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Il futuro dell'ambiente. Clima, primo segnale: sì al decreto. Ecco le misure in campo

Alessia Guerrieri e Luca Liverani venerdì 11 ottobre 2019

Dopo una faticosa trattativa interna all’esecutivo, tra coperture mancanti e levate di scudi delle categorie coinvolte, il decreto clima viene approvato in Consiglio dei ministri. Tra i toni trionfalistici dei ministri pentastellati («Il primo atto normativo del governo che inaugura il Green New Deal»), le critiche circostanziate degli ambientalisti («Inciderà ben poco sui cambiamenti climatici») e il silenzio del Partito democratico.

Le misure più incisive, ma anche politicamente più scottanti – i tagli ai sussidi dannosi per l’ambiente – sono state rinviate alla legge di Bilancio. E i 450 milioni stanziati per il decreto clima appaiono un assaggio, se paragonati ai 50 miliardi per l’ambiente investiti dal governo tedesco. L’Italia però non ha il surplus commerciale da compensare della Germania. I fondi per il clima, puntualizza però il ministro dell’Ambiente Sergio Costa, il decreto li trova nelle «aste verdi», cioè il sistema di scambio delle emissioni di gas serra nella Ue, l’Ets.

Per il capo politico del M5s Luigi Di Maio, dunque, il decreto «è un grande primo passo» che pone l’Italia «come capofila del Green New Deal di cui si vuole caratterizzare», essendo il Paese «più all’avanguardia». Per il ministro degli Esteri dunque questa è «la nuova visione dell’Italia green che investe in energie rinnovabili», uno dei tre capisaldi dell’azione di governo pentastellata, assieme al contenimento delle tasse e al taglio dei parlamentari.

Per il ministro dell’Ambiente Costa il decreto clima è «il primo pilastro di un edificio le cui fondamenta sono la legge di bilancio e il Collegato ambientale, insieme al ddl Salvamare e al ddl "Cantiere ambiente"». Costa precisa infine «che la riduzione dei sussidi ambientalmente dannosi, inizialmente prevista nel decreto clima, è contemplata nella legge di bilancio. La nostra idea è fare un taglio costante negli anni, da qui al 2040, ma senza penalizzare nessuno».

Per il ministro per i rapporti col Parlamento Federico D’Incà, anche lui del M5s, «è una delle migliori risposte che potevamo dare ai milioni di ragazzi che, solo una settimana fa, hanno manifestato per le strade del nostro Paese per chiedere un cambiamento vero».

Molto critiche invece le opposizioni. La deputata della Lega Vannia Gava parla di provvedimento «ridicolo» e «pieno di marchette». Non piace per il metodo, più che per il merito, nemmeno a Confindustria: il presidente Vincenzo Boccia dice che «non si possono fare prima i decreti e poi sentire le parti sociali. Avere un decreto prescindendo dal confronto è per noi un metodo criticabile».

Critiche molto nette dal mondo ambientalista. Per Greenpeace il decreto clima «sostanzialmente non è un decreto sul clima, dato che inciderà davvero molto poco sulla lotta all’emergenza climatica in corso, per cui occorrerebbero provvedimenti ben più radicali. A partire da una seria svolta pro-rinnovabili e da una drastica rimodulazione dei sussidi ai combustibili fossili». Per Angelo Bonelli dei Verdi «il decreto clima approvato oggi è un accrocchio di norme, alcune insignificanti, messe insieme per dare un titolo e fare finta di occuparsi seriamente dei cambiamenti climatici». (Luca Liverani)

Le misure in campo

Il decreto clima appena licenziato dal Consiglio dei ministri introduce alcune novità in tema di mobilità sostenibile e attenzione alle aree verdi delle città con un investimento complessivo di 450 milioni di euro. Ecco cosa prevedono gli 11 articoli che compongono il testo.

Bonus mobilità. Viene stabilito un incentivo alla rottamazione delle auto fino alla classe euro 3, per un massimo di 1500 euro, e per i motocicli euro 2 e euro 3 a due tempi per un massimo di 500 euro fino al 2021. Il bonus potrà essere utilizzato però per l’acquisto di abbonamenti ai mezzi pubblici, servizi green e bici anche a pedalata assistita. Gli incentivi all’abbandono dei mezzi più inquinanti, con uno stanziamento complessivo che rimane a 255 milioni di euro e che confluirà in un apposito fondo denominato Programma sperimentale buono mobilità, sono destinati comunque solo ai cittadini residenti nei Comuni sopra i 100mila abitanti o delle aree sottoposte a infrazione europea per la qualità dell’aria, cioè circa 25 milioni di italiani.

Tpl ed eco-scuolabus. Per l’ammodernamento delle corsie preferenziali o la loro realizzazione nelle città viene istituito un fondo da 40 milioni di euro per i Comuni. Inoltre, viene creato un fondo da 20 milioni di euro per realizzare o implementare il trasporto scolastico per gli alunni delle scuole elementari e medie con mezzi ibridi, elettrici o non inferiori a euro 6, immatricolati però dal primo settembre di quest’anno in poi.

Green corner. Molto spazio nel decreto viene dedicato agli imballi e alla corretta gestione dei rifiuti. Per questo vengono destinati 20 milioni per quei commercianti (il contributo per ogni negozio è di 5mila euro) che nei loro esercizi realizzeranno un green corner per la vendita dei prodotti sfusi o alla spina, a patto che non optino per i contenitori monouso. L’incentivo viene distribuito in base all’ordine di presentazione delle domande fino ad esaurimento dei fondi per gli anni 2020 e 2021.

Riforestazione e bonifiche. Altri 30 milioni vengono destinati alla piantumazione e al reimpianto degli alberi e alla creazione di foreste urbane e periurbane nelle città metropolitane. E ancora: saranno aumentati i poteri e le risorse dei commissari che si occupano delle bonifiche delle discariche abusive e della depurazione delle acque, per risolvere il problema storico delle infrazioni ambientali. Infine l’Ispra, l’Istituto superiore per la ricerca ambientale di cui si avvale il ministero dell’Ambiente, realizzerà un database pubblico, grazie a una dotazione di un milione e mezzo di euro, per la trasparenza dei dati ambientali. I concessionari di servizi pubblici dovranno rendere disponibili in rete i risultati delle rilevazioni effettuate. (Alessia Guerrieri)