Attualità

Provocazioni dell'estrema destra - La reazione. Minacce, la Caritas: andiamo avanti, con i poveri

Paolo Lambruschi giovedì 26 novembre 2015
Il giorno dopo i blitz arrivano attestati di solidarietà da tutto il Paese e si allunga la lista delle Caritas del nord Italia prese di mira da «inqualificabili azioni per il loro impegno accanto ai migranti», come dice una nota dell’organismo pastorale nazionale. Infatti  volantini con la scritta "Rimpatrio immediato dei clandestini. Cento sconosciuti. Cento bombe pronte ad esplodere" a firma di Forza Nuova sono stati trovati anche a Magenta, davanti a un centro di accoglienza per rifugiati della Caritas Ambrosiana, mentre a Bolzano e a Mestre volantini e sagome di cadaveri portavano la firma di Veneto Fronte Skinheads. Invece a Crema atti simili furono commessi più di un anno fa. «Siamo stati indicati paradossalmente quasi come nemici dell’Italia, ma mi pare che la vicinanza della Caritas alle persone e agli italiani è un fatto che sta sotto gli occhi di tutti». Don Francesco Soddu, direttore di Caritas Italiana, risponde così alle pesanti minacce degli estremisti di destra. «Dobbiamo continuare a fare il lavoro che abbiamo sempre svolto – ha dichiarato – tenendo conto di tutte le osservazioni che ci vengono fatte, soprattutto se sono costruttive. Ma assolutamente non prestiamo la spalla a chi tende a informare male le persone e a strumentalizzare le situazioni che determinano una fragilità».Deciso anche Oliviero Forti, responsabile immigrazione della Caritas nazionale «Non siamo preoccupati e andiamo avanti ancora più convinti. Quello che è accaduto sottolinea che purtroppo in questo momento storico, con il terrorismo e milioni di persone in fuga dalle guerre, servono lucidità e correttezza. Nei centri Caritas quest’anno sono transitate oltre 20mila persone: continueremo con ancora più forza perché questa testimonianza può aiutare anche chi ha un approccio ideologico, che non serve a nulla, ad un serio discernimento della realtà».Solidarietà alla Caritas da diversi esponenti politici. Da uomini di governo, come Andrea Olivero, viceministro delle Politiche agricole che condanna chi, grazie a una «malafede ottusa, può pensare di attaccare le sedi Caritas» cui lo Stato saprà dare sicurezza . E da molti deputati del Pd, le cui sedi sono state parallelamente colpite da quelle che i neofascisti hanno definito «azioni dimostrative». Tra questi Khalid Chaouki, coordinatore dell’Intergruppo parlamentare immigrazione che chiede risposte dure ai neonazisti, Edoardo Patriarca ed Ernesto Preziosi, il quale ha presentato un’interrogazione parlamentare, il responsabile nazionale della sicurezza Emanuele Fiano. Condanna del «blitz xenofobo» con solidarietà e gratitudine ai direttori, ai delegati regionali e a tutti i volontari da parte di Mario Sberna, parlamentare di "Per l’Italia". Condanna anche dal sindaco di Milano.La Caritas italiana ha lanciato, in risposta alle minacce, un nuovo progetto nazionale  di accoglienza e integrazione, “Rifugiato a casa mia”, che coinvolgerà parrocchie e famiglie.Finora alla fase sperimentale hanno aderito oltre 170 famiglie, 150 parrocchie e 30 istituti religiosi in tutta Italia, mettendo a disposizione circa 1.000 posti per altrettanti cittadini stranieri in difficoltà. Uomini, donne, famiglie hanno ottenuto protezione che potranno trascorrere almeno 6 mesi in un contesto protetto che cercherà di ridargli fiducia e speranza. E anche nel caso di accoglienza in parrocchia o nell’istituto religioso, il beneficiario sarà seguito da una famiglia della comunità che lo accompagnerà in un percorso di integrazione. I costi saranno a carico di famiglie e parrocchie, quelli finali saranno circa 6 volte inferiori a quelli normalmente sostenuti dalle istituzioni per la sola accoglienza. Ai beneficiari sono state messe a disposizione risorse economiche della Cei e delle Acli per sostenere kit per attività formative, culturali e professionalizzanti rivolte al beneficiario e al nucleo che accoglie.