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Diocesi. A Carpi nasce «l'orto del vescovo»: lavoro e dignità a 25 contadini Down

Ermanno Caccia giovedì 4 maggio 2017

Il vescovo Cavina nell’orto diocesano con gli agricoltori della coop sociale Nazareno

Si parte da una metafora: il contadino quale "custode" della fertilità del terreno che gli è stato affidato e che coltiva, per preservarne le migliori condizioni. Ieri mattina, presso la sede della Cooperativa Nazareno a Villa Chierici, il vescovo di Carpi Francesco Cavina, ha inaugurato un progetto, complesso nella struttura, ma altrettanto realizzabile negli intendimenti e nelle finalità: "L’orto del vescovo". Si tratta di una iniziativa nata in simbiosi mutualistica tra la Diocesi e la Cooperativa Sociale Nazareno, nelle persone del vescovo Cavina, del presidente della Cooperativa Sergio Zini, del fiduciario economico vescovile Paolo Ranieri e di Marco Viola, vice presidente della Cooperativa.

L’accordo prevede, da parte della Diocesi in quanto proprietaria, l’affitto alla Nazareno per la durata di 15 anni di un appezzamento di terreno di Villa Chierici. Sono 5,6 ettari da destinare a coltivazione di prodotti biodinamici. Il canone di locazione verrà corrisposto alla Diocesi con i prodotti agricoli derivanti dal raccolto che, tramite la Caritas diocesana e quelle parrocchiali, verranno distribuiti alle famiglie bisognose con figli. La Cooperativa infatti si è impegnata nell’affidare la coltivazione dell’orto a 25 ragazzi diversamente abili che, con tale incarico, saranno coinvolti in un’attività lavorativa e, nel contempo, risulteranno artefici in prima persona di un prodotto destinato, in parte, alla beneficenza.

«Il progetto nasce da una oggettiva lettura della realtà – afferma il Vescovo Francesco Cavina –: sono molte le famiglie che faticano ad avere una vita dignitosa». Varie sono le iniziative che la Diocesi porta avanti in questa prospettiva: il progetto di micro credito 'Fides et Labor'; la 'Cittadella della Carità', nuova sede degli uffici pastorali della Carità (la cui prima pietra è stata benedetta da Papa Francesco durante la sua visita a Carpi il 2 aprile scorso, ndr). E, appunto, l’orto del vescovo.

«Questa iniziativa – prosegue monsignor Cavina – si inserisce nel più generale impegno che ha sempre la Chiesa porta avanti: annunciare la parola di Gesù e insegnare a vivere la carità. Di conseguenza, questa non vuole essere semplicemente un opera caritativa e sociale verso le famiglie bisognose, ma rientra nella più ampia visione della carità evangelica, fondata sull’annuncio della salvezza da parte del Signore». «Un’iniziativa che si colloca pienamente nello spirito della nostra Cooperativa – conclude il presidente Zini –: le persone fragili sono utili alla società. Attraverso l’Orto del Vescovo, i nostri ragazzi garantiscono la fertilità del terreno e si rendono utili per gli altri. È una straordinaria possibilità di riscatto: per i nostri giovani ospiti e per le famiglie bisognose».