Attualità

L'OPPOSIZIONE. Casini: basta minacce, così è guerra

 Roberta D’Angelo giovedì 20 gennaio 2011
Si fanno i conti in casa del terzo polo. I sondaggi cominciano a diventare interessanti e Udc, Fli e Api possono ragionare di elezioni. Ma prima resta aperta la subordinata, sulla quale Pier Ferdinando Casini non si pronuncia apertamente, ma lo fa il segretario dell’Udc Lorenzo Cesa. Potrebbe essere Gianni Letta a salvare la legislatura, ma il premier deve fare un passo indietro. Anche perché sulla posizione di Berlusconi né Casini né Fini fanno sconti. L’ex presidente della Camera non apprezza quella che considera una «dichiarazione di guerra» ai magistrati, e invita il premier a «controllarsi» e a pensare di non essere «il padrone del Paese». E ieri il presidente della Camera ha detto la sua, dopo i primi giorni di silenzio: «L’unico che trova qualcosa di divertente è il presidente del Consiglio, francamente non so cosa ci sia da divertirsi».Non è tenero il leader di Fli. «Gli italiani – dice – sono sconcertati per la gravità delle accuse», e «certamente è legittimo essere preoccupati per quello che sta accadendo, soprattutto per il buon nome dell’Italia nel mondo. Credo che molti italiani siano sconcertati per la gravità delle accuse mosse al presidente Berlusconi». Perciò non c’è molto da ridere, ragiona il presidente della Camera.In piena sintonia con Fini, Casini va giù duro. «Nessun leader può minacciare punizioni ai magistrati: ci si può indignare, si può polemizzare, ma soprattutto bisogna difendersi nelle sedi proprie», insiste. Invece la situazione è diventata paradossale, spiega Casini. «Noi facciamo l’opposizione come sempre, in un momento in cui lo stato di diritto viene meno: ormai siamo in una Repubblica di videomessaggi», e nei messaggi si assiste, denuncia Casini, a «una escalation». Piuttosto il leader centrista indica la strada che andrebbe percorsa. Un suggerimento rivolto al premier Berlusconi. «Un passo indietro del presidente del Consiglio rafforzerebbe la maggioranza». Si tratterebbe di una scelta importante anche perché, dice il leader udc, «c’è un discredito internazionale che è sotto gli occhi di tutti». E allora «il modo migliore più decoroso e più dignitoso che ha il capo del governo è di rispondere ai giudici. Se queste imputazioni sono finte, si deve scoprire che sono finte. Ma, se le cose stanno diversamente, è chiaro che la cosa che deve fare gliela suggerisce il buon senso, non è che glielo dobbiamo dire noi». Quanto a Letta, sostenuto apertamente dal segretario dell’Udc Lorenzo Cesa, Casini replica: «Non ho mai creduto che la politica sia una persona e quando finisce questa persona è il diluvio, la vita continua».Ma il terzo polo va oltre. In una riunione per cominciare a mettere a punto la strategia per le amministrative i tre partiti hanno valutato lìipotesi del voto anticipato. «Siamo prontissimi. Scaldiamo i motori perché si è rotto il rapporto di fiducia tra Berlusconi e gli italiani», chiosa il leader dell’Api Francesco Rutelli.