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Covid. Proroga dello stato di emergenza per la pandemia? Ecco le tre strade possibili

lunedì 1 novembre 2021

Se il governo sceglierà di utilizzare lo stato d'emergenza anche nel 2022 dovrà farlo con una norma primaria, non potendo più prorogare quello attuale. È questa, al momento, l'unica certezza sulla misura in vigore dal 31 gennaio del 2020 che scade il 31 dicembre e che, stando a quando ha detto il ministro della Salute Roberto Speranza, l'esecutivo potrebbe decidere di rinnovare «senza timore» se dovesse esserci la necessità.

A regolare lo stato di emergenza, che viene deliberato dal Consiglio dei ministri su proposta del presidente del Consiglio, è il comma 3 dell'articolo 24 del Codice di Protezione Civile nel quale si afferma che «la durata dello stato di emergenza di rilievo nazionale non può superare i 12 mesi, ed è prorogabile per non più di ulteriori 12 mesi». Nel caso dello stato di emergenza per Covid le proroghe possibili sono però finite già a luglio del 2021 e questo perché il primo stato d'emergenza fu deliberato per 6 mesi e non per un anno.

In sostanza, lo stato d'emergenza è scaduto il 31 luglio del 2020, poi è stato prorogato di un anno: una prima volta fino al 31 gennaio del 2021 e una seconda fino al 31 luglio del 2021. Ed infatti per portarlo fino al 31 dicembre il governo è dovuto intervenire con una norma primaria, il decreto legge 105 del 23 luglio (che ha introdotto l'obbligo del green pass nei ristoranti, cinema, teatri, palestre, manifestazioni sportive e culturali) poi convertito con la legge 126 del 16 settembre.

Se il governo decidesse di portare lo stato d'emergenza anche al 2022, dovrebbe dunque fare una nuova norma primaria.

Tre le possibili strade: un decreto ad hoc con il quale si indica la durata del nuovo stato di emergenza, un emendamento ad un provvedimento già in discussione in Parlamento, come ad esempio è avvenuto nei giorni scorsi quando nella legge di Bilancio è stata inserita la proroga a tutto il 2022 dello stato di emergenza per il terremoto del centro Italia, e, infine, inserendo una norma nel decreto milleproroghe che arriverà a fine anno. E sarebbe quest'ultima, secondo quanto si apprende, l'ipotesi più plausibile.

C'è poi una quarta possibilità. Lo stato di emergenza si porta dietro tutta una serie di norme che in questi ultimi due anni hanno regolato la vita degli italiani: dalle mascherine al distanziamento, dai protocolli sul lavoro allo smartworking, dal ruolo e funzioni del commissario per l'emergenza fino all'obbligo del green pass. Se finisce lo stato d'emergenza decadono dunque anche tutte le altre norme che vi sono legate.
Per evitarlo, non volendo prorogare lo stato d'emergenza, si potrebbe indicare sempre con una norma primaria (dunque con un decreto legge) quali delle misure in vigore sono ancora necessarie.