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Caso Cospito. Il sottosegretario alla Giustizia Delmastro rinviato a giudizio

Matteo Marcelli mercoledì 29 novembre 2023

Neanche il tempo di chiudere la polemica sull'«opposizione giudiziaria» evocata da Guido Crosetto, che il caso di Andrea Delmastro torna a scuotere Palazzo Chigi. Dopo l'imputazione coatta disposta dal gip, il sottosegretario alla Giustizia è stato rinviato a giudizio dal gup di Roma con l'accusa di rivelazione del segreto d'ufficio per la vicenda di Alfredo Cospito. Il riferimento è ai contenuti "passati" dall'esponente di maggioranza al suo compagno di partito in Fdi (e coinquilino all'epoca dei fatti), Giovanni Donzelli, riguardanti i colloqui tra il leader anarchico e alcuni boss mafiosi nel penitenziario di Sassari. Confidenze che lo stesso Donzelli utilizzò poi per attaccare in Parlamento alcuni membri del Pd, “colpevoli” a suo dire di aver fatto visita a Cospito in carcere. Scontata la precisazione del ministro degli Esteri, costretto a chiarire che le sue parole si riferivano a questioni di principio e non a casi particolari di cui qualcuno ha sospettato fosse a conoscenza.

Il processo inizierà il prossimo 12 marzo, ma la notizia ha colto di sorpresa i legali di Delmastro che, come hanno chiarito a seguito della decisione, si attendevano un pronunciamento diverso. Del resto, ha fatto notare il ministro dell'Agricoltura, Francesco Lollobrigida, «il pm aveva chiesto l'archiviazione, per due volte».

Il provvedimento del gup ha convinto le opposizioni a passare al contrattacco. Il Pd ha chiesto la calendarizzazione di una mozione di sfiducia per il sottosegretario, mentre M5s e Avs continuano a pretenderne le dimissioni. La circostanza, però, espone anche il Gurdasigilli Carlo Nordio e la capogruppo dem alla Camera, Chiara Braga, ha specificato che il suo partito intende ora capire come mai il ministro abbia difeso il "suo" uomo a Via Arenula. Anche i parlamentari oggetto degli strali di Donzelli (Lai, Serracchiani, Orlando e Verini), hanno colto la palla al balzo, parlando di «un modo di concepire e praticare le responsabilità istituzionali e i rapporti politici del tutto estraneo al senso dello Stato e ai principi di correttezza». Intanto Ilaria Cucchi, senatrice di Avs e sorella di Stefano, ha chiesto a Nordio l'immediata revoca delle deleghe di Delmastro.

Fuori dal coro delle opposizioni c'è Azione, che con Enrico Costa, pur ribadendo le critiche a Delmastro «sul piano politico», ha chiarito di non «condividere l'atteggiamento di quelle forze di opposizione che fanno discendere conclusioni da ogni passaggio giudiziario (ben lontano da una sentenza definitiva) riguardante il sottosegretario e che addirittura tentano di inserirsi nel processo per rafforzare le accuse. L'opposizione - ha aggiunto - si fa in Parlamento non in tribunale».

Sul tema è intervenuto anche il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Giovanbattista Fazzolari, riproponendo le perplessità già espresse da Giorgia Meloni in occasione dell'imputazione coatta (a cui seguì una polemica con l'Anm): «Credo sia inconsueto il rinvio a giudizio per Delmastro dopo la richiesta di non procedere da parte del Pubblico ministero. I dem - ha poi proseguito commentando la calendarizzazione della mozione di sfiducia - hanno tutto il diritto di farlo, è nelle loro possibilità. Ma ovviamente la sfiducia a Delmastro finirà in un nulla di fatto, perché il sottosegretario otterrà la piena fiducia da parte del Parlamento».