tra le principali critiche mosse al decreto. Cambierà la denominazione - Siproimi, Sistema di protezione per titolari di protezione internazionale e per minori stranieri non accompagnati - ma è «confermata la sperimentata e proficua modalità di accoglienza integrata che vede i sindaci protagonisti» nei progetti. Sono 877 quelli finanziati, per 35.881 posti, con 1.825 Comuni interessati e con più di 27 mila persone accolte. Il sistema verrà, comunque, «ottimizzato». I cambiamenti previsti - si legge nel documento - «si
inquadrano nell'ambito di una rivisitazione complessiva del sistema di accoglienza». Le attività di integrazione e di inclusione
sociale saranno riservate ai beneficiari di protezione internazionale. Oltre a questi ultimi, «sono state individuate alcune categorie di stranieri che, in ragione delle specifiche necessità, vi possono comunque accedere», per esempio «chi deve essere sottoposto a urgenti o indispensabili cure mediche, chi risulta vittima di tratta, di violenza domestica, di grave sfruttamento lavorativo, chi non può rientrare nel proprio Paese a causa di calamità o chi ha compiuto atti di particolare valore civile, oltre che i minori stranieri non accompagnati per i quali vengono riservati percorsi dedicati in ragione della loro condizione»
. Le modifiche introdotte - afferma il Viminale - sono «in linea con le raccomandazioni formulate dalla Corte dei Conti» per evitare che «l'accesso indiscriminato» crei
«oneri gravosi a carico dello Stato».


«Accolte più di 140mila persone»

Infine, il dossier, confezionato a domande e risposte, fornisce i dati sul numero si domande di asilo presentate. «Nonostante l'attuale riduzione dei flussi (oggi -80% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno), è significativo il numero di immigrati che insiste nel nostro territorio, sia per l'elevato numero di sbarchi del passato che per la prolungata presenza di richiedenti asilo, con
un forte impatto sui territori. Ad oggi sono accolte più di 140.000 persone e sono in trattazione circa 110.000 domande di asilo».