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Colleferro. Addio Willy, ucciso per altruismo. Il vescovo: siamo tutti corresponsabili

Redazione Internet lunedì 7 settembre 2020

Willy Monteiro Duarte, il 21enne picchiato a morte nella notte a Colleferro

Hanno trascorso la prima notte nel carcere romano di Rebibbia i quattro giovani arrestati per il brutale omicidio di Willy Monteiro Duarte avvenuto sabato scorso a Colleferro, alle porte di Roma. Una notte di inaudita violenza costata la vita al ragazzo di 21 anni di origine capoverdiana e residente nella vicina Paliano.

Il giovane è morto dopo essere stato picchiato a sangue dal branco mentre tentava di placare una rissa. Inutile l'intervento dei sanitari del 118, Willy è giunto in ospedale senza vita. I suoi assassini sono di Artena e hanno tra i 22 e i 26 anni. Devono rispondere di omicidio preterintenzionale. Si tratta di M. P. 22 anni, F. B. di 23, M. B. e G. B. rispettivamente di 24 e 26 anni.

Secondo una prima ricostruzione, Willy e l'amico sarebbero rimasti coinvolti in una rissa in un locale e quando il branco ha aggredito l'amico, Duarte sarebbe intervenuto invitando gli aggressori a smetterla. Ma i quattro si sono accaniti sul ragazzo massacrandolo di botte. E scappando subito dopo a bordo di un'auto di grossa cilindrata. Un pestaggio opera di un gruppo di coetanei, già noti alle forze dell'ordine.

Due dei quattro giovani arrestati (un quinto è stato indagato) sono fratelli, già noti per la loro propensione alla violenza, l'amore per gli sport violenti e l'aspetto minaccioso.

Willy, figlio di una coppia di capoverdiani trasferitasi molti anni fa a Paliano e impegnata in una locale azienda agricola, era cresciuto nel piccolo centro della provincia di Frosinone ed era perfettamente inserito nel paese, dove giocava nella locale squadra di calcio e dove aveva anche partecipato alla sfilata in abiti storici per la rievocazione del Palio. Aveva una sorella più piccola, frequentava l'istituto alberghiero di Fiuggi e lavorava come aiuto cuoco all'Hotel degli Amici di Artena.

Oggi è giornata di lutto cittadino a Colleferro e Paliano. "Sconforto e disperazione. Questo è quello che prova in questo momento la nostra Città per la perdita del nostro Willy: uno splendido ragazzo che si è trovato nel posto sbagliato, nel momento sbagliato" si legge sulla pagina Facebook del Comune di Paliano, dove il ragazzo abitava.

Tutta la città si stringe intorno alla famiglia e ne condivide l'immenso dolore. In segno di lutto, sono annullati tutti gli eventi del "Weekend dello Sport" in programma nella giornata ieri. "Si tratta di un omicidio assurdo di un ragazzo perbene e un grande lavoratore. Una tragedia a Colleferro che è una città di persone operose e di grandi lavoratori e non è da mettere al bando" ha detto l'assessore regionale alla Sanità Alessio D'Amato.

Un pensiero affettuoso anche dalla Roma, di cui Willy era tifoso: "Sognava di poter indossare un giorno la maglia della sua amata As Roma. Questo sogno è stato spezzato la notte scorsa, nel modo più tragico e brutale possibile. I nostri pensieri vanno alla famiglia e agli amici di Willy. Riposa in pace, Romanista", così la società sportiva ha ricordato il giovane su Twitter.

Il vescovo: siamo tutti corresponsabili

"Siamo tutti corresponsabili", "seduti su una polveriera che può esplodere" da un momento all'altro. È la denuncia del vescovo di Velletri, mons. Vincenzo Apicella, dopo la morte di Willy Monteiro. "L'ennesimo atto di feroce e assurda violenza, cui non possiamo
rassegnarci - dice il presule -ucciso a calci e pugni da quattro coetanei, nostri condiocesani, durante una rissa di cui non conosciamo i motivi e a cui era molto probabilmente estraneo".

"Tutti siamo corresponsabili - denuncia il vescovo -. Da dove provengono i virus della prepotenza, della violenza, della vigliaccheria, del disprezzo della vita, della stupidità che generano queste tragedie e gettano nella disperazione intere famiglie e comunità? Siamo quotidianamente seduti su una polveriera, che può esplodere improvvisamente e di cui non abbiamo consapevolezza".
Apicella si rivolge alle famiglie, alla Chiesa, alla scuola, alle istituzioni "perché siano partecipi "di quella fondamentale e
indispensabile opera di civiltà che si chiama educazione e che va rivolta a tutti, anche agli adulti". E chiede ai parroci di diffondere
il messaggio nella prossima messa domenicale.

Il parroco: barbarie pura

"Barbarie pura" quella che ha portato a massacrare a morte il giovane Willy Monteiro da parte di un gruppo di coetanei. Don Luciano, parroco di Colleferro, parlando con l'Adnkronos dell'atroce pestaggio, va oltre la denuncia. Per cercare di capire il
perché di tanta "follia". "Dietro questi ragazzi c'è il vuoto, un vuoto di valori, di famiglie scardinate, latitanti. Oggi sono i social a educare... Ma anche la Chiesa - ammette il sacerdote che ieri sera ha incontrato i famigliari di Willy insieme al sindaco - non riesce più ad incidere, a fare quello che faceva prima. Davanti abbiamo un muro: il muro dei facili guadagni, di una economia che rischia di prevalere sull'uomo, dei social, della droga".

Il parroco di Colleferro parla avendo negli occhi il teatro del pestaggio: "In quel boschetto, dopo la mezzanotte, inizia la 'vita':
droga e prostituzione. Ci si prostituisce per 10/15 euro per potere comprare droga. Quel parchetto è un tappeto di preservativi la
mattina. Ho pure suggerito alle forze dell'ordine di mandare uomini in borghese ma ho l'impressione che si lasci correre. Che ci si sia arresi".

Don Luciano torna alla notte del pestaggio: "E dire che quel ragazzo, Willy, era lì per mettere pace dopo avere terminato la sua giornata di lavoro come aiuto cuoco. Colleferro non c'entra nemmeno molto visto che questi sono barbari di Artena. Siamo alla pura follia, ma la verità è che raccogliamo i frutti amari della mancanza di valori condivisi. Non solo non vale più il principio di amare il prossimo, si è smarrito il senso della ragione. In balia della 'cultura' dei Superman, della forza, della violenza cieca e gratuita".