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Crisi irachena. Iraq, dall'Italia ok all'invio di armi

mercoledì 20 agosto 2014
I parlamentari delle Commissioni Esteri e Difesa di Camera e Senato hanno votato a favore dell'invio di armi ai curdi iracheni, avallando così la decisione del governo italiano. I senatori delle due commissioni hanno approvato la mozione che sostiene l'azione del governo con 27 voti a favore e 4 contrari. I deputati delle omonime commissioni hanno detto sì alla fornitura di armi ai combattenti curdi nel nord dell'Irak con 56 sì e 13 no.Gli aiuti militari all'Iraq sono "indispensabili nell'immediato ma difficilmente rappresentano a lungo termine la soluzione di questa crisi". Lo aveva detto il ministro degli Esteri, Federica Mogherini, nel corso dell'audizione parlamentare. In Iraq "è a rischio la vita di civili, cristiani, yazidi, musulmani: è un dovere politico, ma soprattutto morale, rispondere a un dramma umanitario", ha detto il ministro degli Esteri, ribadendo "l'urgenza della nostra azione e della nostra decisione" in merito al sostegno all'Iraq. Il voto. Contrario all'invio di armi in Iraq ai curdi, il M5s preme invece perchè si rinforzino "gli aiuti umanitari a sostegno della popolazione colpita". Una posizione che non ha trovato immediato appoggio in parlamento. "Armi leggere e munizioni saranno fornite in brevissimo tempo ai curdi che combattono contro gli jahdisti sunniti dello Stato Islamico in Iraq, in raccordo con il governo di Baghdad": questo è stato infatti l'impegno assunto dal governo italiano, come spiegato dal ministro della Difesa, Roberta Pinotti, alle Commissioni Esteri e Difesa di Camera e Senato. Lo scenario. La Germania ha deciso di inviare armi direttamente bel nord dell'Iraq ai peshemerga curdi che combattono gli jihadisti sunniti dello Stato Islamico (Is) e lo farà nel giro di una settimana, dopo aver concordato con i curdi - in raccordo con il governo centrale di Baghdad - quali sono le necessità militari cui Berlino può fare fronte. "Occorre mettere da parte i tabù e assumersi il ruolo che spetta alla Germania relativamente al suo accresciuto significato politico ed economico": lo ha detto il ministro della Difesa Ursula von der Leyen secondo un'anticipazione del settimanale Die Zeit: "Anche i nostri partner si aspettano la nostra partecipazione senza muri nella testa".