Attualità

Scuola. Dispersione, «emergenza nazionale»

Paolo Ferrario martedì 27 giugno 2017

«I numeri della elusione scolastica sono un'emergenza nazionale». Lo ha detto il ministro dell'Istruzione, Valeria Fedeli, alla Commissione Periferie della Camera, sottolinenado la necessità di arrivare a «un coordinamento integrato per aumentare il numero di interventi in una logica di insieme».

Lontani dagli obiettivi dell'Unione Europea

Pur in discesa da una decina d'anni, la dispersione scolastica - calata dal 20,8% del 2006 all'attuale 14,7% - resta ancora al di sopra dell'obiettivo del 10% fissato dall'Unione Europea per il 2020. Le punte più elevate sono registrate in Sicilia e Sardegna, dove l'abbandono scolastico arriva al 24%. Sulle due isole maggiori, in sostanza, quasi un giovane su quattro abbandona anzitempo il percorso scolastico. In Veneto, invece, si registra la percentuale più bassa di rinunce (8%). In generale, a lasciare sono più i ragazzi (16%) rispetto alle ragazze (12%).

A uscire sono soprattutto i poveri

«A uscire dalla formazione sono sempre i ragazzi più poveri, per questo - ha sottolineato il ministro Fedeli - la scuola deve rappresentare un vero e proprio ascensore sociale. Le scuole di periferia debbono quindi diventare una avanguardia didattica e a noi spetta trovare le risorse necessarie per fare questo. Si tratta - ha concluso - di una sfida chiave per consentire alle scuole di essere messe nelle condizioni di diventare un luogo di cittadinanza e di riscatto».

Più risorse con «La scuola al centro»

Con l'obiettivo di contrastare la dispersione scolastica, il Miur ha lanciato il bando “La scuola al centro”, mettendo a disposizione 187 milioni di euro di fondi Pon, per oltre un milione di ore di attività aggiuntive (di cui 277.980 di sport) da svolgere in orario extra-scolastico, di pomeriggio o nei mesi estivi. Dopo la sperimentazione, la scorsa estate, in quattro città (Milano, Roma, Napoli e Palermo), ora l'iniziativa si estende a tutto il territorio nazionale. Le scuole finanziate dal bando sono, infatti, 4.633, di cui 221 si trovano nelle aree colpite dal terremoto.Complessivamente, sono i progetti proposti sono 33.530 e coinvolgono 700mila studenti e 33mila genitori. Alle attività (soprattutto sport, musica, laboratori di lingue, teatro e innovazione digitale), possono infatti partecipare anche le famiglie.