Clima. Italia Paese più a rischio, hotspot del cambiamento climatico
La forte grandinata nella notte tra martedì e mercoledì a Milano con chicchi di grandine enormi
Cambiamento climatico, è sempre più emergenza. Soprattutto per l'Italia, "hotspot" del Mediterraneo per quanto riguarda gli eventi estremi. "Siamo oramai entrati in una fase di anormalità climatica permanente che ha già modificato il ciclo dell'acqua, aumentando frequenza e intensità di eventi meteoclimatici estremi. L'Italia, al centro dell'hotspot climatico del bacino Mediterraneo, è un Paese più a rischio di altri, con aumento di temperatura di quasi 3 °C rispetto al periodo pre-industriale, a fronte di una media mondiale di +1,1 °C. Viviamo in un territorio particolarmente fragile, in cui 12 milioni di persone vivono in aree che potrebbero essere soggette ad alluvioni e vediamo aumentare ogni anno gli eventi di precipitazioni a carattere eccezionale". Lo ha dichiarato Andrea Barbabella, Responsabile scientifico del network Italy for Climate, alla 4/a Conferenza nazionale sul clima a Roma.
La disponibilità di acqua in Italia è calata del 20% negli ultimi decenni: se non arresteremo il riscaldamento globale, la causa principale della riduzione, la disponibilità di acqua potrebbe ridursi in breve tempo del 40%, con punte del 90% in alcune aree del Meridione. L'Italia gode storicamente di una buona disponibilità di acque: è ancora terza in Europa per disponibilità della risorsa idrica (dietro solo a Francia e Svezia), con circa 130 miliardi di m3 disponibili ogni anno. Ma nonostante siamo il Paese europeo con i più alti livelli di stress idrico, manteniamo i livelli record di prelievo di acqua in Europa: con quasi 40 miliardi di m3 all'anno l'Italia è prima e preleva più del 30% della disponibilità idrica annua.
L'acqua prelevata in Italia viene destinata per il 41% all'agricoltura, il 24% ad usi civili, il 20% all'industria e il 15% alla produzione di energia elettrica. Siamo il secondo paese europeo per prelievi destinati all'agricoltura (dopo la Spagna) ma non sono state attivate procedure avanzate di contabilizzazione degli usi agricoli e non stiamo migliorando la nostra performance.
L'Italia vanta anche il record europeo di acqua prelevata per usi civili: con 9 miliardi di m2 ogni anno (e +70% rispetto al 2000). Ciò è dovuto all'alto livello di perdite della rete idrica nazionale (che sono in continua crescita e hanno superato il 40%), ma anche ad una scarsa abitudine alla riduzione degli sprechi: un italiano consuma 220 litri di acqua, il doppio dell'acqua consumata da un cittadino medio europeo. L'Italia è anche il primo paese Europeo per utilizzo di acqua in industria: 4 volte più della Germania e 8 volte più della Francia.
Le 10 proposte di Italy for Climate
Dieci azioni per affrontare la crisi climatica e quella idrica. A stilarla e Italy for Climate in occasione della 4° Conferenza Nazionale sul Clima. Al primo punto: aggiornare e rendere più incisive le misure di mitigazione e di adattamento. Poi: aumentare l'impegno climatico, tagliando le emissioni nette del 58% al 2030 (rispetto al 1990) e raggiungere la neutralità climatica al 2045.
Per far questo, tra le altre cose, si deve spingere sulle rinnovabili e, tra queste, sfruttare a pieno il potenziale dell'idroelettrico; adottare una Legge per il Clima; migliorare il livello di conoscenza delle risorse idriche in Italia, con un quadro aggiornato di tutti i settori; rinnovare le infrastrutture e tagliare le perdite di rete, oggi pari al 42% del prelievo per uso civile.
E ancora: promuovere un uso più efficiente e circolare dell'acqua in agricoltura; promuovere l'uso efficiente e circolare dell'acqua nelle industrie, agevolando gli investimenti; verificare gli aggiornamenti dei Piani di gestione del rischio alluvioni; valorizzare soluzioni basate sulla natura: è necessario che vi siano aree o casse di espansione controllata delle piene e che i fiumi possano espandersi maggiormente nei loro corsi naturali. Infine: valorizzare il ruolo delle città che possono contrastare le ondate e le isole di calore, aumentando le infrastrutture verdi e contribuire a ridurre i rischi di alluvione, riducendo le impermeabilizzazioni di aree urbane e di parcheggi.