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Intervista. Conte: «Il governo arriverà al 2023. Chi scommette su Salvini sbaglia»

Giovanni Maria Del Re - Marco Iasevoli venerdì 13 dicembre 2019

L’apertura ai moderati di Fi: «Responsabili? Se si dimostreranno davvero tali, valuteremo...» L’allarme sulla Libia: conflitto radicalizzato, c’è il rischio di attirare terroristi. Il premier Giuseppe Conte

«Salvini? Non disperda le energie, le conservi...». Si allarga un sorriso ironico, sul volto di Giuseppe Conte. A margine dei lavori del Consiglio Ue, a pochi minuti dalla cena con i capi di governo, il premier si ferma con un gruppo di cronisti. E dopo aver resistito per tutto il giorno alle mille domande sui passaggi di parlamentari da M5s alla Lega, finalmente cede al pressing: «In questo momento ci sono singoli che hanno fatto una scelta. Non li giudico. Poi tra di loro c’è un mio collega, Grassi... Beh, io ci ho lavorato con Salvini, gli auguro maggior fortuna.

Quanto alla sensibilità istituzionale di Salvini – prosegue commentando le accuse di Di Maio, che parla di 'compravendita' di parlamentari operata dal leader del Carroccio – mi sono già pronunciato a sufficienza ». Ma è solo la premessa del messaggio politico vero e proprio del premier: «Se devo fare una valutazione politica d’insieme, dico alle forze di maggioranza, ai parlamentari, anche a chi sente di non aver potuto dare un contributo ed è deluso: stiamo lavorando da qui al 2023 per riformare giustizia, Irpef, green new deal. C’è un percorso e tutti avranno la possibilità di dare un contributo, troveranno riscontro al loro impegno. Chi scommette sulla Lega sbaglia, dovrà aspettare un bel po’ prima di far valere le sue proposte. Poi, è chiaro, ognuno si assume le responsabilità delle proprie decisioni».

La maggioranza tiene, quindi? È solida?
Mi attengo ai numeri di ieri (mercoledì, ndr alla Camera e al Senato.

Un voto che però ha aperto crepe, al punto che si ipotizza la nascita di gruppi di 'responsabili', soprattutto dal fronte moderato di Forza Italia, per puntellare l’esecutivo...
Su questo mi dovete aggiornare voi... Non mi fate immaginare scenari futuri. Se e mai accadrà, si valuterà. Se si dichiarano responsabili, e si comportano da responsabili, saranno i fatti a suggerire valutazioni conseguenti.

Potrebbe nascere anche un gruppo di pentastellati 'contiani'?
Non mi auguro affatto, per nessun motivo, la frammentazione dei gruppi che compongono l’attuale maggioranza.

Non teme nemmeno che il movimentismo di Renzi possa mettere in difficoltà il governo?
Ho fiducia di tutti coloro che collaborano con me, sino a prova contraria. Sono positivo.

Del discorso che ha fatto al Senato sul rapporto tra magistrati e partiti, cosa pensa?
Non mi esprimo. Se devo dire la mia sul tema in generale, credo che tornare al finanziamento pubblico sarebbe sbagliato.

Il vertice di maggioranza di lunedì sera servirà a definire l’agenda per il 2020?
Quello è un lavoro che faremo dopo la manovra. Lunedì dobbiamo parlare di cose più contingenti e ancora aperte: la giustizia, la prescrizione, il maxiemendamento...

Su cosa punterà quando si parlerà dell’agenda per il 2020?
Dobbiamo scalare le classifiche dei Paesi dove si può investire. Significa intervenire su giustizia civile, penale e tributaria. Dopo queste riforme, balzeremo in cima a queste classifiche che tutte le istituzioni economiche guardano con particolare attenzione. Ho già detto della riforma Irpef per abbattere il carico fiscale. E poi sugli investimenti pubblici non sono soddisfatto, dobbiamo fare di più.

Il capitolo Mes è archiviato o ancora aperto? È possibile un ulteriore rinvio a giugno?
Intanto qui a Bruxelles in questi giorni non dobbiamo firmare niente, lo ripeto. Abbiamo una risoluzione parlamentare che ci impegna a fare una valutazione complessiva. Sino a quando non sarà possibile fare una valutazione complessiva del 'pacchetto', non ci affrettiamo a concludere e finalizzare l’accordo.

A margine del vertice Ue incontrerà Merkel e Macron sulla Libia. Siamo al massimo livello di preoccupazione? Non bisognava essere profeti o veggenti per capire che Haftar non poteva stabilizzare la regione. L’ho detto a lui e l’ho detto a chi ha creduto in questa strada. Ho chiesto io l’incontro a Merkel e Macron, dobbiamo aggiornarci in vista della conferenza di Berlino. L’Europa deve parlare con voce sincrona e unitaria. In Libia si sta disvelando a pieno una guerra per procura e prende piede chi dall’esterno è più disinvolto nel fornire finanziamenti e armi senza dover rispondere a una pubblica opinione interna.

Teme anche per la sicurezza interna? Il conflitto si è radicalizzato. E ciò ha l’effetto pernicioso di richiamare terroristi che poi possono muoversi da un punto all’altro, portando pericolo a tutti. Perciò la soluzione è politica. Meglio anticiparla che aspettare ancora.