Salute. Cecità evitabile con il progetto Università Cattolica-Novartis
Care e Health Technology Assessment, e realizzato in collaborazione con Novartis, azienda che è già stata promotrice in Italia di una serie di iniziative quali una campagna di sensibilizzazione per promuovere la
consapevolezza sulle maculopatie rivolta ai cittadini e la creazione di un Osservatorio sui costi della cecità legale.
L’osservazione dei risultati del pilota del progetto “Value Blindness Care”, realizzato attraverso lo studio dei database amministrativi regionali relativi alla popolazione trattata attraverso iniezioni intravitreali, offre un primo spaccato dal quale emerge un quadro di sostanziale eterogeneità di presa in carico della popolazione affetta che, sebbene spiegata in parte dalla variazione dello spettro di patologia e dalla risposta individuale ai differenti possibili schemi di trattamento, in un contesto di generale aumento della domanda a invarianza/riduzione di risorse, evidenzia un rischio di un aumento delle variazioni ingiustificate e, in ultima istanza, delle diseguaglianze di salute. Difatti, secondo Andrea Silenzi e Giovanna Elisa Calabrò, ricercatori di Vihtali, «il modello assistenziale tradizionale basato su monadi assistenziali e sul riferimento disorganizzato al centro ultra specialistico non può più rappresentare una soluzione sufficiente così come emerge la necessità di sviluppare servizi a cavallo tra il mondo dell’assistenza sanitaria e della sfera di supporto psico-sociale per garantire la continuità di cura e scongiurare l’abbandono del percorso da parte del paziente».A integrazione dei dati sulla governance dell’assistenza, i dati di costo diretto e indiretto della patologia che causa in media ogni anno in Italia oltre 15.300 casi di ciechi civili dovuti a maculopatie, fanno registrare un peso complessivo a carico dell’Inps, tra pensioni e indennità, di ben 113 milioni di euro l’anno, come evidenziato da Francesco Saverio Mennini, del Ceis dell’Università di Roma “Tor Vergata” e coordinatore dell’Osservatorio italiano sui costi della cecità legale promosso da Novartis. L’analisi del dato economico nazionale sui costi di previdenza e assistenza evidenzia, quindi, come sia necessario operare per diminuire la spesa per disabilità e trattamenti sanitari indiretti (traumatismi, malattie mentali, etc.) per recuperare margine da investire nella prevenzione e gestione ottimale dei servizi. «Quando si parla di aspettativa di vita ormai non ci si riferisce in automatico soltanto alla durata della vita bensì anche e soprattutto alla durata della salute - ha detto nella sua lettura magistrale Sir Muir Gray, dell’Università di Oxford, tra i promotori negli anni ‘90 della nascita dell’Evidence Based Medicine e oggi ideatore della via europea alla Value Based Medicine -. La degenerazione maculare legata all’età è una condizione invalidante per la popolazione anziana, i rischi associati sono molteplici e condizioni quali la depressione e il rischio di cadute, fratture e traumatismi aumentano esponenzialmente. La disponibilità di farmaci “salva – vista” deve andare di pari passo con una corretta governance dei servizi che inizi dall’identificazione precoce dei casi nella popolazione suscettibile e dall’emersione di percorsi facilitati di
gestione e continuità terapeutica comprensibili per il paziente».L’evento scientifico è introdotto e moderato da Carlo Favaretti, coordinatore scientifico del progetto, e ha visto la partecipazione di Walter Ricciardi, presidente dell’Istituto Superiore di Sanità e Stefano Vella,
presidente dell’Agenzia Italiana del Farmaco.«È centrale migliorare la qualità assistenziale e la qualità percepita dal paziente affetto da cecità evitabile attraverso il perfezionamento del percorso diagnostico terapeutico assistenziale che ha nei Centri Retina delle Cliniche oftalmologiche dei nodi fondamentali, ma che deve anche potersi sviluppare attraverso reti e percorsi chiari e definiti, monitorati secondo i dettami della Value Based Health Care (valutazione continua dei risultati di salute in rapporto alle risorse investite) e gestiti in un’ottica di popolazione (ovvero prevenendo tutti i casi che lo studio del dato epidemiologico e dei flussi di informazione provenienti dai dataset clinico-amministrativi permette di individuare e predire)», ha affermato Ricciardi.
Secondo i ricercatori di Vihtali, che hanno analizzato le principali esperienze nazionali di gestione della patologia comparandone i risultati con i dati provenienti dallo studio della letteratura nazionale e internazionale, il percorso di presa in carico dei pazienti affetti da maculopatia degenerativa presenta ampi margini di miglioramento in quanto alla presenza ormai consolidata di presidi terapeutici “salva-vista” e all’evoluzione delle competenze della medicina oculistica fa da contraltare un’assistenza sanitaria a macchia di leopardo dove si sconta una limitazione strutturale nel processo di diagnosi precoce e individuazione dei pazienti affetti nonché una forte difficoltà nel garantire ai pazienti presi in carico la necessaria continuità di trattamento.«Value Blindness Care rappresenta un primo passo verso un necessario cambio di paradigma - afferma Fulvio Luccini, direttore del Patient Access di Novartis Italia - in cui lo scopo comune deve diventare l’allocazione efficiente e appropriata di risorse sanitarie sempre più esigue e la creazione di valore sia
per il singolo sia per la comunità. Come azienda riconosciamo la responsabilità del nostro ruolo e, al fine di dare un contributo effettivo allo sforzo congiunto di affrontare il bisogno di salute della popolazione nel rispetto della sostenibilità della spesa, è stato definito nei mesi scorsi un accordo con Aifa per un più ampio e appropriato accesso al trattamento con ranibizumab nei pazienti affetti da maculopatia per cui i medici possono oggi concretamente utilizzare il farmaco superando alcuni dei problemi che ne hanno finora limitano la durata e l’efficacia del trattamento».