Attualità

Emergenza. Caritas: "Raddoppiati i nuovi poveri". Il virus cambia i servizi diocesani

Paolo Lambruschi sabato 2 maggio 2020

Un volontario Caritas consegna aiuti alimentari a domicilio

Da lunedì 4 maggio l’Italia che prova a ripartire non può dimenticare chi è rimasto indietro. Secondo la Caritas italiana, che ha diramato in mattinata un primo report sulla nuova povertà da lockdown e le risposte, dopo due mesi di isolamento è infatti raddoppiato il numero dei poveri che per la prima volta si sono rivolti ai Centri di ascolto e ai servizi delle Caritas diocesane rispetto al periodo di pre-emergenza. Caritas che pagano un tributo pesante di malati e morti di Corona virus. Secondo il monitoraggio sono infatti risultati positivi al virus 42 tra volontari e operatori in 22 Caritas diocesane e in 9 Caritas si sono registrati 10 decessi.

L’organismo pastorale della Cei, che dall’inizio dell’emergenza Covid-19 ha intensificato il contatto e il coordinamento di tutte le 218 Caritas diocesane, ha comunicato di aver organizzato una prima rilevazione nazionale condotta dal 9 al 24 aprile coinvolgendo 101 Caritas diocesane, il 46% del totale.. L’indagine è stata condotta attraverso un questionario destinato ai responsabili Caritas e ha permesso di esplorare non solo le novità negli interventi e l'impatto del Covid-19 sulla creazione di nuove categorie di poveri, ma anche su volontari e operatori.

La domanda di aiuto

E’ cresciuta la richiesta di beni di prima necessità, cibo, viveri e pasti a domicilio, empori solidali, mense, vestiario, ma anche la domanda di aiuti economici per il pagamento delle bollette, degli affitti e delle spese per la gestione della casa. Nel contempo, è aumentato il bisogno di ascolto, sostegno psicologico, di compagnia e di orientamento per le pratiche burocratiche legate alle misure di sostegno e di lavoro.

I servizi

Di fronte al mutare dei bisogni e delle richieste, sono cambiati anche servizi e interventi.Tra le novità. nei servizi di ascolto e accompagnamento vi sono stati 22.700 contatti telefonici registrati o anche in presenza negli ospedali e nelle Rsa. Sono stati avviati supporti psicologici e iniziative di aiuto alle famiglie per smart working e didattica a distanza; gli interventi a sostegno delle piccole imprese, la fornitura di dispositivi di protezione individuale e di igienizzanti a circa 290.000 persone..

Tra i servizi già presenti e potenziati, la fornitura di pasti da asporto e consegne a domicilio a 56.500 persone, le attività di sostegno per nomadi, giostrai e circensi costretti alla stanzialità. l’accompagnamento all’esperienza del lutto. Le Caritas hanno acquistato farmaci e prodotti sanitari; sono state rimodulate, trasformandole da centri diurni e centri di accoglienza, più di 64 strutture per oltre 1.200 posti in 42 diocesi per l’accoglienza aggiuntiva di persone senza dimora, oltre all’ospitalità residenziale ordinaria.

Strutture Covid

A tutto questo si aggiungono le strutture edilizie che le Diocesi hanno destinato a medici e infermieri e a persone in quarantena Ad oggi sono 68 le strutture per quasi 1.450 posti messe a disposizione della Protezione civile e del Sistema sanitario nazionale da parte di 48 Diocesi in tutta Italia. A queste si sommano altre 46 strutture, per oltre 1.100 posti in 34 Diocesi, disponibili per persone in quarantena e dimesse dagli ospedali..

Le comunità e i nuovi volontari

Un dato confortante è il coinvolgimento della comunità e l’attivazione solidale che nel 76,2% delle Caritas monitorate ha riguardato enti pubblici, enti privati o terzo settore, parrocchie, gruppi di volontariato, singoli.

Il monitoraggio svolto conferma che nel 59,4% delle Caritas sono aumentati i volontari under 34, impegnati nelle attività e nei servizi, che hanno consentito di far fronte al calo degli over 65 rimasti inattivi per motivi precauzionali.

“Un fiorire di iniziative percepito anche a livello nazionale”, dice la Caritas italiana. A partire da papa Francesco che ha donato 100mila euro per un primo significativo soccorso in questa fase di emergenza, e dalla Cei, che ha messo a disposizione un contributo di 10 milioni di euro dai fondi dell’otto per mille destinato dai cittadini alla Chiesa cattolica. A tutto questo si affianca la risposta alla campagna Caritas “Emergenza coronavirus: la concretezza della carità”, che ha raccolto finora più di 1,9 milioni di euro da parte di 3.760 offerenti. Oltre alle donazioni di singoli, si registrano quelle di aziende, imprese, comunità, parrocchie e altre Caritas nazionali.