Rotta balcanica: dopo lo sgombero a Idomeni / 2 . Cinquecento persone al giorno superano il confine ungherese
La sua carnagione chiarissima ha tratto in inganno anche l’autista macedone del bus che lo ha portato fino al confine serbo senza chiedergli il passaporto, credendolo un turista. Una volta alla frontiera i poliziotti serbi lo hanno trattenuto per diverse ore, ma alla fine gli hanno fatto capire che avrebbero chiuso un occhio, permettendogli di attraversare le montagne e raggiungere il campo di Preševo, in Serbia. Osman è uno dei pochi profughi presenti tra le tende delle Acnur, semivuote dopo che la rotta balcanica è stata chiusa lo scorso 19 marzo, quando l’Ue ha firmato l’accordo con la Turchia (finora meno di 1000 i ricollocamenti dei profughi siriani, ndr).
Numeri e confini porosi. Se nella traversata del Mediterraneo sono morte almeno 2.510 persone nei primi 5 mesi del 2016 (dati Acnur) sul versante orientale la crisi umanitaria non dà segnali migliori: negli ultimi tre mesi la rotta balcanica ha tenuto in ostaggio, tra filo spinato e campi che avrebbero dovuto essere solo di transito, migliaia di persone, donne e bambini perlopiù, costrette a sopportare condizioni disumane e impossibilitati a chiedere protezione internazionale. Ciononostante «almeno 500 profughi ogni giorno riescono a passare - dice Darko Tot, responsabile nazionale di Caritas Serbia - oltre la frontiera ungherese», sebbene quel confine sia formalmente chiuso. In altre parole, le persone non si fermano, o meglio devono rallentare i più deboli, resta bloccato chi non ha soldi o ha già contratto con i trafficanti debiti troppo alti. Solo da Policastro, in Grecia, ci vogliono almeno 1.500 euro a persona per attraversare la Macedonia e raggiungere Belgrado. Chi li ha, riesce a passare; chi non li ha arranca nella miseria e si ritrova costretto a vendere in Grecia sigarette di contrabbando macedoni o a fare affari mettendo su un negozietto di alimentari nel campo profughi. Le tariffe per i bambini sotto i 5 anni sono circa la metà, il che significa solo per quella tratta 5-6mila euro a famiglia. A fondo perduto, perché se qualcosa va storto alle frontiere, nessun trafficante restituisce indietro denaro.