Attualità

Diciotti. M5s si affida al voto online, ma per la Lega governo non rischia

Alessia Guerrieri sabato 16 febbraio 2019

E alla fine decideranno altri, gli iscritti. Più che "uno vale uno" il Movimento Cinque Stelle - già in difficoltà con l'alleato di governo per la sconfitta alle elezioni in Abruzzo - sembra stia applicando la logica del "meglio far decidere al popolo" visto che in Parlamento i deputati sembrano in panne, a partire dal leader politico Luigi di Maio. È stato lui a decidere infatti di uscire dal grande imbarazzo pentastellato sul caso Diciotti con una soluzione, che già è molto più di un'ipotesi: andare al voto online sul sì o no al processo per Matteo Salvini. E si comincerà lunedì, per avere la decisione martedì. Il voto consultivo attraverso la piattaforma Rousseau rivela in realtà, prima ancora delle difficoltà con l'alleato, quelle tutte interne del partito sulla opportunità o meno di far muro in sua difesa.

Ci sarebbe infatti una fronda già preannunciata nel gruppo M5s al Senato (in caso di indicazione per il "no") che andrebbe ben oltre le dissidenze ormai conclamate di Fattori e Nugnes. E non è che i numeri a Palazzo Madama per il governo (e per M5s) siano tali da poter reggere altre defezioni con leggerezza. Anche in Giunta per le autorizzazioni trapela l'indisponibilità di almeno un senatore pentastellato a uniformarsi all'eventuale indicazione per il "no". Di qui la scelta di consultare la base. Si tratterebbe, alla fine, di un voto pro o contro Salvini, e il silenzio di ieri del diretto interessato tradisce il gelo con cui è stata accolta l'ipotesi.

Oggi è uno dei suoi fedelissimi, il ministro dell'Agricoltura Gianmarco Centinaio a rassicurare sulla tenuta del governo, anche in caso di un voto positivo in giunta: «Non esiste, la piattaforma Rousseau non mette a rischio il governo perché il governo è stabile e sta lavorando bene. Si può sempre migliorare perché nella vita si può sempre migliorare». La piattaforma Rousseau, secondo l'esponente dell'esecutivo a Cagliari per proseguire il confronto per il costo del latte, può servire al governo «anche per tarare l'azione dell'esecutivo e quindi dare dei consigli come lo fanno i militanti della Lega tutte le volte che io vado nelle sezioni». E nel pomeriggio è lo stesso Matteo Salvini a ribadire: «Voto in giunta e processo? Sono tranquillissimo, gli italiani sanno che ho agito per il loro bene e la loro sicurezza».

Dalle dichiarazioni rese durante le sedute della Giunta per le immunità del Senato, che da due settimane sta esaminando la
richiesta del Tribunale dei ministri di Catania, l'orientamento pentastellato sembra chiaro. I senatori del Movimento 5 Stelle componenti l'organismo di Palazzo Madama hanno condiviso alcuni passaggi della proposta del relatore Maurizio Gasparri di respingere la domanda dei magistrati siciliani, che accusano il leader della Lega di sequestro di persona aggravato per la vicenda Diciotti, la nave della Guardia costiera rimasta fuori dal porto di Catania con 177 migranti a bordo. In attesa perciò del voto online degli iscritti al Movimento sulla piattaforma Rousseau, stando a quanto riportano i verbali della Giunta, i senatori 5s sembrano dunque inclini a sostenere la tesi del relatore Gasparri, e cioè che Salvini agì per tutelare un preminente interesse nazionale.

Tesi d'altronde ribadita in più occasioni dallo stesso presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, che come Luigi Di Maio, leader del Movimento, e Danilo Toninelli, ministro delle Infrastrutture, ha firmato un documento che il titolare del Viminale ha allegato alla sua memoria depositata in Giunta. Testi che il presidente del Senato ha inviato su richiesta di Gasparri alla Procura di Catania, che ora sta valutando anche l'iscrizione nel registro degli indagati del Presidente del Consiglio, del vicepremier Luigi Di Maio e del ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli che nelle loro memorie si erano dichiarati corresponsabili della decisione. Il voto della Giunta è atteso per il pomeriggio di martedì.

Le posizioni in giunta, anche dopo la decisione sulla consultazione online dei Cinque Stelle sono chiare. Fdi voterà no e lo ha ribadito stamane da Salerno la responsabile del partito Giorgia Meloni: «È incomprensibile indagare qualcuno che impedisce che si entri illegalmente in territorio italiano, Salvini ha fatto il suo lavoro». Mentre dal fronte dem la scelta deresponsabilizzante dei pentastellati viene considerata l'ennesima occasione in cui «in pratica a decidere sarà la Casaleggio & Associati», sottolinea il senatore Pd Dario Stefano, vicepresidente del gruppo a Palazzo Madama. «Begli alleati che si è trovato Salvini. Ci pensi sopra anche su questo», è il consiglio che invece arriva dal leader nazionale di Forza Italia, Silvio Berlusconi.