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Coronavirus. 14.372 contagi su 275.179 tamponi, 492 morti nelle ultime 24 ore

Redazione Internet giovedì 28 gennaio 2021

Nelle ultime 24 ore in Italia sono stati rilevati 14.372 nuovi casi positivi da coronavirus e 492 morti a causa della COVID-19. Attualmente i ricoverati sono 23.066 (447 in meno di ieri), di cui 2.288 nei reparti di terapia intensiva (64 in meno di ieri) e 20.778 negli altri reparti (383 in meno di ieri). Sono stati analizzati in totale 164.216 tamponi molecolari e 110.963 test rapidi antigenici. La percentuale di tamponi molecolari positivi è stata dell’8,2 per cento, mentre quella dei test antigenici dello 0,8 per cento.

Nella giornata di mercoledì i contagi registrati erano stati 15.204 e i morti 467.

Scontro Ue-Astrazeneca: “Il contratto sia pubblico”

Le autorità sanitarie belghe hanno annunciato di aver ispezionato lo stabilimento Novasep nella città di Seneffe, in Belgio, che fa parte della filiera europea del vaccino contro il coronavirus Oxford-AstraZeneca, per scoprire se i ritardi previsti nelle consegne del vaccino siano dovuti a problemi di produzione. La Commissione europea aveva chiesto al governo belga di ispezionare la fabbrica in mezzo a un'accesa disputa tra il blocco di 27 nazioni e la società anglo-svedese. I funzionari dell'Ue sono sotto tremende pressioni politiche perché il lancio del vaccino nell'Unione è stato molto più lento di quello in Israele o in Gran Bretagna.
AstraZeneca aveva dichiarato la scorsa settimana di aver pianificato di ridurre le consegne iniziali nell'Ue a 31 milioni di dosi dagli 80 milioni che aveva pianificato a causa della riduzione dei rendimenti dei suoi impianti di produzione in Europa
. L'Ue ha affermato mercoledì che riceverà anche meno di quelle dosi. La commissaria alla Salute Stella Kyriakides ha affermato che AstraZeneca dovrebbe fornire vaccini dalle sue strutture nel Regno Unito se non è in grado di rispettare gli impegni delle fabbriche nell'Ue.

In un’altra riunione con la responsabile Europa dell'azienda, Iskra Reic, Bruxelles è tornata a insistere sul rispetto dei patti, ha chiesto che il contratto sia reso pubblico, ed ha contestato le motivazioni dei ritardi. Si parla di "un taglio nelle consegne ingiustificato e inaccettabile" e si chiede ad Astrazeneca di fare "arrivare le dosi di vaccino dalle fabbriche del Regno Unito". Questo potrebbe innescare nuove potenziali tensioni con Londra, a poco meno di un mese dalla Brexit. Ma Boris Johnson, alle prese con curve epidemiche Covid preoccupanti, è rimasto alla finestra, limitandosi a sottolineare: "Siamo molto sicuri delle nostre forniture e dei nostri contratti".

Alla vigilia dell'attesa autorizzazione dell'Agenzia europea del farmaco all'antidoto di AstraZeneca, attesa per venerdì 29 gennaio, a incendiare il clima erano state mercoledì alcune dichiarazioni del Ceo, Pascal Soriot. "Non c'è alcun obbligo" sul numero di dosi da fornire all'Ue, visto che nel contratto con gli europei c'è scritto chiaramente: "Best effort". Cioè: "Faremo del nostro meglio", ha detto il chairman della Big pharma, aggiungendo che l'esecutivo britannico ha "la priorità sulle dosi prodotte nel proprio Paese" e che sarà necessario attendere un numero di vaccinazioni sufficiente prima di poter "usare gli stabilimenti britannici anche per la fornitura" ai 27.

Una ricostruzione, quella fornita da Astrazeneca - smontata dalla Commissione Ue, che ha richiamato "gli sviluppatori dei vaccini ai loro obblighi morali e contrattuali". "Il 'massimo sforzo possibile'" a cui ha fatto appello Soriot "non è né accettabile né corretto", ha chiarito la responsabile europea alla Salute, Stella Kyriakides. "Abbiamo firmato un contratto di pre-acquisto per fare in modo che producessero determinati volumi di vaccini prima dell'autorizzazione dell'Ema".