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Caritas. "Condividi il viaggio": conclusa la campagna a favore dei profughi

Gianni Cardinale martedì 15 giugno 2021

Caritas Internationalis chiude la Campagna “Share the Journey” lanciata quattro anni fa e rilancia il suo impegno a condividere il cammino con migranti, rifugiati e sfollati interni. L'obiettivo era di creare spazi e opportunità di incontro tra migranti, rifugiati e comunità locali, promuovendo la cultura dell'incontro e della conoscenza reciproca. Tre le linee chiave: incontrare un migrante, accoglierlo nella propria comunità e riconoscere i suoi diritti e la sua dignità nonché l’unicità della nostra umanità. Modalità che hanno guidato le 130 iniziative realizzate nell’ambito della campagna globale dalle 162 Caritas nazionali appartenenti alla confederazione ed operanti in tutto il mondo. Campagna che ha visto anche il sostegno di altre realtà quali la rete ecumenica Act Alliance e alcuni organismi delle Nazioni Unite come la FAO o l’Acnur.

La Conferenza Stampa a conclusione della Campagna, sul tema: “Caritas Internationalis journeying with migrants and refugees. Looking at the future after four years of Share the Journey campaign”, si è tenuta oggi nella Sala Stampa vaticana. Vi ha partecipato il cardinale Luis Antonio Tagle, prefetto della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli e Presidente di Caritas Internationalis.

Lo scopo di “Share the Journey”, ha evidenziato il porporato filippino, è stato quello di “creare ponti di speranza tra isole separate dalla paura”. “Non solo guardare i migranti, ma guardarli con compassione; non solo ascoltare la loro voce, ma le loro storie e preoccupazioni; non solo passare dall’altro lato, ma fermarsi, come il Buon Samaritano, per vivere un momento di comunione con loro”, ha proseguito Tagle, rimarcando che la campagna “ci ha aiutato a raggiungere i migranti, ad abbracciare la loro povertà e sofferenza, a considerarli partendo dalla consapevolezza che non sono numeri, ma persone con nomi, stori e sogni”.

Per Tagle con la Campagna la Caritas ha inoltre “aiutato a diffondere una nuova cultura a livello globale, una cultura di incoraggiamento personale, una nuova visione di accoglienza della persona umana attraverso il migrante”. Il cardinale ha ricordato in particolare la sua visita al campo di rifugiati ad Idomeni, in Grecia nel 2015, il suo viaggio in Libano nel 2016 dove ha incontrato i rifugiati siriani, la visita in Giordania dove ha incontrato molti rifugiati provenienti dall’Iraq e le due visite nel 2018 e nel 3019 al campo dei Rohingya in Bangladesh. Tagle ha rievocato, inoltre, gli incontri con gli sfollati interni del suo Paese, “che portano le ferite di conflitti violenti, povertà, traffico di esseri umani e disastri ambientali”. “Mio nonno – ha sottolineato – era nato in Cina, ma è stato costretto a lasciare la sua patria da giovane con suo zio per andare nelle Filippine in cerca di un futuro migliore”. “Non avrebbe mai immaginato – ha aggiunto - di aver un nipote cardinale”. “Il migrante che voi rifiutate – ha quindi scherzato - potrebbe essere il nonno di un cardinale”.

Nella campagna della Caritas, ha rimarcato Tagle, “cristiani, musulmani, indu, seguaci di altre religioni, atei sono stati accolti come persone umane”. “In un tempo in cui il Covid-19 dovrebbe portarci alla solidarietà globale, e in un momento in cui gli Stati sono più preoccupati di proteggere i loro cittadini, con il rischio di intensificare l’egoismo e la paura dello straniero – ha aggiunto – la fine della campagna globale della Caritas Internationalis è un appello a continuare a condividere il viaggio con i migranti, specialmente in questo momento di grande difficoltà. La campagna formalmente finisce, ma la missione continua. Papa Francesco è stato una fonte di ispirazione per la campagna. Ci ha accompagnato in ogni tappa importante di questo viaggio. Ci incoraggia ad accogliere, proteggere, accompagnare e integrare i migranti”.

Caritas Internationalis quindi, si legge in una nota della confederazione, continuerà a promuovere programmi volti a sradicare le cause della migrazione, ad accompagnare i migranti nei Paesi che attraversano lungo il loro viaggio, offrendo loro cibo e acqua, un luogo in cui vivere, supporto psicologico e anche informazioni circa i loro diritti e i pericoli in cui incorreranno lungo la loro strada. Caritas Internationalis continuerà ad accogliere i migranti nei Paesi di arrivo, aiutandoli a integrarsi. E continuerà a sostenere con e per loro percorsi regolari e sicuri di migrazione e per una maggiore protezione, sollecitando i governi a riconoscere il loro diritto alla cittadinanza nelle comunità ospitanti e, infine, assistendoli al ritorno volontario.

Alla Conferenza stampa sono intervenuti anche monsignor Bruno-Marie Duffé, segretario del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale, il laico Aloysius John, Segretario Generale di Caritas Internationalis, e suor Maria de Lurdes Lodi Rissini, coordinatrice nazionale della Caritas del Sud Africa, in collegamento da remoto.