Attualità

RAPPORTO CARITAS. Sempre più famiglie in fila per chiedere cibo

Anna Maria Brogi giovedì 17 ottobre 2013
Sono per un terzo italiani (31,1%), in larga parte donne (53,6%), in maggioranza disoccupati (62,4%) e per tre quarti con figli (74,7%) i poveri che si rivolgono ai Centri di Ascolto della Caritas. Quello che chiedono, in tre casi su quattro, sono beni materiali (75,6%), molto più dell'ascolto (7,6%), di un alloggio (5%) o di un sussidio economico (4,8%). Sono i dati relativi al primo semestre del 2013 e pubblicati nel rapporto "Dati e politiche sulla povertà in Italia" diffuso oggi dalla Caritas. Si riferiscono a un campione di 336 Centri d'Ascolto in 45 diocesi su un totale di 2.832 centri in 220 diocesi.Impressiona il dato sull'età: il 27,7% di chi si rivolge ai Centri d'Ascolto ha meno di 35 anni. Rispetto agli anni precedenti, l'ultima rilevazione registra una diminuzione, tra gli utenti, delle persone senza fissa dimora (-14,7%) di contro a un aumento delle casalinghe (+12%). Aumentano sensibilmente gli italiani (+16,7%).La foto di gruppo che ne risulta denuncia l'allarmante impoverimento di numerose famiglie italiane: padre disoccupato, madre casalinga, in giovane età e con figli piccoli; alloggio a disposizione, di proprietà o forse concessa in uso da parte di familiari; gravi difficoltà economiche che si ripercuotono sulla vita di tutti i giorni (il 34,8% è indigente). Più che un sussidio, chiedono beni materiali: generi alimentari, vestiario, strumenti per la casa e per l'igiene personale. Tra gli italiani, quasi un quarto sono separati o divorziati (22,7% rispetto al 14,6% degli stranieri).Negli ultimi anni è inoltre aumentato, in termini assoluti, il numero di persone che si sono rivolte ai Centri di Ascolto: +24,8% dal 2011 al 2012 (+ 54,1% dal 2008 al 2011). Così come è aumentata la richiesta di beni e servizi materiali (+8,5%), passata dal 67,1% al 75,6% delle richieste totali."La crisi economica e le politiche di contenimento della spesa - analizza Caritas Italiana - non stanno solamente rafforzando i circuiti tradizionali di marginalità sociale, ma stanno anche portando all'emersione di nuove forme di povertà e vulnerabilità economica". "Il 2014 - conclude il rapporto - sarà un anno importante per le prospettive delle politiche di contrasto alla povertà nel nostro Paese".