Attualità

Sperimentazione. Comune di Milano, ecco il bilancio partecipativo

Davide Re sabato 25 ottobre 2014
Si ispira al modello francese (bilan partecipatif) il bilancio partecipativo che il Comune di Milano andrà a sperimentare nei prossimi mesi. Parliamo di nove milioni di euro per investimenti "sottratti alle decisioni della politica e consegnati direttamente nelle mani dei cittadini",  che la giunta comunale guidata da Giuliano Pisapia metterà a disposizione delle zone della città in modo diretto. "Sarà l’esperienza più importante in Italia", hanno detto gli assessori comunali Francesca Balzani (Bilancio) e Carmela Rozza (Lavori pubblici). In pratica questa volta non sarà il Comune a proporre dei progetti ma i cittadini a scegliere cosa fare: incontrandosi, discutendo, assumendosi delle responsabilità nel costruire il proprio pezzetto di città. L’idea non è proprio una novità, tutto nasce a Porto Alegre negli 80, per poi estendersi, con modelli diversi, anche in Europa, a Londra, a Parigi e in diverse città tedesche. Roma e Torino invece hanno coinvolto con investimenti minimi solo poche porzioni di città. A Milano è diverso (forte anche di un emendamento al Bilancio del M5s votato l’anno scorso all’unanimità che chiedeva la sperimentazione e il coinvolgimento diretto dei cittadini nelle scelte del Comune, fissando anche in 200mila euro lo stanziamento per l’applicazione) perché si prevedono investimenti per ben 9 milioni, un milione per ciascuna zona di Milano. Il percorso inizierà con una serie di incontri per spiegare ai milanesi le basi del bilancio e le possibilità offerte con la sperimentazione. Quindi, inizierà la fase delle proposte e della decisione, con voto finale dei cittadini. Il tutto con il supporto di un "ente terzo e indipendente", da individuare via bando, che organizzerà tutto il processo. Sei i mesi di tempo per individuare le priorità (scadenza indicativa a luglio 2015), per lasciare tempo agli uffici tecnici di Palazzo Marino per studiare la fattibilità delle proposte e passare alla progettazione e, infine, alla realizzazione delle opere (che possono essere attività di riordino e riqualificazione di aree pubbliche e di edifici di proprietà comunale) da parte dell’amministrazione. "Sarà un modo per passare dai No a tutto alla responsabilità della decisione", spiegano i due assessori. Con il “bilan partecipatif” a più riprese i venti “arrondissements” parigini sono riusciti a realizzare opere puntuali per il territorio come giardini pedagogici per le scuole di quartiere o il restauro dei 33 chioschi per la musica della città.