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Consultazioni. Mattarella: ora governo di servizio. No di M5S e Lega

Redazione Romana lunedì 7 maggio 2018

Un governo "neutrale, di servizio, di garanzia" ma nella pienezza dei poteri: sono questi i termini che il presidente della Repubblica Sergio Mattarella sceglie per descrivere la natura dell'Esecutivo a cui è pronto a dar vita nell'estremo tentativo di evitare nuove elezioni, che pure sembrano avvicinarsi a grandi passi. Il Capo dello Stato, alla fine del terzo giro di Consultazioni, si rivolge direttamente ai partiti, visibilmente contrariato, constatandone la persistente incapacità di siglare intese dopo il voto del 4 marzo e mettendo però in evidenza anomalie e rischi di urne in "estate piena" o peggio ancora in autunno, con la legge di Bilancio da approvare, l'aumento dell'Iva da disinnescare e i mercati finanziari da tenere a bada.

Il discorso del presidente

«Il governo presieduto dall'onorevole Gentiloni, che ringrazio per il lavoro che ha svolto e sta svolgendo in questa situazione anomala, ha esaurito la sua funzione e non può essere ulteriormente prorogato in quanto espresso da una maggioranza parlamentare che non c'è più», ha esordito il presidente della Repubblica (qui il testo dell'intervento). «Laddove tra i partiti non si raggiungesse alcuna intesa» per un governo politico nei prossimi mesi «il governo neutrale dovrebbe concludere la sua attività a fine dicembre per andare subito dopo a elezioni».

«Sarebbe la prima volta che il voto
popolare non viene utilizzato e non produce alcun effetto. Scelgano i partiti con il loro libero comportamento e nella sede propria parlamentare. Cerchino una maggioranza politica per un governo neutrale entro l'anno oppure nuove elezioni subito, in autunno o nel mese di luglio».

«Mi compete far presente alcune preoccupazioni: che non vi sia tempo per approvare dopo il voto la legge di Bilancio entro fine anno con l'aumento dell'Iva e con gli effetti recessivi che questa tassa comporterebbe e il rischio di esporre la situazione finanziaria», aggiunge il capo dello Stato.

Sergio Mattarella, parlando ai giornalisti al termine del terzo giro di consultazioni, ha ricordato di aver «chiesto oggi alle varie forze politiche, particolarmente alle più consistenti, se vi fossero nuove possibilità di intesa». «Come è evidente - ha aggiunto il presidente della Repubblica - non vi è alcuna possibilità di un governo sorretto da una maggioranza nata da un accordo politico», ma il capo dello Stato ha anche ribadito che «sin dall'inizio ho escluso un governo politico di minoranza, chiesto oggi e già venuto meno». Anche perché, se impallinato in aula, quel governo condurebbe il Paese alle elezioni, mentre «è più rispettoso - ha sottolineato Mattarella - che sia a farlo un un governo non di parte».

Il governo neutrale sarà «un governo di garanzia: appunto per questo chiederò ai suoi componenti l'impegno a non candidarsi alle elezioni». Il messaggio, uno dei messaggi che arrivano dal Colle dopo tre giri infruttuosi di comnsultazioni, è che «è doveroso dare vita a nuovo governo perché «non si può attendere oltre». Sergio Mattarella è molto chiaro e pur continuando ad «auspicare un governo con pienezza di funzioni, che possa amministrare il Paese senza le limitazioni di un governo dimissionario, ma a titolo pieno, in modo da rappresentare il Paese anche in imminenti scadenze dell'Unione europea».

Le reazioni: sì del Pd, no di Lega e M5S

Se dal Pd il sostegno al Colle è pieno, Lega e M5S non aspettano l'appuntamento in Parlamento e poco dopo il discorso del presidente fanno sapere di non essere disponibili a offrire i propri voti a un Esecutivo di tregua. Luigi Di Maio, il capo politico dei pentastellati salito al Colle per primo in questa lunga giornata, ribadisce le posizioni del Movimento: sì al dialogo con Salvini, contemplando anche un passo indietro sulla leadership, no a Forza Italia; in alternativa, si voti a luglio, continuano a ribadire i 5S anche a sera, sancendo la chiusura a qualsiasi opzione di salvataggio della Legislatura.

Stessa linea dal leader del Carroccio, che insiste nel sostenere un governo di centrodestra o il ritorno alle urne "il prima possibile". Centrodestra che dopo 60 giorni di trattative e 'fornì arriva sfibrato dai sospetti reciproci e dai litigi sempre più manifesti: "Contiamo che Berlusconi - dice infatti sempre Salvini - mantenga la parola data e abbia la nostra stessa coerenza, poi gli italiani ci daranno la maggioranza assoluta e cambieremo l'Italia da soli".

Forza Italia, come anche il Cavaliere, si mostra al termine delle consultazioni con un atteggiamento compito ma imbronciato nei confronti dei compagni di coalizione e si trova in difficoltà e pur assicurando i cercare la condivisione prende ufficialmente posizione contro un ritorno alle urne in estate.

Elezioni-bis, ma quando?

Elezioni bis a giugno sono comunque escluse, chiarisce il Colle, e dunque chi vuole accelerare punta sull'inedito scenario di chiamare i cittadini a un nuovo voto il mese successivo. Calendario alla mano la data più probabile, osservano fonti parlamentari, non sarebbe neanche la domenica 8, come invocato da Lega e 5S al termine di un vertice tra i leader alla Camera, bensì quella addirittura del 22 luglio con una campagna elettorale dunque da fare sotto gli ombrelloni. L'alternativa d'altro canto forse è anche peggiore: nuove elezioni in autunno portano con sé il rischio dell'esercizio provvisorio e di esporre il Paese alla speculazione finanziaria. Due scenari che Mattarella non nasconde di voler scongiurare ed è per questo che si assume la responsabilità di proporre un governo che possa traghettare il Paese in questa difficile fase senza rinunciare all'idea che, settimana dopo settimana, possa maturare in Parlamento quell'intesa che finora non si è consumata fra le forze politiche. A quel punto, la squadra di governo formata su input del Colle andrebbe a casa e nascerebbe un nuovo governo politico. Altrimenti, ci sarebbero comunque le urne ma nel 2019.

Tra i big, gli unici a essere apertamente a favore di questo progetto sono i dirigenti Dem: l'appoggio al capo dello Stato nel tentativo di dare intanto un Esecutivo nella pienezza dei propri poteri al Paese, dunque in grado di assolvere i compiti delicati anche a livello internazionale, viene infatti sostenuto un po' da tutte le correnti, Renzi compreso.

Fico e Casellati chiudono le consultazioni
La presidente del Senato Elisabetta Casellati ha chiuso nel pomeriggio il terzo e ultimo giro di incontri del presidente della Repubblica. Anche il presidente della Camera, Roberto Fico, dopo il colloquio con il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, ha lasciato il Colle senza rilasciare dichiarazioni.

Salvini e Di Maio: senza governo al voto l'8 luglio
«Sto facendo di tutto per dare un governo a questo Paese, rimuovendo ogni veto e impedimento. Se ci riesco, si parte. Altrimenti l'unica opzione è andare al voto, e la data più vicina è l'8 luglio». Così il segretario della Lega, Matteo Salvini, conversando in sala stampa dopo l'incontro con il capo politico di M5s, Luigi Di Maio, e ribadendo il no della Lega a governi tecnici.

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«Deciderà il presidente della Repubblica, ma per noi si può andare a votare subito, la prima data utile è l'8 luglio. Da oggi ci mettiamo in campagna elettorale e raccontiamo i due mesi di bugie dei partiti politici. Chiedo ai cittadini di mandarci al governo con il voto, non vedo altre possibilità». Lo ha detto il capo politico del M5s Luigi Di Maio, in diretta Facebook. «Oggi il centrodestra di Meloni, Salvini e Berlusconi ha chiesto ancora una volta un mandato per cercare i voti. Salvini ha scelto ancora una volta Berlusconi e di formare un governo dei voltagabbana, della compravendita dei parlamentari», aggiunge Di Maio.

Lorenzin: aderiamo a governo del presidente
No al voto anticipato, che «non è una soluzione», si a un possibile governo del Presidente. Questa la posizione espressa da Beatrice Lorenzin, per Civica popolare, al termine delle consultazioni. "Abbiamo espresso grande preoccupazione per la situazione di stallo che si è creata, senza precedenti, e che richiede grande senso di responsabilità».

Nencini: disponibili a governo istituzionale
«Abbiamo manifestato al presidente della Repubblica disponibilità e attenzione a un governo di responsabilità istituzionale». Così Riccardo Nencini, segretario del Psi, dopo le consultazioni con il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, per la formazione del governo. «Al contempo abbiamo espresso preoccupazione e per i toni minacciosi usati da alti rappresentanti del M5S e per i tentativi costituzionalmente ingiustificati, di fissare il voto anticipato, indicando addirittura la data dell'8 luglio. Un modo di agire scorretto e preoccupante: per le procedure previste dall'attuale legge elettorale potrebbero presentarsi alle elezioni soltanto Pd, 5 stelle e centrodestra, con una evidente lesione della democrazia», ha concluso Nencini.

Schullian: situazione surreale, fiducia nel presidente
«Noi condividiamo la preoccupazione per questa situazione surreale, la fiducia nel presidente e il senso di responsabilità, che poi saranno gestiti da ogni componente sulla base dei propri convincimenti». Lo dice Manfred Schullian, presidente del gruppo Misto della Camera dei deputati, al termine delle consultazioni.

Bonino: antidemocratico voto superanticipato
Non una dichiarazione di circostanza ma un vero allarme per l'equilibrio democratico del Paese, quello che Emma Bonino consegna ai giornalisti al termine delle consultazioni. La leader di +Europa spiega infatti di aver rappresentato a Sergio Mattarella «la più viva preoccupazione sulla procedura democratica, o antidemocratica, che si manifesterebbe con elezioni superanticipate». «Non vi sfuggirà - dice infatti ai giornalisti al Quirinale - che a luglio o a ottobre potranno presentarsi solo Pd, M5s e centrodestra. Tutti gli altri saranno esclusi, per le procedure previste dalla legge elettorale in corso».

Unterberger: sì a governo del presidente
«Abbiamo detto a Mattarella che con i nostri otto voti voteremo un eventuale governo del presidente». Lo afferma Juliane Unterberger, presidente del gruppo parlamentare per le Autonomie (Svp-Patt, Uv) del Senato, al termine delle consultazioni con Mattarella. «Se un governo tecnico dovesse essere incaricato di modificare la legge elettorale chiediamo che questa tuteli le minoranze linguistiche», aggiunge la senatrice, sottolineando di «confidare nella saggezza del presidente della Repubblica».

Grasso: irrispettoso indicare data voto
«Riteniamo profondamente irrispettoso vedere, come avviene in queste ore, leader di partito indicare date delle prossime elezioni, prima ancora che il presidente abbia tutti gli elementi per pronunciarsi su un eventuale scioglimento di una legislatura che, nei fatti, non è ancora partita». Così Pietro Grasso, leader di Leu, al termine del colloquio al Quirinale con il capo dello Stato Sergio Mattarella. «È la dimostrazione del fallimento di una pessima legge elettorale e di una classe politica in grado solo di far campagna elettorale e non di assumersi le responsabilità conseguenti dai risultati - aggiunge -. Crediamo che i cittadini sapranno valutare, anche in termini elettorali, il comportamento tenuto in questi mesi da ciascuna forza politica». «Noi di Liberi e uguali - conclude Grasso - abbiamo ribadito la stessa posizione di sempre: i nostri voti, per quanto non dirimenti ai fini delle maggioranze parlamentari, non sono, come è ovvio, a disposizione di alcuna maggioranza che coinvolga le forze di centrodestra».

Martina: piena fiducia a Mattarella
«Noi abbiamo confermato al presidente della Repubblica piena fiducia nella sua iniziativa che supporteremo fino in fondo». Lo dice Maurizio Martina, a nome della delegazione Pd, al termine delle consultazioni. «Noi siamo per evitare l'aumento dell'Iva in autunno e quindi siamo contrari ad abbozzare soluzioni che non servono per aggredire questo nodo, così per noi è fondamentale lavorare ad un'agenda economica del Paese, questo Paese ha fatto enormi sacrifici e non può retrocedere ora e non può buttare al mare il risultato ottenuto», afferma il segretario reggente del Pd. «Noi diciamo: no incarichi al buio, no a trasformismi o a situazioni politiche raffazzonate». «Prima di tutto il Paese. Le parti devono rendersi conto che da sole non ce la fanno a fare un governo», ammonisce Martina, che affida ai cronisti «un messaggio semplice ma forte: finisca questa logica e si faccia tutti un passo in avanti, con piena responsabilità e comprensione della situazione».

Salvini: centrodestra disponibile a formare governo
«Confidiamo che il presidente della Repubblica ci dia modo di trovare una maggioranza, che contiamo di poter trovare mettendoci in campo personalmente perché stanti così le cose la nostra coalizione rappresenta l'ambizione e la speranza di 60 milioni italiani. Confidiamo di poterci mettere nelle prossime ore finalmente a lavoro». Lo dice Matteo Salvini, a nome della delegazione del centrodestra, al termine delle consultazioni.

Le tre condizioni di Di Maio
«La novità è che siamo disposti a cercare, con la Lega, un presidente del Consiglio che sia condiviso». Lo dice il leader di M5s, Luigi Di Maio, dopo le consultazioni di questa mattina al Colle con il presidente della Repubblica. «Ieri ho detto chiaramente che siamo disponibili a scegliere un presidente del Consiglio terzo», ha spiegato Di Maio ponendo una serie di condizioni «non trattabili», ovvero « il reddito di cittadinanza, l'abolizione della legge Fornero, una serie legge anticorruzione» che contrasti anche il fenomeno «dei giovani costretti ad emigrare all'estero». «Cosa succederà non so - ammette Di Maio - le notizie che ho io sono quelle che avete anche voi, ora capiremo cosa farà la Lega e il centrodestra. Quello che posso dirvi, oltre a questo schema non si può andare».

Ma la condizione resta inaccettabile per il leader di Forza Italia Silvio Berlusconi, che dice no a un appoggio esterno e resiste così al pressing dell'alleato Matteo Salvini della Lega: al termine di un vertice notturno del centrodestra le posizioni restano distanti, la tensione alta.