Attualità

Il delitto a una svolta. Yara, vertice in Procura. «Dna è prova»

lunedì 23 giugno 2014
Inquirenti e investigatori che si occupano del caso di Yara Gambirasio faranno il punto sulla situazione delle indagini oggi in Procura a una settimana dal fermo di Massimo Giuseppe Bossetti, il muratore bergamasco fermato lunedì scorso. Saranno presenti, oltre ai poliziotti e i carabinieri bergamaschi, anche personale dello Sco, del Ros dei carabinieri e il comandante dei Ris, il reparto investigazioni scientifiche dell'Arma, il colonnello Giampietro Lago. Da studiare anche le prossime mosse sul fronte delle indagini che sono proseguite in questi giorni anche per verificare il racconto del muratore che continua a proclamarsi innocente. "Non avrei mai potuto fare un gesto simile, non sono capace di fare male a nessuno e ho dei figli della stessa età di Yara", continua a ripetere Bossetti, da lunedì scorso in isolamento in carcere. Prima davanti al gip e al suo avvocato, poi di fronte a chi lo assiste dietro le sbarre, ribadisce di essere cresciuto "sapendo di essere figlio di Ester Arzuffi e di Giovanni Bossetti", e non di Giuseppe Guerinoni il cui dna ha dato una svolta al caso, di "non aver mai conosciuto Yara" e che se fosse successo a sua figlia "non avrebbe avuto neanche la forza di lavorare".Intanto gli inquirenti, sollecitati dalla difesa legale di Bossetti, fanno sapere che si potrà ripetere l'analisi del Dna sulle tracce biologiche trovate sul corpo di Yara. "Credo che si possa tranquillamente andare a giudizio immediato". Così il procuratore di Bergamo Francesco Dettori ospite di '24 Mattino' su Radio 24 parla del caso Yara Gambirasio. "La decisione di richiederlo spetta al pm Ruggeri, ma ritengo di sì, che si possa fare il giudizio immediato. Dopo tanti anni, se si riesce ad arrivare a un giudizio dibattimentale il più rapido possibile significa anche dare un giusto conto del funzionamento della macchina della giustizia". Sulla prova "principè, quella del dna, Dettori ha affermato che: "La nostra è una certezza processuale basata su prove scientifiche praticamente prive di errore. Questa prova è stata stabilita in un contesto oggettivo molto ben specifico"."Quando pensiamo a un omicida, pensiamo a una persona feroce. Qui siamo in presenza di una persona normalissima, padre di 3 bambini, oso sperare che non sia lui". Don Corinno Scotti, parroco di Brembate, lo ha detto durante la messa della domenica, a sei giorni dal fermo del presunto omicida di Yara Gambirasio, parlando del muratore Massimo Giuseppe Bossetti. "Cari padri e madri - ha proseguito nell'omelia -, voi volete che nessuno faccia del male ai vostri figli, ma quello che più dovete volere è che loro non facciano male a nessuno". Poi ha ricordato le parole del padre di Yara, Fulvio, che nei giorni scorsi gli aveva detto: "Dì di pregare per la loro famiglia - riferito ai Bossetti - perché stanno soffrendo ancor più di noi".