Attualità

Scenari. Cambiamenti climatici, proteggere Milano si può con il verde

Leonardo Servadio sabato 22 luglio 2023

Il Parco Biblioteca degli Alberti (Bam) a Porta Nuova a Milano

Muri intonacati bianchi, viottoli ombreggiati dove tra le lastre di pietra compaiono ciuffi d'erba. La città storica mediterranea resta fresca con sistemi semplici ed efficaci. Le superfici chiare riflettono l'irraggiamento solare e non si scaldano, l'umidità evapora e raffresca: invece quelle nere, come le strade asfaltare, assorbono la luce, sono impermeabili e conservano le alte temperature. La città attuale è divenuta una trappola di calore. Un'immagine da satellite diffusa a inizio di luglio dà conto del problema: poche zone verdi con temperature ridotte (il parco Sempione, i giardini Montanelli, la biblioteca degli Alberi). Tutto il resto è in rosso: le superfici orizzontali (strade e coperture degli edifici) superano i 40 gradi. Agli antipodi della città mediterranea. Che fare allora?


«Molte occasioni sono state perse – nota Ottavio Di Balsi, che oltre ai progetti propri cura quelli di Renzo Piano a Milano – sarebbe stata necessaria una programmazione strategica. Aprire nuovi parchi: son questi che modificano il clima delle città. A Londra ce ne sono tanti. E viali alberati. Al tempo del concorso per Citylife, Renzo Piano propose di fare dell'ex fiera un nuovo parco, grande la metà di quello del Sempione. Ma le cose sono andate diversamente. Il verde, che contribuisce al controllo climatico, finisce in spazi di risulta. Ma bisogna trovare il modo di incidere sulla città che c'è...». Se al posto delle auto perennemente ferme ai lati delle strade ci fossero siepi o alberi... Se sui tetti ci fossero pannelli fotovoltaici l'irraggiamento solare venisse tutto trasformato in energia... Se l'asfalto delle strade fosse permeabile e consentisse l'evaporazione anziché rendere impermeabile il suolo... Tanti “se”.


«Ma non sono utopie» riferisce Massimo Roj, uno dei progettisti milanesi più noti nel mondo. «Con Gianni Verga, urbanista con una lunga esperienza nell'amministrazione regionale e cittadina, già un paio di anni fa presentammo un piano di rigenerazione urbana incentrato sulla zona di San Siro, e lo stiamo riproponendo ora. Qui sono molte le case popolari il cui pessimo stato di conservazione richiede continui investimenti manutentivi che comunque non ne cambiano realmente le condizioni. Con un'opera concertata tra pubblico e privato, realizzando nuovi edifici a torre, di una dozzina di piani invece dei 4-5 attuali, si apriranno nuove zone a giardino. In project financing, l'opera sarebbe a costo zero per l'amministrazione pubblica e darebbe la stessa quantità di abitazioni popolari oggi esistenti, ma sarebbero nuove ed efficienti. E tanti spazi verdi».


Una prospettiva interessante ma limitata, nella vastità della metropoli. «Infatti, proponiamo tanti altri interventi possibili che, sommati, progressivamente renderebbero la città più efficiente sul piano energetico e dotata di un clima migliore. Alcuni esempi. Coerentemente a quanto indicato recentemente da Arianna Censi, assessore alla mobilità urbana, ridurre le dimensioni delle carreggiate asfaltate per diffondere camminamenti lastricati, e pertanto permeabili e meno soggetti all'accumulo di calore; favorire gli orti urbani, anche su balconi e terrazzi (bastano 50 mq e pochi centimetri di terra per coltivare piante); aprire alcuni laghetti, anche piccoli (vicino al mio studio, in zona Iulm, in una pozza di poche decine di metri sono arrivate le rane e le anatre); riaprire i navigli (accanto ai corsi d'acqua la temperatura è sempre più controllata); imitare alcune soluzioni che si sono dimostrate funzionali all'estero, come a Barcellona dove la pedonalizzazione apre spazi per la diffusione di aiuole e fioriere e permette la circolazione di auto solo attorno al perimetro dei quartieri, o a Madrid e altre città spagnole, dove le strade pedonali sono ombreggiate in estate da veli e a volte si trovano diffusori di vapore acqueo. Tanti interventi che messi assieme offrono non solo un migliore controllo del clima ma favoriscono anche la socializzazione: Così si rafforza la cultura del vivere in spazi pubblici condivisi e gradevoli. Anche in estate».