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Coronavirus. Muore Padre Berutti, fondatore delle banche dei poveri

Gerolamo Fazzini giovedì 12 agosto 2021

In un Paese come il Bangladesh (terzo per popolazione musulmana al mondo e collocato al 133° posto, su 189, nella classifica Onu dello sviluppo umano) l’evangelizzazione passa necessariamente per la testimonianza della carità. Con un’opzione preferenziale per i più vulnerabili ed emarginati: le minoranze tribali. È la traiettoria compiuta da padre Giulio Berutti, morto l’altro ieri all’età di 77 a Dhaka, per i postumi del Covid-19. Il missionario del Pime si è dedicato tutta la vita alle fasce più povere della popolazione, facilmente prede dell’usura perché escluse dai circuiti economici ordinari.

Approdato in Bangladesh all’indomani della sanguinosa divisione dal Pakistan, ha servito come parroco in varie località: a Mariampur, Nijpara e Pathorghata. È stato poi direttore della “Novara Techical School” gestita dal Pime a Dinajpur per i giovani del posto ed ha prestato servizio al Centro per i lebbrosi di Dhanjuri e all’ospedale diocesano “St. Vincent”. Ma il suo contributo più prezioso alla causa della missione - lui che aveva uno spirito imprenditoriale nelle vene, fors’anche per la sua origine lombarda (Busto Arsizio) - lo ha dato nella capillare e tenace opera di diffusione del micro-credito e nel cambiamento culturale e sociale da esso generato.

In largo anticipo sulla Grameen Bank, fondata nel 1976 e che ha dato notorietà internazionale al fondatore Yunus (vincitore nel 2006 del Nobel per la pace), già negli anni Quaranta del secolo scorso i missionari investirono in questa direzione con la Banca cristiana di credito cooperativo del Bangladesh, che - è stato calcolato - ha cambiato la vita a circa 10 milioni di persone.

Sulla medesima scia si è collocato padre Berutti. Le sue iniziative di micro-credito, concentrate nel nord del Paese, dove il Pime vanta una presenza di lunga data, hanno avuto successo, sebbene si rivolgessero a persone scarsamente alfabetizzate. Per due motivi: l’enorme investimento sull’educazione dei risparmiatori, attraverso corsi e riunioni, e una serrata opera di supervisione. Spiegava, in un’intervista di alcuni anni fa: «La tentazione dei poveri di approfittare dei prestiti per risolvere a breve scadenza problemi familiari o del villaggio è forte.

L’unico modo per vincerla è far capire che la banca esercita un controllo sull’operato di ogni membro». Grazie alle cifre prestate dalle Credit Union, molte persone sono riuscite ad avviare piccole attività, pagare gli studi superiori ai figli e persino comprare casa. Soprattutto, grazie al micro-credito, tanti poveri hanno recuperato il senso della loro dignità e, spesso, innescato meccanismi di sviluppo per l’intera comunità.

Non era un uomo che amasse mettersi in mostra, padre Berruti. Ma quando l’ho incontrato nel 2015 in Bangladesh mi raccontava delle sue Credit Union con passione. La stessa con cui, negli ultimi tempi, si era impegnato per dotare i poveri di un’assicurazione sanitaria, grazie alla sinergia con un ospedale cattolico del posto. Padre Giulio sarà sepolto nella Cattedrale di Dinajpur e, in quel modo, resterà sempre con i suoi poveri.