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Infortuni. Bettoni (Inail): «Così vogliamo tutelare sette milioni di casalinghe»

Paolo Ferrario mercoledì 18 gennaio 2023

La casa è uno dei luoghi di lavoro più pericolosi anche se socialmente non è percepito tale. Eppure, secondo l’Istat, ogni anno si verificano circa 4 milioni di incidenti domestici, di cui 8mila mortali e le categorie più coinvolte sono gli over 65, che costituiscono l’80% degli infortuni mortali, le donne e i bambini. Numeri importanti che superano i già drammatici dati degli incidenti sul lavoro e che hanno spinto il legislatore ad emanare norme per mettere in sicurezza chi lavora in casa propria. Equiparando questa attività, dal punto di vista della tutela dei rischi da infortunio, alle altre forme di occupazione e dando una nuova dignità a chi si occupa della cura della propria abitazione. E non si tratta soltanto di donne. Anche se l’esercito delle casalinghe, pur in calo rispetto agli anni scorsi, supera ancora i 7 milioni, ci sono anche 100mila uomini che si dichiarano casalinghi. Pure per loro è attiva l’assicurazione Inail, obbligatoria per tutte le persone tra i 18 e i 67 anni che si prendono cura della casa e dei propri familiari in maniera abituale, esclusiva e gratuita. Oltre a casalinghe e casalinghi, la platea dei destinatari dell’assicurazione - il premio annuale è di 24 euro, va versato entro il 31 gennaio e garantisce una rendita mensile per inabilità pari o superiori al 16% - comprende studenti fuori sede, pensionati, lavoratori stagionali, a tempo determinato o in cassa integrazione.
«Si tratta di una popolazione molto vasta di lavoratori e lavoratrici a cui, grazie a questa assicurazione, garantiamo maggiore tutela contro gli infortuni, riconoscendole anche una nuova dignità», spiega il presidente dell’Inail, Franco Bettoni.
Perché lavorare in casa è così pericoloso?
Perché il rischio è sempre in agguato: in bagno, in camera da letto, in cucina, in giardino. In casa ci si può scottare, tagliarsi, si può cadere. Per questo è importante tutelarsi. Il premio è davvero alla portata di tutti e, quando il reddito complessivo lordo non supera i 4.648,11 euro l’anno e il reddito familiare lordo è inferiore ai 9.296,22 euro l’anno, il premio assicurativo è a carico dello Stato.
Che cosa succede se non si aderisce entro il 31 gennaio?
Se il pagamento è effettuato entro questa data, la copertura assicurativa decorre dal primo gennaio. Se, invece, il versamento è effettuato dopo tale termine, l’assicurazione decorre dal giorno successivo al pagamento.
Quando si ha diritto alla rendita?
Scatta per inabilità pari o superiori al 16%. In caso di morte, ai superstiti, oltre alla rendita, è corrisposto anche un assegno una tantum di 10.542,45 euro. In caso di inabilità permanente accertata tra il 6% il 15%, invece, si ha diritto a una prestazione una tantum pari a 337,41 euro.
Può fare qualche esempio?
Per il blocco funzionale della caviglia, con un grado di inabilità del 20%, è riconosciuto un rateo mensile di 151,22 euro. La perdita totale del pollice della mano destra in un soggetto destrimane (28% di inabilità) comporta una rendita di 218,11 euro al mese. Per infortuni più gravi, come la perdita della mano destra in destrimane, il grado di inabilità sale al 70% e il rateo mensile a 1.017,85 euro.
Presidente, lavoro domestico a parte, questo inizio d’anno ha già fatto segnare più di dieci infortuni mortali in aziende, nei cantieri, nei campi....
Sono tragedie che coinvolgono migliaia di famiglie e che si devono contrastare aumentando le iniziative di formazione e informazione e sostenendo una nuova presa di responsabilità da parte dei lavoratori e delle imprese. La sensibilizzazione contro gli infortuni sul lavoro deve riguardare tutti gli ambiti della società, a partire, naturalmente, dalla scuola.
A proposito: ha fatto molto scalpore la vicenda del mancato riconoscimento dell’indennità ai genitori di Giuliano De Seta, morto in stage a 18 anni. Come evitare che casi simili si ripetano?
Sulla necessità di modificare la norma che riguarda gli indennizzi agli studenti in alternanza è già intervenuto il Ministro del Lavoro, che ha convocato un tavolo tecnico per il 26 gennaio. Se la norma sarà modificata, l’Istituto si regolerà di conseguenza. Nel frattempo, continueremo ad andare nelle scuole di tutta Italia per promuovere la cultura della sicurezza sul lavoro, un impegno che stiamo portando avanti da tempo con uno specifico gruppo di lavoro. L’obiettivo è il potenziamento e il radicamento di una solida cultura della sicurezza in ogni contesto della vita sociale e civile dell’individuo.