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Alle urne. Votano per le comunali 4,5 milioni di italiani. Un test per Meloni e Schlein

Roberta D'Angelo sabato 13 maggio 2023

La chiusura della campagna elettorale per Elly Schlein a Siena

Per Giorgia Meloni è un test, sia pure parziale, sull’operato del suo governo, ma anche una prova di forza nella sua maggioranza (non riuscita alle regionali di febbraio, dove Lega e Fi hanno tenuto). Per il Pd di Elly Schlein, una verifica sulla strategia adottata nei primi mesi di leadership, tra piazza (molta) e incursioni in Parlamento. Ma anche per capire come gestire il fragile rapporto con i 5 stelle, con cui i dem si presentano alleati a macchia di leopardo, ma con il leader 5s Giuseppe Conte che continua a confermare di non volere «un’alleanza strutturale».

Così si apre alle 7 di domenica il voto per le elezioni comunali che coinvolgono i cittadini di 595 comuni, per un totale di 4,5 milioni di votanti, chiamati, con l’incognita dell’astensionismo, a scegliere il proprio sindaco. Alle amministrative del giugno scorso ha votato il 54 per cento degli aventi diritto, con un calo del 5,4 per cento rispetto alla precedente tornata.

Alle urne fino alle 15 di lunedì saranno 13 capoluoghi di provincia (Ancona, Brescia, Brindisi, Imperia, Latina, Massa, Pisa, Siena, Sondrio, Teramo, Terni, Treviso e Vicenza), sette dei quali amministrati dal centrodestra, cinque dal centrosinistra, mentre Latina è retta da un commissario prefettizio dopo la caduta, lo scorso anno, dell’amministrazione di centrosinistra guidata da Damiano Colletta.

Difficile parlare di alleanza tra Pd e M5s, dunque, almeno fino alle prossime europee, dove i due partiti intendono contarsi, per capire chi sarà chiamato a condurre i giochi. Per ora l’apparentamento dem-5s è stato possibile in 4 capoluoghi (Latina, Pisa, Brindisi e Teramo). Con Azione e Italia Viva il Pd ha stretto accordi in 6 (Brescia, Vicenza, Ancona, Pisa, Treviso, Brindisi). Mentre la maggioranza di governo si spacca solo a Massa dove Fdi esprime un suo candidato diverso da quello di Lega, Forza Italia e liste civiche. Tra le situazioni particolari, oltre alla commissariata Latina, c’è Massa, dove il primo sindaco di centrodestra Francesco Persiani è stato sfiduciato lo scorso 1 marzo. Si ricandida a questa tornata con Lega, Forza Italia e liste civiche mentre Fratelli d’Italia sostiene Marco Guidi.

Il centrosinistra prova a riconquistare Massa con Enzo Romolo Ricci. Le due principali forze di opposizione in Parlamento sono unite in 3 città: a Pisa si registra una convergenza tra Pd, M5s e Sinistra Unita a sostegno di Paolo Martinelli. A Teramo Pd e Cinquestelle corrono uniti per il sindaco uscente Gianguido D’Alberto (contro Carlo Antonetti per il centrodestra). A Brindisi la sfida è complessa: Pd e M5s sosterranno Roberto Fusco, mentre il sindaco uscente Riccardo Rossi è appoggiato da una sola lista: Brindisi Bene Comune- Alleanza Verdi Sinistra. Ma qualche altro apparentamento può arrivare per i ballottaggi. Per il centrodestra, Giuseppe Marchionna è il candidato di Fi, Fdi e Lega, mentre Pasquale Luperti è sostenuto da Movimento Regione Salento e Uguaglianza cittadina. Tra le curiosità, senz’altro la sfida di Imperia con l’uscente di centrodestra Claudio Scajola, ex ministro dell’Interno, contro il vicecommissario di polizia Ivan Bracco (per il centro-sinistra), che dal 2010 ha indagato su Scajola per sei diverse inchieste, tutte archiviate tranne una, quella in cui il politico avrebbe favorito la latitanza dell’ex deputato di Fi Amedeo Matacena (in primo grado è stato condannato a 2 anni). L’unico partito presente ovunque con una lista è il Pd, gli altri non sono presenti in almeno un comune. Quanto al Terzo polo, correrà unito in 6 capoluoghi, con Matteo Renzi rimasto defilato e Carlo Calenda che nega il valore politico di questo test. Anche se gli altri attori non concordano affatto.