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LOTTA ALLA CRIMINALITA'. Rischio faida a Catania Settanta indagati, 50 arresti

mercoledì 21 ottobre 2009
Stroncata sul nascere una faida che si annunciava sanguinosa tra due clan, Cappello e Santapaola, che si contendono la gestione degli affari criminali a Catania e provincia. Sono settanta complessivamente le persone indagate. La polizia stanno eseguendo fermi per associazione mafiosa nei confronti di 50 presunti appartenenti alle cosche. Il provvedimento è stato emesso dalla Direzione distrettuale antimafia della Procura della Repubblica etnea. Inoltre il pm ha chiesto l'ordine di carcerazione per 20 persone.La maggior parte dei fermati sarebbero legati al gruppo dei Cursoti del boss detenuto ergastolano Salvatore Cappello che sarebbe diventato egemone nel capoluogo etneo. L'8 ottobre scorso un'operazione della Procura ha interrotto un summit dei vertici di Cosa nostra etnea, che si erano riuniti sotto la guida del superlatitante Santo La Causa, per stabilire che tipo di 'risposta' dare all"espansione' del clan Cappello. La Procura ha chiesto al Gip di emettere un'ordinanza di custodia cautelare nei confronti di altri 20 presunti appartenenti alla cosca Cappello già detenuti per altra causa. Per tutti l'ipotesi di reato è di associazione mafiosa. Secondo l'accusa farebbero parte del gruppo di 'giovani leoni' legati al clan dei Cursoti che stavano per prendere il sopravvento sui storici gruppi di Cosa nostra, legati alle 'famiglie' Santapaola, Ercolano e Laudani. Per questo la cosca emergente aveva progettato degli omicidi di esponenti del gruppo rivale. Piani intercettati dalla polizia di Stato che hanno fatto scattare i provvedimenti di fermo disposti dalla Direzione distrettuale antimafia della Procura di Catania "per gravi motivi di ordine pubblico".L'accelerazione nell'inchiesta sarebbe arrivata dopo la notizia dell'esistenza di un piano per commettere un duplice omicidio che stava per passare alla fase realizzativa. La squadra mobile della Questura aveva acquisito notizie certe sull'agguato individuando esecutori materiali, armi da usare, la data e anche l'orario quando sarebbe stato messo in atto. Per questo la polizia avrebbe fatto sapere del progetto criminale, in maniera informale, agli obiettivi dei sicari e il giorno fissato i due esponenti del clan Santapaola sarebbero rimasti a casa.