Attualità

RAPPORTO ISPRA. Differenziata, Italia a due velocità

Antonio Maria Mira domenica 24 ottobre 2010
Raccolta differenziata molto... differenziata in Italia. Con punte di eccellenze e baratri di ritardi. Non solo tra Nord e Sud, ma anche all’interno delle stesse aree. Il dato nazionale (l’ultimo fornito dall’Ispra nel Rapporto 2009 sui rifiuti), è di un 30,6% di raccolta differenziata. Decisamente basso. Sono lontani, infatti, gli obiettivi fissati da varie norme in materia: il 35% entro il 2006, il 40% entro il 2007, il 45% entro il 2008, il 50% entro il 2009. E appare impossibile raggiungere, sempre come media nazionale, gli obiettivi fissati per i prossimi anni: il 60% entro il 2011, il 65% entro il 2012. Tutti limiti, lo ricordiamo, indicati dall’Unione Europea.Si tratta, comunque, di una media nazionale. E qui arriva la differenziazione. Infatti il dato nel Nord è molto più alto, arrivando al 45,5% e, quindi, quasi raggiungendo gli obiettivi fissati. Malissimo, invece, al Centro, fermo al 22,9% e ancora peggio al Sud, bloccato al 14,7%. Tra le regioni troviamo in testa il Trentino Alto Adige col 56,8%, poi il Veneto col 52,9% e il Piemonte col 48,5%. In coda il Molise col 6,5%, la Sicilia col 6,7% e la Basilicata col 9,1%. Ma vanno molto male anche regioni importanti come la Campania con appena il 19% e il Lazio che, ancora peggio, non va oltre il 12,9%.Tutti alti, comunque, i livelli raggiunti dalle regioni settentrionali, ben oltre il 40%, tranne la Liguria ferma al 21,8%: troviamo così la Valle d’Aosta al 38,6%, la Lombardia al 46,2%, il Friuli Venezia Giulia al 42,6%, l’Emilia Romagna al 42,7%. Al centro l’unica buona performance è della Toscana col 33,6%, mentre le altre restano lontane: Umbria al 28,9%, Marche al 26,3%. Un disastro corale al Sud: Abruzzo 21,9%, Puglia 10,6%, Calabria 12,7%. L’unica fuori dal coro è la Sardegna che raggiunge il 34,7%.Ancora più "differenziata" è la classifica dei comuni capoluogo. In testa troviamo Pordenone col 76,3%, seguono Novara (72,8%) e Verbania (72%). Ma a sorpresa subito dopo si piazzano due città campane, Avellino col 62,8% e Salerno col 60,6%. E si difende bene anche Caserta col 47,3%. A far scendere la media regionale sono Napoli (appena il 18,6) e Benevento col 19,5%, e gli altri comuni delle province (tranne quelli salernitani, che in gran parte superano il 35%).In coda troviamo solo capoluoghi meridionali: Messina 3,3%, Siracusa 3,8%, Palermo e Cosenza 3,9%, Catania 5,5%, Enna 5,6%, Taranto 7,9%, Matera 8,5%, Vibo Valentia 9,4%. Tra le grandi città va bene solo Torino col 42%, mentre Milano non va oltre il 35,6%. Firenze va un po’ meglio col 36,6%, peggio, invece, vanno Bologna (33,3%), Genova (23%), Bari (20,3%), Reggio Calabria (14,1%). Male anche Roma, col 19,5%.